Produzione | Agostini Group

Grande vetrata con profili minimal per la casa tra gli alberi

La casa tra gli alberi realizzata nel Parco del fiume Sile si distingue per il perfetto connubio tra interni ed esterni ottenuto anche grazie alla grande vetrata in alluminio a taglio termico Minimal Frames realizzata da Agostini Group. L’anta vetrata a scomparsa e i profili ridotti, rinunciano ai dettagli superflui, lasciando all’occhio una visione incontaminata degli spazi esterni. Restano massime le prestazioni di isolamento termico e acustico.

Il progetto della casa tra gli alberi – Kinoya – è stato curato dell’arch. Davide Ceron per una giovane coppia che desiderava una casa all’interno del Parco del Sile vicino a Treviso.

Il termine Kinoya indica appunto l’ inserimento di una architettura all’interno di un parco col verde che entra all’interno dell’architettura.

Nasce così l’idea di un fabbricato ad un unico piano, vicino al suolo, non imponente, dalla pianta completamente esplosa, che consenta la completa permeabilità fisica e visiva tra interno ed esterno.

Konoya, la casa tra gli alberi progettata dall’arch. David Cerion.

Le ampie vetrate a tutt’altezza assumono il ruolo di lente fotografica che riflettono all’interno delle stanze dalle pareti scure, le immagini in continuo movimento di una natura che assume colori e ombre sempre diversi nell’arco delle ore del giorno e nel corso delle stagioni. Lo spazio sottratto alla natura viene trasformato in un asse visivo, che attraversa per interno la struttura per tornare ad essere spazio esterno.

Arch. Davide Ceron | Progettista

Arch. Davide Ceron | Progettista.

«L’Ente Parco del Sile gestisce tutte le zone che fanno parte del territorio attorno al fiume Sile. Un’interfaccia con lo scopo di proteggere l’ambiente con la Sovraintendenza di Venezia che ha il compito di scremare gli interventi mettendo dei paletti e consegnando poi la pratica alla Sovraintendenza a cui spetta il compito di dare il parere in merito. Nel nostro caso assieme alla committenza una dura guerra con l’amministrazione del Comune, l’Ente Parco e la Sovraintendenza per evitare di cadere sugli stereotipi classici dello stile architettonico “campagnolo”, perché in molte zone le amministrazioni territoriali chi più chi meno hanno in testa l’idea che in campagna bisogna operare in un certo modo. Così ci si ritrova a fare la casetta nel bosco col dettaglio in mattoncini, con lo scuro in legno sempre uguale a se stesso, con tetto e sporte, le gronde fatte in un certo modo e così via. In questo caso abbiamo veramente “osato” perché volevamo fare un’architettura completamente diversa andando contro a tutte quelle che sono le prescrizioni abituali e abbiamo potuto farlo grazie ad una scusa normativa che è il Piano Casa e la legge in deroga. Alla fine la Sovraintendenza ha dimostrato sensibilità. Un aspetto interessante pensato assieme al committente è l’eliminazione della maggior parte delle porte interne. Kinoya è una sorta di ambiente unico con geometrie interne che permettono la privacy. Da un lato all’altro della casa, sul lato più corto due vetrate permettono di guardare attraverso la casa per il lato lungo est-ovest. L’ingresso principale della casa è situato nella grande parete vetrata col portico esterno. Una piccola porzione dello scorrevole è l’ingresso mentre gli ulteriori 6, 5 metri sono lo scorrevole vero e proprio. Nonostante la grandezza e di questo siamo molto soddisfatti si apre e scorre facilmente.  All’esterno c’è una loggia scavata nel rettangolo che quando si apre la grande vetrata permette di creare tra dentro e fuori un unico ambiente. Sono contento per il risultato ottenuto. Non tanto per l’aspetto architettonico che comunque ha delle peculiarità particolari ma soprattutto perché Kinoya è il frutto di un’intesa profonda coi committenti e questo rappresenta il fulcro di una progettazione. Siamo architetti ma siamo chiamati a fare qualcosa per qualcun altro. Se il rapporto architetto-committente funziona si ha davvero la possibilità di fare delle cose interessanti. Altrimenti è solo un “calpestarsi i piedi” e i risultati non verranno bene.
Il nome Kinoya è stato scelto dalla committenza. Ogni edificio ha una sua anima e questa casa è stata pensata in mezzo agli alberi. Abbiamo anche cercato di inserirla allineata coi filari di alberi perché era il luogo stesso che chiedeva di non essere contaminato. Ci sono poi particolari come la vetrata fissa della cucina che è qualcosa di particolare: una sorta di luogo dove sedersi e dove poter guardare fuori la natura come attraverso un quadro. Volevo creare degli scorci su questa natura e realizzare qualcosa che permettesse di “guardare” questo luogo. Da qui l’importanza delle finestre.
Il progetto è stato condiviso con l’impresa di costruzioni Stilenatura. 
La duplice esigenza di integrazione passa attraverso l’inserimento dell’architettura all’interno della natura, e quindi le forme si semplificano, i colori si integrano con le tinte del contesto, e la scelta dei materiali è determinata dall’esigenza di reinterpretazione di un repertorio tipico delle campagne, laddove le soluzioni tecniche sono impreziosite dalla loro semplicità e autenticità. Attraverso il proprio lavoro l’architetto ha il dovere e il piacere di completare il mondo, trasformare i paesaggi esistenti e crearne di nuovi, aggiungendo sempre nuovi elementi alla natura».

Edificio in bioedilizia

Il risultato è Kinoya, un edificio in bioedilizia che rispetta una geometria piuttosto classica, un rettangolo con due falde dove li sporti sono al minimo e le linee sono di estrema pulizia. Il tetto è in lamiera grecata, le finestre sono ampie con profili molto sottili in alluminio e non ci sono scuri. Il rettangolo misura circa 7,5 metri sul lato corto e circa 18 m quello lungo. È su un unico piano con altezze interne molto generose (5,5 metri nel punto più alto). Comprende due camere, uno studio, due bagni e la zona giorno.

Agostini Group | Kinoya. I colori s’integrano con la natura circostante.

La duplice esigenza di integrazione passa attraverso l’inserimento dell’architettura all’interno della natura, e quindi le forme si semplificano, i colori si integrano con le tinte del contesto, e la scelta dei materiali è determinata dall’esigenza di reinterpretazione di un repertorio tipico delle campagne, laddove le soluzioni tecniche sono impreziosite dalla loro semplicità e autenticità.

Agostini Group | Kinoya. Realizzata in pannelli di legno di abete rosso X-Lam.

La tecnologia X-Lam

Lo studio di progettazione ha collaborato con il costruttore Stilenatura di Paese (Tv), un’azienda di costruzioni specializzata in bioedilizia, case in legno con tecnologia X-Lam in abete lamellare.

Kinoya è in classe energetica A4. Le fondazioni sono a vespaio areato mediante igloo con sovra-isolamento a vasca. La struttura è in Xlam in legno di abete rosso, copertura in travi lamellari. La coibentazione prevede un cappotto da 14 cm in lana di vetro, copertura ventilata in lamiera grecata con 22 cm di fibrolegno, lana di vetro per l’interno.

Agostini Group | Kinoya. Impianto fotovoltaico.

Impianti

L’impianto di riscaldamento è autonomo a bassa temperatura con pannelli radianti a pavimento, termoregolazione in ogni ambiente. Kinoya ha raffrescamento a pavimento e ventilazione meccanica controllata per ricambio aria e deumidificazione. L’energia elettrica è prodotta mediante impiego di 6,5 kW di pannelli fotovoltaici per alimentare una pompa di calore aria-acqua che fornisce l’energia termica e l’acqua calda sanitaria. I pavimenti interni sono in calcestruzzo industriale con finitura nuvolata acidata e le travature di copertura e le pareti sono in color antracite.

Agostini Group | Kinoya. I serramenti minimal.

Grande vetrata minimale

Realizzata da Agostini Group, la vetrata è in alluminio a taglio termico Minimal Frames. I serramenti minimali, secondo Agostini, rappresentano un nuovo modo di concepire l’habitat nella sua rarefatta essenzialità. Lo spazio è protagonista assoluto, colto nella sua purezza, inondato di luce.

L’anta vetrata a scomparsa e i profili ridotti, rinunciano ai dettagli superflui, lasciando all’occhio una visione incontaminata degli spazi esterni. Con le massime prestazioni di isolamento termico e acustico garantite dalla tecnologia aziendale.

I profili permettono un impatto visivo estremamente ridotto e contenuto, risultano visibili solo 4 mm di profilo dell’anta su tutto il perimetro e solo 24 mm di profilo verticale lungo l’incontro centrale.

Questo garantisce estrema eleganza, inserendosi perfettamente nella linea di pensiero dell’architettura e del design minimalista dedicato a rendere la vita delle persone più confortevole unendo la migliore trasparenza alla luce del giorno nel rispetto del calore della casa.

Agostini Group | Kinoya. Grande vetrata Minimal Frames.

Caratteristiche tecniche

È possibile realizzare ante alte fino a 3 metri e larghe 4,2 metri con una superficie massima dell’anta scorrevole di 12 metri quadrati, un’anta fissa che può arrivare a 18 metri quadrati e un telaio completamente a scomparsa sia a pavimento che a soffitto.

Supportano un peso massimo dell’anta fino a 800 kg con uno spessore della vetrazione da 30 a 36 mm. Completano il quadro un sistema di scorrimento con un minimo di 8 ruote in acciaio Inox per ogni anta, drenaggio e scarico acqua e chiusura a 2 punti per una maggiore sicurezza. Tutto il sistema è in alluminio a taglio termico per garantire massimo comfort.

La trasmittanza termica del sistema varia da 0,7 a 1.7 Uw a seconda della vetrazione. Presenta un abbattimento acustico fino a 39 dB, resistenza al vento in classe 5, tenuta all’acqua in classe 7A e permeabilità all’aria in classe 4. La classe antieffrazione è Rc2.

In Kinoya sono state montate vetrazioni 55.2 be, camera con gas argon e distanziale termico Super Spacer per una trasmittanza termica Uw di 1,2 W/mqK. La finitura del serramento minimale è nero 9005 goffrato ed è stata installata una serratura elettromeccanica che consente l’ingresso e l’uscita senza l’utilizzo di una maniglia, azionabile anche da remoto. Misura 7,5 metri di larghezza per un’altezza di 2,55 m. È composta da tre ante con peso rispettivo di 370 + 370 + 190 kg.

Agostini Group | Kinoya. La classe antieffrazione è Rc2.

Andrea Amadio | Titolare Stilenatura

«Prendiamo gli appalti dalla progettazione fino alla consegna delle chiavi. Abbiamo moduli standard ma personalizzabili. Il cliente può partire da uno di questi progetti per poi svilupparlo con noi o con un proprio progettista oppure prenderlo così come è. Abbiamo aperto nel 2010 e abbiamo avuto un mercato sempre in crescita. Per le costruzioni in bioedilizia ci sono delle agevolazioni ma dipendono da comune a comune. Si va da sgravi sugli oneri fino a contributi a fondo perduto. Ci sono sgravi anche sulle assicurazioni e un volume edificabile maggiore per quanto concerne gli ampliamenti. Abbiamo lavorato con diversi produttori di serramenti e ultimamente abbiamo lavorato con Agostini e ci siamo trovati molto bene. La grande vetrata piuttosto pesante non ha creato particolari problemi per la posa. Occorre ricordare che siamo partiti con realizzazioni importanti come un ristorante pizzeria su tre piani e poi ci siamo orientati sulle ville anche di dimensioni doppie rispetto a Kinoya e siamo abituati ad affrontare dimensioni di serramenti anche rilevanti. La bioedilizia va molto sul residenziale ma anche per asili, scuole per l’infanzia, cantine sono sempre più realizzati in bioedilizia e in legno. Anche le sopraelevazioni, locali, ristoranti, agriturismi sono sempre più attenti al green anche per i tempi di costruzione che sono più che dimezzati: per Kinoya le condizioni non erano normali perché c’era un passaggio di proprietà da fare dopo le fondazioni e quindi tempi tecnici del Comune da aspettare. In condizioni normali si può stare con le fondazioni intorno ai sette – otto mesi. In generale a venire a cercarci sono più i privati che i progettisti. Ma collaboriamo molto coi progettisti esterni. Tra l’altro sono architetto anch’io e ne conosco tanti di amici e colleghi. Mi sono laureato nel 2009 e l’anno dopo ho aperto Stilenatura. Ora siamo in 5 in ufficio tecnico e abbiamo squadre esterne che operano sul campo».

La casa Kinoya nel Parco del Sile costruita da Stilenatura.

Chi ha fatto Cosa

  • Edificio: residenziale
  • Luogo: Parco del Sile a Casale sul Sile (TV)
  • Progettista: Arch. Davide Ceron
  • Costruttore: Stilenatura
  • Struttura: XLam
  • Serramenti: Minimal Frames Agostini Group.

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