Con il Premio Dedalo Minosse 2019, l’architettura di tutto il mondo torna nella Basilica Palladiana di Vicenza, con una mostra antologica, che sarà allestita dal 21 settembre al 6 ottobre.
Un ritorno nello spazio che il Comune sta destinando a importanti progetti espositivi, continuando la tradizione delle mostre di architettura, iniziata negli anni Ottanta con Renzo Piano dalla Caoduro Lucernari e proseguita con importanti monografiche e il Dedalo Minosse dal 2001.
Fondato a Vicenza dall’associazione nazionale Ala Assoarchitetti nel 1997, per promuovere l’architettura italiana il premio dalla sua seconda edizione è diventato internazionale, accrescendo di volta in volta le partecipazioni di paesi diversi.
Durante la Mostra, all’interno del grande salone sarà allestito anche uno spazio per il dibattito e il confronto sui temi della città, del paesaggio, dell’ambiente, dell’architettura, del design, del restauro e del riuso del patrimonio storico.
Un grande Forum della Committenza, nel corso del quale per due settimane, Architetti e Committenti, Costruttori, Giornalisti, Amministratori, Imprenditori, Esperti dei vari settori si confronteranno con seminari, conferenze e workshop interdisciplinari aperti al vasto pubblico, attivando così il cuore civico della Città, che s’animerà delle voci di professionisti, amatori e associazioni.
Parteciperanno anche il Comune di Vicenza, l’Assessorato alle attività culturali del Comune di Vicenza, la Biblioteca Civica Bertoliana, la Sezione Edili di Confindustria Vicenza, l’Ordine degli Architetti della Provincia di Vicenza, Confprofessioni, il Laboratorio di Progettazione, Analisi e Valutazione dell’esistente dell’Iuav di Venezia, le Scuole della città e altre istituzioni e realtà cittadine, nazionali e internazionali.
Un programma in corso d’elaborazione e incremento, una chiamata da parte dei progettisti ai diversi attori del processo del costruire, per dibattere sui grandi temi del globale e del locale, del recupero dell’esistente e del patrimonio, sul paesaggio, sulla città.
Dedalo Minosse è il Premio in cui la figura del Committente, spesso trascurata quando si parla di architettura, viene riconosciuta come fondamentale e strategica nel processo costruttivo.
Aperta ai committenti pubblici e privati di tutto il mondo, la manifestazione seleziona e propone architetture realizzate negli ultimi 5 anni, che rappresentano il segno visibile della ricerca internazionale, dove risalta il contributo del committente nella creazione di bellezza diffusa, attraverso la realizzazione dell’architettura contemporanea.
Lo scorso 14 giugno 2019 a Vicenza, la Giuria internazionale e interdisciplinare dell’Undicesima edizione 2018/2019 si è riunita a Palazzo Bonin Longare, ospitata da Confindustria Vicenza, dove ha assegnato i premi ai committenti che attraverso le proprie realizzazioni meglio hanno investito, innovato, migliorato la qualità della vita, non solo dei destinatari dei loro progetti, ma della comunità in generale.
Tra i giurati personalità dalle variegate competenze ed esperienze, come l’argentino David Basulto, fondatore della grande piattaforma web Archdaily, l’imprenditore Paolo Caoduro, Cesare Maria Casati, direttore de l’ARCA International, lo storico dell’architettura Richard Haslam, Francine Houben, del noto studio Mecanoo di Delft, il giapponese Katsufumi Kubota, Veronica Marzotto, committente e imprenditrice, l’artista Michelangelo Pistoletto, Dan Pitera, preside d’architettura all’Università Detroit Mercy; Marco Sammicheli, responsabile delle relazioni internazionali della Triennale di Milano, oltre a Philippe Prost, l’architetto che con la Regione Hauts de France, vinse la X Edizione e che oggi è popolare in Francia, per i suoi interventi televisivi quale Architetto del Patrimonio e Urbanista, sul grande tema del restauro di Notre Dame, devastata dall’incendio lo scorso 15 aprile 2019.
Aspetti premiati
- sostenibilità sociale
- condivisione pubblica
- design for all
- valorizzazione e conservazione del paesaggio e del patrimonio architettonico
- tecnologie e materiali innovativi e riciclabili
- valorizzazione delle tradizioni e dei linguaggi locali
- approccio progettuale multidisciplinare
- integrazione tra arte, architettura e design.
Oltre 300 le iscrizioni pervenute all’XI edizione, da oltre 40 paesi di tutto il mondo, tra i quali, oltre l’Italia, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Corea, Filippine, Francia, Germania, Giappone, India, Israele, Messico, Kenya, Olanda, Pakistan, Perù, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Svizzera, Usa, Vietnam.
Un panorama davvero vario, dalla grande alla piccola scala, nel quale la Giuria ha ricercato le motivazioni che hanno portato alla realizzazione dei progetti candidati.