Punti di Vista | Adalgisa Donatelli, ingegnere edile

Attualità di un’architettura storica

La cupola di Santa Maria del Fiore è uno straordinario esempio di architettura storica che suscita ancora importanti interessi scientifici. In occasione dei seicento anni trascorsi dall’annuncio del concorso nel 1418, dall'Opera di Santa Maria del Fiore, per assegnare la costruzione del Duomo, Costruire in Laterizio ha deciso di dedicare un numero speciale della rivista a questa famosa architettura fiorentina. Così sono pubblicati alcuni saggi che illustrano diversi aspetti del Duomo, come ad esempio: le caratteristiche costruttive della muratura e l'identificazione delle fasi di costruzione dell’edificio; l'interpretazione del modello di crack attraverso un'accurata lettura storico-strutturale; la tessitura del muro e il tipo di sezione del muro grazie all'utilizzo di indagini strumentali; l'attualità del dispositivo 'spinapesce'.
Adalgisa Donatelli | Ingegnere edile. Dal 2012 è ricercatore presso la Facoltà di Architettura della ‘Sapienza’ Università di Roma, dove insegna Elementi di Restauro. La sua attività di ricerca si è prevalentemente incentrata sulla lettura strutturale e sul consolidamento dell’edilizia storica, considerata alla scala architettonica e in riferimento ai centri abitati, e sull’attività di tutela e di restauro nella prima metà del XX secolo. È autrice di due monografie (Terremoto e architettura storica. Prevenire l’emergenza, Gangemi, Roma 2010 e Restauro come impegno istituzionale. L’opera di Alberto Terenzio a Roma e nel Lazio (1928-1952), Edizioni Quasar, Roma 2018), oltre a diversi contributi sui temi del restauro.

La cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze,realizzata fra il 1420 e il 1436, è stata oggetto già a partire dalla sua progettazione e dalla sua costruzione di significative contrapposizioni e rappresenta ancora oggi un fecondo terreno d’indagini, studi e dibattiti circa la complessa forma architettonica, il relativo comportamento strutturale, le tecniche costruttive che la caratterizzano, le modalità operative che ne hanno consentito la realizzazione.

A partire dalla seconda metà del Novecento, e in special modo in  occasione della campagna di restauro degli affreschi della cupola (promossi nel 1977 e iniziati dieci anni dopo con la costruzione di un grande ponteggio e l’installazione di un complesso sistema di monitoraggio ancora oggi attivo) sono state avviate numerose ricerche e pubblicati, successivamente, diversi volumi che in vario modo hanno contribuito alla conoscenza di questa celebre opera architettonica.

Solo per riportare alcuni esempi, si rammentano gli studi condotti da Piero Sanpaolesi, che partendo da un’attenta osservazione dell’apparecchio murario e dalla lettura della documentazione di archivio, risalì al processo costruttivo della cupola.

Sono inoltre significativi: gli studi scientifici di Salvatore Di Pasquale sulla geometria e sui materiali della cupola; il lavoro di elaborazione e interpretazione dei dati del monitoraggio, nonché alcune analisi di stabilità curati da Andrea Chiarugi e Carlo Blasi; lo studio architettonico e artistico assieme al resoconto dei restauri realizzati fra la fine degli anni Ottanta e i primi del Novecento, di Cristina Acidini Luchinat e Riccardo Dalla Negra; i contributi di natura storico-architettonica di Giuseppe Rocchi Coopmans de Yoldi; quelli più recenti di Francesco Gurrieri, Roberto Corazzi e Giuseppe Conti.

Come è noto, l’affidamento del cantiere della cupola avvenne a seguito di un concorso, bandito nel 1418 dall’Opera di Santa Maria del Fiore, a cui partecipò Filippo Brunelleschi.

Dopo molti contrasti, nel 1420, Brunelleschi, insieme con Lorenzo Ghiberti, fu nominato capomaestro fino al 1425, anno in cui Ghiberti fu estromesso dal cantiere. In occasione dei seicento anni trascorsi dal concorso che avviò la realizzazione della cupola di Santa Maria del Fiore, la rivista Costruire in Laterizio (nel n. 176 – settembre 2018) ha ritenuto importante dedicare una ‘speciale’ attenzione a questa architettura, proponendo alcuni contributi che pur illustrando aspetti diversi dell’opera fiorentina, ne sottolineano ancora la sorprendente complessità costruttiva e la straordinaria attualità del tema trattato.

Un’analisi dettagliata dell’apparecchio in laterizio della cupola ha ad esempio consentito a Luca Giorgi e Pietro Matracchi di individuare le fasi esecutive di cantiere e le particolarità tecniche e costruttive.

Da una lettura storico-strutturale del quadro fessurativo e dei dati di monitoraggio raccolti nel corso del tempo, Federica Ottoni e Carlo Blasi chiariscono il comportamento statico della cupola e la conseguente strategia di intervento per impedire la progressione, seppur lenta, delle lesioni registrate già sul finire del XVII secolo.

Roberto Corazzi descrive la tessitura muraria e la tipologia costruttiva della sezione della struttura, grazie a sofisticate indagini strumentali, quali il georadar e la tomografia.

Infine, Attilio Pizzigoni e Vittorio Paris sottolineano l’ingegnoso dispositivo a ‘spinapesce’ impiegato da Brunelleschi per la costruzione della cupola, la permanenza di questa tecnica nei secoli XV e XVI, e l’importanza, ancora oggi, di indagarla per trarne nuovi spunti applicativi.

Adalgisa Donatelli
ingegnere edile, specialista in Beni Architettonici e del Paesaggio e phd in Storia e conservazione dei Beni Architettonici.

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