Edilizia Residenziale | Case sperimentali a Selvino, Bergamo

Abitazioni in legno che richiamano le costruzioni alpine

Il nuovo complesso di dodici alloggi, con rispettive autorimesse (15 posti auto), nasce con l’intento di modificare la scala dell’intervento dei dintorni, un’area con case unifamiliari sviluppatasi in relazione al turismo estivo, ed evocare un carattere alpino riferibile alle abitazioni che preesistevano all’urbanizzazione massiva degli ultimi decenni. Escludendo la parte dell’interrato in c.a., la struttura e i tamponamenti sono realizzati completamente in legno con rivestimento in doghe di larice.

Selvino è una località montana posta in alta Val Seriana nella provincia di Bergamo, il cui insediamento è caratterizzato da un’edilizia a bassa densità che riproduce in versione alpina la struttura tipica dei suburbi di molti paesi della Lombardia.

La struttura è isolata con un pannello in fibra di legno flessibile di spessore 120 mm.

Si tratta di una sorta di rilettura volgarizzata dello chalet, con la casa posta al centro di un lotto di dimensioni anche generose circondato da vegetazione. Le abitazioni presentano quasi un tetto a due falde con una parte bassa in intonaco e una parte alta in corrispondenza del tetto rivestita con perline di legno. Non ci troviamo in un contesto di case antiche ma in un insediamento formatosi in relazione al turismo estivo.

La copertura in lieve pendenza 10% rivestita in lamiera piegata di alluminio.

Per contro il luogo in origine si caratterizza per un’eccellente qualità di un paesaggio fatto di avvallamenti alternati a rilievi molto marcati, che unitamente alla vegetazione di conifere conferisce, nonostante l’elevata quantità di abitazioni, un carattere di sostanziale equilibrio tra artificio e natura. La costruzione vede la definizione netta delle parti costitutive l’edificio, dove il rapporto con il suolo è definito da uno zoccolo in calcestruzzo che risolvendo il dislivello di 3 m sostiene i due piani soprastanti, interamente in legno, a sbalzo sul lato nord. L’intenzione è di compiere una rilettura del basamento in pietra, mentre la parte alta, qui come in antico è integralmente in struttura lignea.

I serramenti sono in legno con triplo vetro per garantire una migliore efficienza energetica.

Il lotto a forma trapezoidale

L’intervento si colloca al centro di un lotto di forma trapezoidale (di 1667,43 mq) con accesso da sud-est (via Monte Purito) attraverso due ingressi carrabile e pedonale affiancati e separati. In relazione all’intervento è stato realizzato un parcheggio esterno pubblico per 49 automobili sull’altro lato della strada. L’organizzazione tipologica è condizionata fortemente dalla forma del lotto e dalla sua altimetria.

La progressione delle fasi di cantiere.

Inoltre si è fatto prevalere un andamento est-ovest del volume al fine di garantire l’affaccio a nord-est e a sud-ovest essendo l’edificio su un crinale che permette di avere una ampia visuale entrambe i versanti. L’impianto appare tripartito a sud-ovest, dove sono posti gli accessi, anche se una pensilina connette le parti e continua a nord ovest dove una sorta di struttura a telaio staccata dalle logge determina una profondità del fronte con una sorta di doppia altezza dello spazio dei due piani a sbalzo. Va detto che il lato esposto meno bene al sole è quello con la vista aperta sulla valle in cui si colloca il centro di Selvino posto su una valle e quindi a una quota notevolmente più bassa del nuovo intervento.

La prestazione energetica è raggiunta con i soli interventi passivi dovuti alle tecniche costruttive e ai componenti impiegati.

Gli alloggi

L’organizzazione generale degli alloggi vede tre tipologie prevalenti incastrarsi tra loro. Bilocali a piano terra affacciati a sud-ovest con accesso diretto dal giardino, trilocali con accesso da piano terra con parte dell’alloggio al piano più basso e trilocali con doppio affaccio al primo piano. La scala di accesso al primo piano si sovrappone alle due scale interne che connettono i due livelli dell’alloggio rivolto a nord-est.

Le tipologie sono riassumibili in:

  • monolocali con affaccio a nord est, al piano terra con ingresso da via Monte Purito. I monolocali sono dotati di una loggia vetrata e di un ampio spazio a servizi nella parte seminterrata, da cui si accede al giardino privato. Presentano superfici tipo di 53.20 mq e 48,63 mq;
  • bilocali a piano terra con affaccio sud ovest sono dotati di un ampia loggia coperta e di giardino privato in affaccio a via Monte Purito. Presentano superfici da 52.85 mq e da 51.48 mq;
  • trilocali posti al piano primo serviti da due scale comuni, ciascuno con doppio affaccio protetto da ampie logge vetrate. Presentano superfici tipo C1 84.30 mq e tipo C2 81,56 mq.

Complessivamente vi sono 12 alloggi, per una superficie totale di 1.000 mq.

Le scelte costruttive e impiantistiche

Ad esclusione della parte dell’interrato in calcestruzzo armato è stata realizzata una costruzione (struttura e tamponamenti) completamente in legno. In rispetto dei parametri bioclimatici dello standard Casaclima, l’edificio è in classe energetica A, in grado di garantire un risparmio energetico pari al 70%, riducendo i costi della climatizzazione.
Dal punto di vista tecnologico l’aspetto più rilevante è forse nel fatto che, attraverso scelte opportune sull’orientamento (nord-sud permettono il massimo gradiente termico) e sulle tecniche costruttive e sui componenti, la prestazione energetica è raggiunta con i soli interventi «passivi».

Gli impianti sono molto semplici: il 50% del fabbisogno di acqua calda sanitaria è garantito da collettori solari, mentre circa 1/5 del carico elettrico è garantito da pannelli fotovoltaici. La climatizzazione invernale è regolata con radiatori grazie alle notevoli prestazioni dell’involucro, mentre quella estiva non è necessaria per la quota di Selvino (1100 m slm).

Il rispetto dei parametri energetici

L’intera struttura, in aderenza al regolamento efficienza energetica del comune di Selvino, raggiunge la classificazione «A eco» garantendo il rispetto delle seguenti indicazioni:

  1. utilizzo di pannelli solari fotovoltaici;
  2. utilizzo di impianti collettori per il riscaldamento dell’acqua;
  3. utilizzo di materiali non inquinanti, non trattati chimicamente e con strutture e rivestimenti in legno, naturale ignifugo di origine certificata.

I materiali impiegati

L’intera struttura, tamponamenti compresi,in legno certificato non trattato chimicamente, sono realizzate dalla ditta certificata Damiani Legnami spa di Bressanone (Bz). I serramenti sono in legno, con triplo vetro, a garantire una migliore efficienza energetica, concorrendo alla coibentazione dell’involucro ed evitando dispersioni di calore. La copertura, in lieve pendenza 10% è rivestita in lamiera piegata di alluminio.
All’esterno la pavimentazione coperta sarà in gres porcellanato e/o cubetti di granito, i percorsi esterni sono stati trattati a pavimentazione permeabile drenante. Il rivestimento esterno della casa è in doghe di larice a formare una parete ventilata.

Sul lato interno realizzato un intercapedini da 60 mm di spessore per il passaggio degli impianti. L’intercapedine è chiuso sul lato esterno da un assito di legno, cappotto in fibra di legno dello spessore di 60 mm.

La tecnica costruttiva e l’uso del legno

La tecnica costruttiva moderna, basata su telai in cemento armato e tamponature leggere, ha caratterizzato gran parte del patrimonio edilizio dell’ultimo cinquantennio e ha generato gran parte dell’inefficienza energetica che oggi ci troviamo a fronteggiare. Nel frattempo, le tradizioni legate all’uso della pietra, dei muri portanti, e soprattutto del legno, hanno perso progressivamente fette di mercato, rimanendo relegate a contesti quasi esclusivamente di nicchia. Poi è arrivato il protocollo di Kyoto, una rinnovata sensibilità all’intero ciclo di vita del manufatto edilizio e dei suoi componenti, ai costi visibili e meno visibili del time-to-market, e della cantieratura in quanto tale. Il risultato è che alcune delle tradizioni sono tornate prepotentemente in auge. Prima fra tutte il legno che è un materiale con molte caratteristiche semplicemente eccezionali, che sembrano fatte appositamente per l’utilizzo nelle costruzioni efficienti.

Esternamente la parete è chiusa con un assito in legno grezzo dello spessore di 25 mm.

Intanto, la «rinnovabilità»: con un ciclo di 10-15 anni, il legno si rigenera a costi bassissimi, e con benefici enormi per la riduzione della Co2, per ovvi motivi. Poi, per le ottime caratteristiche fisiche: un metro cubo di legno si lavora con (molto) meno di 30 Kwh, e con precisioni molto elevate. Un metro cubo di calcestruzzo «costa» 200 Kwh di energia per essere prodotto, lavorato, e poi dismesso. E non raggiunge mai precisioni di lavorazione eccelse. Lavorare un metro cubo d’acciaio può arrivare oltre i 500 Kwh, per l’alluminio si spendono fino a 800 Kwh.
Il legno «traspira» naturalmente, è un ottimo isolante termico, da 5 a 10 volte migliore del calcestruzzo; ed è anche dotato di elevata capacità termica, anch’essa 5 o 6 volte superiore a quella di pari volume realizzata in mattoni. L’isolamento e la capacità termica insieme (di solito vengono realizzati con materiali separati) assicurano un comportamento ottimale in regime di escursioni termiche ampie. Le temperature delle pareti interne tendono a stabilizzarsi su valori medi, che gli impianti riescono facilmente a portare a valori confortevoli. Il legno è anche particolarmente robusto al fuoco: il calcestruzzo armato, durante l’incendio, perde rapidamente le caratteristiche statiche per via delle altissime temperature raggiunte dai ferri. Il legno, isolando gli strati interni, mantiene tali caratteristiche più a lungo, raggiungendo valori di Rei sorprendenti.

Il rivestimento esterno è in listelli di larice naturale.

Il cantiere procede molto rapidamente per via dell’approccio a moduli prefabbricati, con utilizzo minimo di acqua ed energia. Adottando il metodo dei pannelli multistrato si realizzano manufatti con un peso pari a circa un terzo rispetto a quelli in muratura, alti fino a 5 piani, con fondazioni meno costose e più affidabili, e un comportamento antisismico ottimale. Infine, a parità di prestazioni, le pareti in legno garantisco circa il 7-8% di superficie utile in più, essendo più sottili.

Soluzione d’involucro

L’edificio è realizzato con struttura portante a telaio in legno di abete (120X60 mm) con montanti a interasse di 625 mm. La struttura è isolata con un pannello in fibra di legno flessibile di spessore 120 mm. Esternamente la parete è chiusa con un assito in legno grezzo dello spessore di 25mm. Le lastre sono congiunte con incastri per assicurarne la stabilità. Sul lato interno, con l’utilizzo di una struttura a telaio in legno con listelli 60×60 mm, è stata creata un’intercapedine da 60 mm di spessore, utilizzata per il passaggio degli impianti.

L’intercapedine è chiusa internamente con un pannello in fibra di gesso dello spessore di 12,5 mm. Sul lato esterno è stato aggiunto all’assito di legno, un cappotto in fibra di legno, dello spessore di 60 mm. Sul cappotto è applicato un telo traspirante, e con l’utilizzo di listelli di dimensioni 30×30 mm è stata creata una faccia ventilata di spessore 30 mm. Il rivestimento esterno, fissato alla sottostruttura, è in listelli di larice naturale con sistema doppio romboidale da 20 mm. Ogni listello è dotato di incavo rompigoccia.

Arch. Camillo Botticini | Rievocazione delle costruzioni alpine

Camillo Botticini | Progettista.

«Il progetto nasce dall’idea di cambiare la scala dell’intervento dell’intorno, accorpando più unità abitative, ma soprattutto di evocare un carattere alpino riferibile alle abitazioni che presistevano l’urbanizzazione massiva degli ultimi decenni. In questa direzione si sono ricercate alcune matrici costitutive dell’architettura vernacolare. Mi riferisco in particolare ai caratteri di luce e ombra dei portici presenti in valle nelle costruzioni rurali, alla struttura che disegna i fronti evidenziando piani a differente profondità. Certo alcune affinità con i telai di Terragni o all’astrazione minimale di Arne Jacobsen appartengono al progetto come una memoria del moderno che ricercando la struttura delle cose incontra anche i caratteri essenziali dell’architettura tradizionale».

Chi ha fatto Cosa

Edificio standard CasaClima classe energetica A: Proposta progettuale, progetto esecutivo, direzione Lavori, sicurezza
Committente: Gbs srl
Progetto/architectural design: arch. Camillo Botticini (ABDArchitetti)
Collaboratori: arch. Paola Martinelli, arch. Nicola Martinoli, arch. Stefano Ferracini, arch. Federica Mometto, geom. Ignazio Marchetti
Progettazione strutturale: ing. Franco Palmieri
Progettazione impiantistica: ing. G. Plebani
Impresa edile: Damiani Legnami spa (Bressanone), Quarema Costruzioni srl (Bergamo)
Riconoscimento: Premio speciale per la medaglia d’oro all’architettura italiana

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