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Amianto, appello dei sindacati edili: Ue approvi le norme sul limite di espozione

In Italia ci sono ancora 24 milioni di tonnellate di amianto. In molti casi si tratta di amianto friabile presente in numerosi siti di tipo industriale e non, tanto pubblici quanto privati. La proposta presentata dalla maggior parte dei gruppi politici europei, che intende fissare il valore limite di esposizione per l'amianto a 1000 fibre/m3 (0,001 fibre/cm3), è sicuramente condivisibile - dicono i sindacati edili - perché permette di proteggere efficacemente dal cancro. Un eventuale compromesso al ribasso su questo tema costituirebbe un serio rischio per la salute di milioni di lavoratrici e lavoratori.
«Lunedì prossimo la Commissione Occupazione e affari sociali del Parlamento europeo (Empl) voterà la relazione legislativa sulla Protezione dei lavoratori dall’amianto. Si tratta di un’occasione imperdibile per dare un segnale forte su questo tema tragico e attuale: i parlamentari italiani sicuramente non se la lasceranno sfuggire, dimostrando di avere a cuore la salute dei lavoratori e di tutti i cittadini. 
Abbiamo inviato una lettera agli 11 parlamentari italiani che fanno parte della Commissione per ribadire che i compromessi concordati dai relatori costituiscono ottime proposte per una migliore protezione dal rischio-amianto.
La proposta presentata dalla maggior parte dei gruppi politici, che intende fissare il valore limite di esposizione per l’amianto a 1000 fibre/m3 (0,001 fibre/cm3), è sicuramente condivisibile, perché permette di proteggere efficacemente dal cancro. Un eventuale compromesso al ribasso su questo tema costituirebbe un serio rischio per la salute di milioni di lavoratrici e lavoratori.
Ogni anno in Italia ci sono oltre 3mila decessi a causa dell’amianto. Tra i lavoratori maggiormente esposti ci sono gli operai edili specializzati alla rimozione dell’amianto, i minatori, gli addetti alla pulizia o allo smaltimento dei rifiuti. Solo nel 2018 l’Inail ha riconosciuto in edilizia ben 292 tumori di origine professionale, di cui 116 mesoteliomi, e 238 altre patologie correlate all’amianto.
Inoltre, è in crescita la quota di soggetti con esposizione nell’edilizia che desta preoccupazioni anche per la possibilità di esposizioni attuali: dal 12,1% nel periodo 1993-1998, si è infatti passati al 16,8% nel periodo 2011-2015.
In Italia ci sono ancora 24 milioni di tonnellate di amianto. In molti casi si tratta di amianto friabile presente in numerosi siti di tipo industriale e non, tanto pubblici quanto privati. La legge che ha messo al bando l’amianto è del 1992: vuol dire che nei palazzi, nelle case, nei capannoni costruiti prima degli anni ’90, nelle tettoie, nelle canne fumarie, nell’aria condizionata, nelle tubazioni dell’acqua, è ancora presente la fibra killer. Ecco perché è fondamentale abbassare il limite di esposizioni oggi, vuol dire salvare la vita a tanti lavoratori e cittadini».
Le segreterie nazionali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil

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