Francia | Interventi sull’esistente

Ampliamento di una base elicotteristica con cantiere rigorosamente organizzato

La superficie realizzata in aggiunta è di 2200 mq, mentre quella già esistente e oggetto di ristrutturazione è di 3500 mq, per un importo complessivo dei lavori che supera i 5,5 milioni di euro.

L’incarico per la ristrutturazione e l’ampliamento di una base elicotteristica per la sicurezza civile presso Nimes Garons, assegnato dal ministero dell’Interno francese, ha visto Nbj Architectes affrontare due vincoli principali. Il primo, che era rappresentato dalla necessità di portare a compimento i lavori senza interrompere l’attività di manutenzione degli elicotteri, ha richiesto un estremo rigore nell’organizzazione della logistica del cantiere e nella programmazione delle sue varie fasi.
In secondo luogo, al programma di intervento era richiesto anche di confrontarsi con esigenze ambientali e legate all’efficienza energetica, nel rispetto dei protocolli Bbc (Batiment basse consommation) e Tphe (Very high energy performance). Un’ulteriore problematica era rappresentata dalle innumerevoli installazioni sotterranee già presenti all’interno dell’insediamento, che dovevano essere unificate dalla parte di nuova costruzione, in modo da formare un insieme più compatto e coerente.
La superficie realizzata in aggiunta è di 2200 mq, mentre quella già esistente e oggetto di ristrutturazione è di 3500 mq, per un importo complessivo dei lavori che supera i 5,5 milioni di euro.

(foto Paul Kozlowski)
(foto Paul Kozlowski)

La soluzione sviluppata da Nbj, che sono stati affiancati da Arcoba per la progettazione strutturale, si propone di combinare questi requisiti, organizzando l’intervento secondo due punti cardine. Il primo è volto a ottenere l’organizzazione più logica del sito, con l’ampliamento dell’hangar a partire dal volume preesistente, che, qualora necessaria, lascia la possibilità futura di un’ulteriore aggiunta sul lato est dell’edificio. La continuità a livello volumetrico permette anche una maggiore flessibilità degli spazi interni e un’eventuale trasformazione dell’area per l’addestramento. L’illuminazione è studiata secondo i requisiti indicati, quindi proveniente dall’alto e con orientamento a nord, in modo da conciliare il comfort visivo con la gestione termica dell’edificio.

Il secondo principio cui è improntato il programma corrisponde invece al tentativo di dimostrare che le soluzioni architettoniche sono state dettate dagli obiettivi a livello ambientale, prima ancora che da scelte tecnologiche o costruttive. A livello pratico, questo si è tradotto in uno studio accurato dell’involucro edilizio. Le aperture per la ventilazione naturale e le superfici vetrate del complesso rinnovato sono state concepite in funzione degli apporti solari e allo scopo di prevenire il surriscaldamento degli ambienti occupati dal personale. Anche la ricerca dello spessore più adatto per la «pelle» del rivestimento esterno ha consentito di raggiungere obiettivi importanti in termini energetici.

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