Edilizia pubblica | Saluzzo, Cuneo

Ampliamento caserma dei Carabinieri: il nuovo fabbricato come una fortezza

La struttura edilizia è stata realizzata integralmente in cemento armato e rivestita in lamiera metallica tinteggiata di verde, una sorta di rivestimento in rame tendente al «mimetico». Il risultato è un edificio rassicurante per solidità, caratterizzato da una texture di facciata a corsi verticali di diversa larghezza per dinamicizzare il fronte e da fori porta-finestra, quasi feritoie, disallineate a caratterizzare geometrie più contemporanee.

Arch. Maurizio Bradaschia | Progettista e direttore lavori

Arch. Maurizio Bradaschia | Progettista e direttore lavori

«Il progetto è stato redatto a seguito dell’affidamento di una gara d’appalto basata su offerta economica e curriculum vitae: era quindi necessario avere realizzato opere affini. L’offerta, non essendo ancora pienamente subentrata la crisi di questi anni, era congrua basandosi su un ribasso del 30%. Ciò che è stato valutato positivamente era il curriculum professionale e l’esperienza acquisita con la progettazione delle caserme di Trieste, Feletto Umberto di Tavagnacco (Udine) e di Muggia, anche se in quest’ultimo caso tutto è rimasto sulla carta. Il tema per quanto concerne la Caserma di Saluzzo era nuovo: contrariamente ai precedenti progetti, non si trattava di realizzare un edificio ex novo, ma d’intervenire su un edificio esistente, ampliandolo, in un tessuto edilizio se non proprio storico, sicuramente consolidato, all’interno del centro abitato della città. Data la scarsa rilevanza delle preesistenze il progetto è stato concepito come un ‘assolo’, pur confrontandosi planimetricamente con l’impianto esistente e le geometrie del lotto. A lavoro concluso possiamo dire di aver trattato un piccolo oggetto contemporaneo nella storica Saluzzo».

Fabbricato a L

Nel 1967 la palazzina di via Torino di proprietà del geom. Camisassi, precedentemente sopraelevata, ampliata e attrezzata veniva ceduta al Comune al prezzo di 68 milioni di lire per ospitare la compagnia dei Carabinieri di Saluzzo. L’edificio, pluripiano, era caratterizzato da un paramento murario in laterizio e da una copertura a falde che definivano una fabbrica piuttosto banale e scadente dal punto di vista architettonico, riconducibile, tipologicamente, a un edificio residenziale. L’ampliamento della Caserma dei Carabinieri di Saluzzo è stato realizzato mediante la costruzione in adiacenza al fabbricato esistente di un nuovo fabbricato a «L» dell’altezza di due piani fuori terra.

I fronti del nuovo volume della caserma rivestiti in lamiera metallica tinteggiata di verde.

La nuova costruzione ospita la parte di caserma destinata ad abitazione

Al piano primo sono state realizzate cinque camere da due posti letto oltre alla realizzazione di un locale lavanderia – stenderia comune alle stanze. Nel piano sottostante oltre a un piccolo spogliatoio, è stata realizzata una sala mensa dotata di cucina e magazzino che all’occorrenza potrà essere utilizzata come sala riunioni. La nuova ala del fabbricato prospettante la via Don Bosco (la strada posteriore rispetto all’ingresso principale all’area militare) è stata realizzata in base all’allineamento dei fabbricati esistenti.

La nuova ala del fabbricato prospettante la via Don Bosco è stata realizzata in base all’allineamento dei fabbricati esistenti.


È stato mantenuto un accesso diretto su via Don Bosco, mediante la realizzazione di un passaggio al piano terreno. Al piano interrato è stato realizzato un archivio-magazzino a fianco dell’esistente autorimessa. Il cortile esterno è stato sistemato attraverso la realizzazione di nuova rampa di accesso ai locali adibiti a posteggio di motocicli e deposito.

Il cantiere dell’ampliamento

Tutta la struttura è stata realizzata integralmente in cemento armato (fondazioni, pilastri, solette piene) fatta eccezione per il tetto che è stato realizzato in legno e lamiera per permettere in un futuro, senza un grosso dispendio, di sopraelevare l’intera struttura ancora di un piano, rendendola alla stessa quota della struttura esistente.

Le lavorazioni in dettaglio

Scavo generale, di sbancamento e splateamento a sezione aperta, in terreni sciolti (e compatti) fino a 4 m di profondità, eseguito con mezzi meccanici, esclusa la roccia da mina ma compresi i trovanti rocciosi e i blocchi di muratura fino a 0,50 mc, misurato in sezione effettiva, compreso il carico sugli automezzi, trasporto e sistemazione entro l’area del cantiere anche in presenza di acqua fino a un battente massimo di 20 cm. Effettuate le demolizioni del fabbricato esistente, delle tettoie in ferro delle dimensioni di 6×12 m e lo smaltimento del materiale di risulta.

Dopo la demolizione del fabbricato esistente, lo scavo generale di sbancamento e splateamento a sezione aperta fino a 4 m; opere di fondazione ed elevazione.


La realizzazione della struttura in cemento armato è consistita in opere di fondazione, pilastri di elevazione e solette portanti piane o inclinate quale tetto, scale interne e realizzazione di un muro a cassa vuota formata da due tramezze longitudinali in blocchetti di laterizio alveolato termoacustico unite con gambette. Il rivestimento è stato realizzato con tavelle in laterizio alveolato da piano a piano dei pilastri e dei travi in cemento armato, degli stipiti, delle passate, degli squarci, dei fianchi, degli armadi. Il tutto legato con malta di calce e cemento per una superficie di almeno 1 mq e avente resistenza al fuoco classe f 180 – re 180, misurata in superficie su di un piano verticale parallelo alla facciata della muratura, vuoto per pieno, da pavimento a pavimento, con la sola deduzione dei vuoti aventi superficie superiore a 2 mq dello spessore di 30 cm, tramezze dello spessore di 13 cm in blocchetti di laterizio alveolato 13×22,5×30 collegate da gambette in blocchetti, poste a distanza non superiore a 90 cm.

Fondazioni dirette a travi rovesce. Presentano una superficie di contatto tra fondazione e terreno di sezione maggiorata. La forma è costituita da una soletta inferiore con funzione di ripartizione (magrone) e da una costola (nervatura) che garantisce l’inerzia necessaria. In presenza di terreno con un carico di sicurezza non molto elevato e a poca profondità rispetto al piano di campagna.

La muratura delle pareti tagliafuoco è costituita da blocchi forati di calcestruzzo leggero di argilla espansa certificati, predisposti per l’intonacatura con malta bastarda dello spessore non inferiore a 2 cm e con blocchi cm 20x20x50 Rei 180. Inoltre sono stati realizzati dei tramezzi in mattoni forati legati con malta cementizia dello spessore di 12 cm e per una superficie complessiva di almeno 1 mq.
Il sottofondo per pavimenti, di spessore fino a 15 cm, formato con calcestruzzo cementizio ha resistenza caratteristica di 150kg/cmqi, per ogni cm di spessore e per superfici di almeno 0,20 mq.

Posa del rivestimento esterno e isolamento.


La posa in opera del pavimento e del rivestimento è stato eseguito in piastrelle di gres ceramico fine porcellanato, anche con fascia lungo il perimetro e disposto a disegni. La posa è stata eseguita mediante l’uso di uno speciale adesivo in polvere a base cementizia per piastrelle ceramiche, applicato con spatola dentata per uno spessore di 2-5 mm, addizionato con malta a base di resine sintetiche e idrofobanti per la formazione e sigillatura delle fughe (0-5 mm).
Effettuate opere accessorie per la formazione dei giunti di dilatazione ed escluso il sottofondo e il rinzaffo per una superficie di 0,2 mq. Sono stati messi in opera serramenti metallici per finestre, porte balcone e invetriate, in profilati normali.

Il rivestimento esterno ha riguardato una lamiera metallica tinteggiata secondo la texture di progetto e le indicazioni impartite dalla direzione lavori. Sono state effettuate lievi modifiche interne al corpo di fabbrica esistente consistenti nella demolizione di murature e di una scala interna, nella realizzazione di porzione di solaio e di nuove murature interne per diversa disposizione vani.

Finiture interne. La posa del pavimento in gres porcellanato.

Rete idrica antincendio

È la rete che consente la distribuzione dell’acqua agli elementi terminali dell’impianto antincendio. Il punto di alimentazione (vasca, serbatoio, corsi d’acqua) è all’origine della rete mentre le opere di presa (elementi di connessione di idranti e cannoni idrici) ne sono i punti terminali.
Le alimentazioni idriche devono essere affidabili e in grado di assicurare con sufficiente sicurezza le prestazioni richieste dagli impianti. Sono protette dai danneggiamenti e dal gelo e l’acqua che circola nella rete è priva di sostanze sospese o corrosive. La rete è composta da valvole d’intercettazione, manometro, misuratore di portata, pompa di circolazione oltre a tutti i dispositivi e gli accessori previsti nel progetto.

Chi ha fatto Cosa

Committente: amministrazione comunale di Saluzzo
Responsabile unico del procedimento: geom. Adriano Gallina
Progettisti: arch. Maurizio Bradaschia (progetto architettonico capogruppo); ing. Fausto Benussi (strutture); ing. Antonio Masoli, società d’ingegneria Masoli Messi srl (impianti)
Collaboratori: ing. Diego Torbianelli; ing. Federica La Rocca

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