«Sento particolare orgoglio nell’illustrare le fasi progettuali, le idee e i valori a loro sottesi e di poter dar corso a questo evento negli spazi che ho così concepito…».
Così Arata Isozaki nell’illustrare a Milano il progetto che ridisegna il profilo della città grazie ai suoi 202 metri di altezza (207 m se si considera il piano della città), 50 piani e 50mila mq di superficie, in grado di ospitare fino a 3.800 persone.
Questo nella conferenza stampa mentre stanno procedendo i lavori di riqualificazione dell’ex-area Fiera di Milano, lavori che sono iniziati nel luglio del 2012 e si concluderanno la prossima primavera.
Arata Isozaki, progettista della prima torre, ha effettuato il primo sopralluogo nel grattacielo che da giugno del prossimo anno, avrà una nuova denominazione: Allianz Tower e ospiterà centri direzionali della società di assicurazioni.
Questo grattacielo è la prima delle torri direzionali del nuovo distretto del business nel cuore di CityLife. A metà della torre, al 25° piano, verrà inoltre ospitata un’area appositamente dedicata al fitness. È stato escluso l’inserimento delle terrazze panoramiche o dei ristoranti che, con ogni probabilità, verranno ospitati nelle torri che saranno costruite a fianco, su progetti di Daniel Libeskind e da Zaha Hadid.
Sui lati corti della torre corrono 14 ascensori, di cui 3 ascensori panoramici per lato, completamente trasparenti, che con la velocità di 7 metri al secondo permetteranno di raggiungere l’ultimo piano della torre in meno di 40 secondi, offrendo durante la salita una visione straordinaria della città. Tutti gli spazi lavorativi godono di viste inedite sulla città e sulle Alpi, grazie alle vetrate a tutta altezza che contraddistinguono tutti gli ambienti lavorativi; la torre è progettata per garantire la massima efficienza e il contenimento dei costi energetici ed ha già ottenuto la prestigiosa pre-certificazione Leedtm classificandosi a livello Gold.
Armando Borghi | Amministratore delegato CityLife
«Il grattacielo Isozaki è la prima delle torri direzionali del nuovo business district nel cuore di CityLife: si tratta di una nuova icona nello skyline di Milano che si colloca in una location strategica della città. CityLife è un’area urbana complessiva di intervento di 366mila mq. Il progetto di riqualificazione CityLife, firmato dagli architetti di fama internazionale Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind, prevede un mix articolato di funzioni pubbliche e private. Una best practice che coniuga aree residenziali, uffici, aree a verde, un campo pratica per il golf appena inaugurato, servizi, aree shopping, parchi, giardini, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita in città, rendendola sempre di più a misura d’uomo».
Luigi Colombo | Amministratore delegato Colombo Costruzioni spa
«La nostra impresa, che dal 1905 occupa un ruolo di assoluto rilievo nel settore delle costruzioni a livello non solo nazionale, affiancando nelle loro realizzazioni architetti di fama internazionale, è onorata di ospitare presso il proprio cantiere di CityLife l’architetto Isozaki, progettista dell’omonima torre ormai in fase di completamento».
Klaus-Peter Roehler | Amministratore delegato Allianz Italia
«Abbiamo creduto nell’Italia, dove abbiamo investito in modo significativo. La torre Isozaki, espressione di eccellenza e innovazione, è la location ideale per la nostra nuova sede a Milano. In totale, per l’acquisizione della torre e per parte delle palazzine residenziali di CityLife, la nostra società assicurativa ha investito 367 milioni di euro. Un importante investimento in comunicazione e sull’immagine del nostro gruppo, che cresce, innova e crea valore».
Arch. Andrea Maffei | Co-progettista
«Abbiamo pensato ad un grattacielo senza fine, composto da moduli di sei piani caratterizzati dalla facciata bombata, che potrebbero continuare all’infinito. Nel progetto abbiamo diviso il core in due parti situate alle estremità, con ascensori panoramici e quattro contrafforti esterni che stabilizzano il grattacielo dalla pressione del vento. Si tratta di un omaggio che abbiamo voluto fare al futurismo milanese mostrando l’idea di un edificio-macchina coi suoi ingranaggi a vista e in continuo movimento».
