Edilizia Museale | Museo Bailo a Treviso

Ampliamento, restauro, consolidamento, nuova facciata e nuova galleria

Ove possibile si è operato il restauro conservativo degli elementi di finitura e delle strutture originarie superstiti alle distruzioni belliche. Rimosse le murature interne non portanti a recuperare la spazialità originaria caratterizzata dai lunghi assi prospettici delle gallerie di distribuzione delle celle monastiche. La facciata e le lastre, la cui coesione è assicurata da un getto di calcestruzzo, sono in graniglia di marmo di Carrara legata da un particolare cemento bianco fotocatalitico. Il secondo nuovo elemento introdotto dal progetto, legato alla facciata, è la galleria: un corpo autonomo, inserito all’interno di uno stretto e oscuro cavedio preesistente.

Il Museo Bailo, destinato a ospitare la collezione di arte moderna della città di Treviso, si trova entro la sua cerchia muraria cinquecentesca, lungo il rettifilo alberato di Borgo Cavour, che conduce alla Porta cittadina di Santi Quaranta.

Facciata dalla piazza su Borgo Cavour prima dei lavori.
Facciata dalla piazza su Borgo Cavour prima dei lavori.

L’edificio è arretrato rispetto al filo stradale, è fronteggiato dalla chiesa di Sant’Agnese e fiancheggiato dalla mole della Biblioteca Comunale. Occupa la sede di un convento il cui primo nucleo risale all’inizio del XIV secolo; ricostruito alla fine del XVI secolo, raddoppiato con un secondo chiostro nel 1856, demolita la chiesa annessa per costruire la biblioteca nel 1871, apre finalmente come museo nel 1889. Nel 1944 un pesante bombardamento ne distrugge la facciata e parte del chiostro Sud; ricostruiti nel 1952, la facciata perde tutti gli apparati decorativi. Nel 2000 il museo chiude, le collezioni sono trasferite in altra sede; nel 2010 il Comune ottiene un finanziamento europeo che gli consente di mettere in gara la progettazione del restauro e dell’allestimento e di avviare i lavori. Il museo è stato inaugurato il 29 ottobre 2015.

I lavori hanno interessato una superficie totale di mq 1580, superficie espositiva mq 1100, importo lavori 3.987.000 importo allestimento 612.000
I lavori hanno interessato una superficie totale di mq 1580, superficie espositiva di mq 1100, importo dei lavori  3.987.000, importo allestimento 612.000.

Il progetto. Al progetto si chiedeva la riorganizzazione distributiva e funzionale di tutto il complesso, il consolidamento delle strutture, la messa a punto di una dotazione impiantistica adeguata, il restauro conservativo degli elementi originali rimasti e l’allestimento della collezione. Uno dei temi fondamentali era la facciata: quella esistente, del tutto priva di carattere, non era in grado di rappresentare sulla scena urbana l’istituzione rinnovata.

Vista del braccio Est del chiostro.
Vista del braccio Est del chiostro.

La nuova facciata si eleva sul podio costituito dalla piccola piazza, anch’essa ridisegnata. La parete della facciata preesistente, finita a marmorino bianco analogo a quello della chiesa antistante, costituisce il fondale per la nuova struttura: una controparete profonda 70 cm, formata da otto grandi lastre prefabbricate di pietra artificiale, trattate con una texture puntinata che accentua i chiaroscuri dovuti all’esposizione a Sud, e disposte in modo da disegnare una croce, figura che allude alla disposizione dei corpi di fabbrica retrostanti. Le lastre di facciata, la cui coesione è assicurata da un getto di calcestruzzo, sono in graniglia di marmo di Carrara legata da un particolare cemento bianco fotocatalitico; dello stesso materiale, posato dopo un trattamento di acidatura antisdrucciolo, sono i gradini e il lastricato della piazza; le lastre che costituiscono il portale sono invece levigate.

La facciata ottocentesca restaurata verso il giardino.
La facciata ottocentesca restaurata verso il giardino.

Il secondo nuovo elemento introdotto dal progetto, legato alla facciata, è la galleria; si tratta di un corpo autonomo, inserito all’interno di uno stretto e oscuro cavedio preesistente, lungo circa 28 m, largo 2,5 m, alto 12 m, in calcestruzzo bianco lisciato, gettato in opera, poggiato a terra su quattro pilastri e aperto alla luce verso il cielo. La galleria è il nuovo atrio del museo, e consente una facile distribuzione di tutte le sue aree funzionali. Il percorso espositivo, strutturato ad anello a partire dal primo piano, si apre e si conclude nella galleria.

Vista del chiostro di Adamo ed Eva
Vista del chiostro di Adamo ed Eva.

Cantiere e costruzione. Il cantiere, pur essendo l’importo dei lavori limitato, risultava di particolare complessità sia per le condizioni logistiche di dover operare in pieno centro cittadino, entro spazi interclusi, con aree di deposito e di movimentazione estremamente ridotte, sia per la varietà e la particolarità delle lavorazioni da effettuare: dallo scavo archeologico profondo, anche a ridosso di edifici esistenti, al consolidamento strutturale nei suoi molteplici aspetti, al restauro conservativo dei paramenti murari, alla realizzazione di nuove strutture di ampliamento in aderenza a quelle esistenti, alla realizzazione della nuova facciata con tecnologie innovative, alla sofisticata integrazione impiantistica richiesta da un moderno edificio museale, senza contare gli inevitabili imprevisti che caratterizzano un restauro.

Demolizione della facciata.
Demolizione della facciata.

Scavi e demolizioni. Le operazioni di scavo sono consistite nello scortico fino a -20 cm nelle aree scoperte Nord e nel chiostro, nello scavo entro spazi interclusi fino a -50 cm nello scoperto Ovest per la realizzazione delle fondazioni della nuova galleria e all’interno degli ambienti al piano terra per la realizzazione del vespaio e per il passaggio delle dorsali impiantistiche, nello scavo di sbancamento profondo fino a -380 cm, per la realizzazione della nuova centrale termica interrata nel giardino su via Caccianiga. Quest’ultimo scavo, a ridosso di edifici su due lati e interessato dall’imponente apparato radicale di un cedro di 25 m, ha richiesto soluzioni provvisionali di particolare complessità; è stata infatti realizzata una palificata alla berlinese, con puntellazione trasversale dei fronti di scavo. Una volta effettuato il getto in calcestruzzo delle murature è stato riempita la trincea di scavo con ghiaione e rimossa la palificata.

Consolidamento dei varchi esistenti e fondazioni delle gallerie.
Consolidamento dei varchi esistenti e fondazioni delle gallerie.

Le demolizioni hanno interessato finiture non di pregio deteriorate e non più recuperabili, parti della struttura da eliminare in funzione dei nuovi ampliamenti, divisori e tramezzature che nel corso del tempo avevano alterato l’originaria configurazione del fabbricato. In particolare si è proceduto alla demolizione dei pavimenti in piastrelle datati primi anni ’50 che interessavano tutto il piano terra, dei controsoffitti in gesso su arelle sempre degli anni ‘50, presenti al primo livello, di un solaio in lamiera grecata collaborante con cappa in c.a. realizzato negli anni ’80 sopra alle antiche volte, che limitava l’accessibilità del piano primo, di parte della copertura del corpo sud del chiostro per consentire la costruzione della nuova galleria, della copertura e delle murature di testata del corpo Ovest per consentire la realizzazione del nuovo vano ascensori, di murature portanti al fine di ripristinare un’arcata tamponata del chiostro, la «finestra del museo» su Borgo Cavour.

Consolidamento delle volte con fibre aramidiche.
Consolidamento delle volte con fibre aramidiche.
Consolidamento delle volte con cappa in betoncino a base di calce armato con rete.
Consolidamento delle volte con cappa in betoncino a base di calce armato con rete.

Interventi puntuali di consolidamento strutturale e di miglioramento sismico. Il fabbricato presentava svariate carenze dal punto di vista delle strutture; in particolare sono stati messi in atto:

  • il consolidamento delle volte del porticato del chiostro tramite connettori a fibre aperte fissati con resina epossidica, stesura di fasce di fibra di carbonio e applicazione a rullo di resina, inghisaggio di barre in acciaio, applicazione a spruzzo di uno strato di betoncino strutturale a base calce;
  • interventi localizzati di cuci scuci per consolidamenti di tratti di muratura lesionata;
  • raddoppio di murature a una testa tramite interventi tipo cuci scuci con ammorsamenti a coda di rondine;
  • ripristino dell’arcata del portico del chiostro situata nel braccio Sud con recupero degli elementi strutturali (colonna) e decorativi (base e capitelli) originari;
  • cucitura armata tramite barre in acciaio inossidabile e iniezioni di betoncino strutturale in resina delle murature realizzate nella ricostruzione postbellica e trovate non coese;
  • carpenteria metallica leggera di consolidamento e irrigidimento delle coperture, con realizzazione di cordoli metallici e di piani rigidi di collegamento dei setti murari.
Strutture in c.a. della centrale termica interrata.
Strutture in c.a. della centrale termica interrata.

Interventi di restauro conservativo. Gli interventi di restauro conservativo hanno interessato tutti gli elementi decorativi e strutturali originali dell’edificio. In particolare si distinguono i seguenti ambiti di intervento:

  • chiostro: rimozione di patine e pulizia di tutti gli elementi lapidei presenti in buono stato di conservazione (in particolare i capitelli delle colonne, i peducci a muro in pietra di Lessinia bianca, i bancali delle finestre in pietra di Vicenza); per quanto riguarda i bancali del muretto di appoggio delle colonne, sono stati ripuliti tramite microsabbiatura quelli originari in pietra di Prun. Gli altri, in pietra di Verona rosa e di pezzatura ridotta rispetto agli originari, sostituiti con la ricostruzione degli anni ’50, interessati da chiari fenomeni di degrado irreversibile, sono stati sostituiti con bancali dello stesso materiale e finitura di quelli originari;
  • scala principale: si è conservata la scala tardo cinquecentesca esistente, con un intervento di ricomposizione tale da consentire al percorso distributivo di mantenersi entro ambienti climatizzati;
  • facciata su via Caccianiga: della facciata in stile neogotico-romanico di Antonio Carlini e Luigi Bailo, realizzata nel 1909, è stato attuato un restauro conservativo, previa rimozione delle patine vegetali e chimiche che ne hanno fortemente degradato i materiali. Sono state consolidate le decorazioni pittoriche, mentre in corso d’opera si è ritrovato e conservato un frammento dell’originario cinquecentesco rivestimento a cocciopesto.
Carpenteria metallica per supporto vano tecnico sottotetto
Carpenteria metallica per supporto vano tecnico sottotetto.

La galleria. La nuova galleria d’ingresso occupa la posizione del cavedio esistente tra il corpo di fabbrica principale e il corpo Ovest, largo 3.80 m e lungo 30 m. È stato realizzato un complesso banchinaggio multipiano con puntelli ad alta portata e torri di appoggio. È costituita da un corpo di fabbrica in calcestruzzo autocompattante armato, con inerti bianchi e legante bianco, di spessore cm 25, lunghezza m 28.25, altezza m 12, larghezza m 2.50, poggiato su quattro pilastri di cm 110×25; è collegata strutturalmente alle nuove facciate Nord e Sud tramite connettori pultrusi, onde evitare ponti termici, e poggia su due platee di fondazione poste alla profondità di -0.90 m rispetto al pavimento finito; una serie di travetti in conglomerato bianco costituisce il collegamento trasversale tra le sue due pareti lunghe.

Puntelli ad alta portata per le casserature della galleria.
Puntelli ad alta portata per le casserature della galleria.

Tutte le superfici interne sono in calcestruzzo bianco a vista, con finitura liscia risultante dall’applicazione di appositi pannelli in multistrato realizzati su disegno, e applicati su casseri metallici; grazie a una particolare disposizione delle casseforme non sono visibili i giunti di ripresa di getto.
La copertura della galleria è costituita da un lucernario piano con profili in alluminio e vetri stratificati antigrandine selettivi, i cui traversi sono posti in corrispondenza dei travetti di collegamento sommitale delle pareti.
Il corpo della galleria è giuntato con le murature in laterizio del fabbricato esistente tramite appositi dissipatori viscosi, che assorbono il carico, fino al collasso, di eventuali sollecitazioni sismiche orizzontali.

Impalcato a quota +6 per il montaggio delle casseforme della galleria.
Impalcato a quota +6 per il montaggio delle casseforme della galleria.

La nuova facciata. Si sovrappone a quella esistente, in muratura piena, di cui sono stati tamponati tutti i fori; ha spessore cm 70, altezza m 12, larghezza m 13 e rappresenta con la sua geometria e proporzione le sequenze spaziali del corpo di fabbrica antico retrostante. È costituita da un corpo strutturale di spessore cm 35 in cemento armato gettato in opera entro casseri di finitura in pietra artificiale bianca di spessore cm 10. Per ridurre la spinta sulla facciata esistente i getti sono stati realizzati in sequenze di altezza massima di 1 m, ed è stata costruita un’adeguata struttura di puntellazione regolabile con moduli in profilati in acciaio.

Getti della galleria completati, vista dall’interno, piano primo.
Getti della galleria completati, vista dall’interno, piano primo.

I casseri rappresentano la finitura definitiva della facciata; sono stati armati a piè d’opera, sollevati tramite autogrù e adeguatamente protetti durante la fase di cantiere; si tratta di lastre prefabbricate tridimensionali, di dimensione massima m 8×2,70, di peso 67 kN, caratterizzate da una finitura puntinata con semisfere a incasso nel getto e realizzate con uno speciale cemento bianco fotocatalitico resistente agli agenti atmosferici e con inerti di marmo di Carrara; la finitura è satinata oppure levigata in alcuni punti particolari. Le lastre sono armate con specifici tralicci collaboranti col getto retrostante. La nuova facciata è separata da quella esistente tramite un giunto strutturale di spessore cm 18; è invece collegata alla struttura della galleria tramite barre pultruse inserite entro un cuscino in vetro cellulare, tale da evitare ponti termici.

Movimentazione e montaggio delle lastre in pietra artificiale della nuova facciata.
Movimentazione e montaggio delle lastre in pietra artificiale della nuova facciata.

20 museo bailoOpere di finitura. Le finiture delle superfici rinnovate sono state concordate con la locale Soprintendenza, che ha seguito assiduamente e in modo estremamente costruttivo e collaborativo i lavori. Si sono scelti toni neutri tali da non interferire con le opere d’arte esposte e materiali compatibili con le caratteristiche delle strutture esistenti. Ove possibile sono state mantenute le finiture originali, anche se erano state in gran parte cancellate nel corso della ricostruzione postbellica. La gamma dei materiali e delle finiture è stata ridotta al minimo, cercando di rendere evidente l’unitarietà dell’intervento.
Gli intonaci interni e la finitura a stucco liscio delle pareti sono a base di calce aerea ad alto titolo di idrato di calcio, specifiche pozzolane naturali, sabbie carbonatiche micronizzate, micro-fibre rinforzanti e additivi specifici migliorativi della funzione reologica, a finitura satinata; si è optato per una stesura dello strato finale che mantenesse visibile la traccia della lavorazione, che con l’assorbimento differenziato della calce dà vita a superfici materiche che ben si accordano con le tecniche scultoree di Arturo Martini; non sono state utilizzate le fasce guida, per evitare di regolarizzare troppo i fuori piombo delle murature. Le finiture delle superfici esterne sono in marmorino bianco composto di calce pozzolanica, sabbie silicee e polveri di marmo; si è presa come riferimento la finitura della prospiciente facciata della chiesa di Sant’Agnese, per rimarcare con più evidenza la relazione urbana tra i due edifici.

La nuova galleria vista dall’ingresso e dal primo piano
La nuova galleria vista dall’ingresso e dal primo piano.

I nuovi pavimenti interni sono tutti in terrazzo con legante a base di cemento bianco e inerti in graniglia di marmo di Carrara. Il calibro della graniglia è ridotto a 5-8 mm, in modo tale da ottenere una superficie omogenea e continua; il grado di levigatura è satinato.
I serramenti in legno originari, molto deteriorati, sono stati sostituiti con profili sottili in acciaio a taglio termico, con finitura ossidata e cerata (cor-ten) nelle parti esistenti, in acciaio inossidabile satinato nelle parti nuove. Sono state messe a punto appositamente delle particolari aperture con cerniere a bilico per le apertura ad arco di grandi dimensioni.

Vista di una delle sale del piano primo.
Vista di una delle sale del piano primo.

La piazza. La piazza d’ingresso al museo è stata completamente rinnovata; la sua quota di calpestio è stata elevata rispetto alla quota stradale tramite alcuni gradini, ed è stata realizzato un ampio percorso accessibile in pendenza. I blocchi che costituiscono i gradini e le lastre di pavimentazione, di dimensione m 2,70×2,70, spessore cm 8, peso circa 10 kN, sono realizzati in pietra artificiale prefabbricata, con cemento bianco fotocatalitico, inerti in graniglia di marmo di Carrara e finitura acidata antisdrucciolo, e sono state allettate su cemento magro con giunti saturati in graniglia di marmo. La restante parte del lastricato è realizzata con il tradizionale acciottolato in sassi di fiume tondi selezionati, allettati su sabbia di piatto.

Posa del lastricato in pietra artificiale della piazza.
Posa del lastricato in pietra artificiale della piazza.

Impianti. La nuova centrale tecnica, coperta da un tetto verde, è stata interrata nel giardino di via Caccianiga; essa ospita anche gli impianti di riscaldamento della adiacente biblioteca ed è predisposta per il II stralcio di lavori. Considerata la presenza di un canale interrato ad alta portata lungo il confine del lotto e l’abbondanza di acqua di falda, come tecnica d’ingegneria naturalistica e risparmio energetico per la produzione dei fluidi primari si utilizza una pompa di calore elettrica, per riscaldamento e condizionamento, servita da uno scambio geotermico aperto con acqua di pozzo pescata ad una profondità di circa 45 m mediante pompa ad immersione. La distribuzione è a tutta aria al piano primo e mista al piano terra.
Per quanto riguarda l’illuminazione si sono scelti corpi illuminanti orientabili a basso consumo, in massima parte a Led, dimmerabili, con temperatura della luce adatta alle varie tipologie di opere.

arch. Marco Rapposelli e Piero Puggina (Studiomas)
arch. Marco Rapposelli e Piero Puggina (Studiomas)

Chi ha fatto Cosa
Progetto: arch. Marco Rapposelli e Piero Puggina (Studiomas), Heinz Tesar
Collaboratori: Elena Gomiero, Enrico Polato, Mattia Arcaro, Andrea Zuin
Progetto impianti: Studio Cassutti sas
Progetto strutture: Studio d’ingegneria Rs srl
Coordinamento sicurezza: ing. Luca Luchetta
Rilievi: ing. Fabio Martignago
Direzione lavori: arch. Marco Rapposelli
Responsabile unico del procedimento: ing. Roberta Spigariol, comune di Treviso con arch. Gianluca Sampieri
Commissione di collaudo: ing. Luca Mozzini e ing. Paolo Castellani
Impresa esecutrice: Due P Costruzioni srl, Modena
Direttore tecnico: geom. Massimiliano Fiore
Direttore tecnico di cantiere: geom. Nicola Loro
Impresa allestimenti e arredi: Harmoge srl, Ponzano, Treviso
Direttore tecnico: Leonardo Maso
Direttore tecnico di cantiere: Claudio Gatto
Fotografie: Marco Zanta (foto del finito) – Nicola Loro e Studiomas (foto di cantiere)
Chi ha fornito Cosa
Serramenti esterni: Secco Sistemi spa, Preganziol, Treviso
Apparecchi illuminanti: iGuzzini illuminazione spa, Recanati
Lastre prefabbricate di facciata: Styl-comp spa, Zanica, Bergamo
Intonaci e finiture murarie: Calchera San Giorgio srl, Grigno, Trento
Pavimenti in terrazzo: Nexus pavimenti srl, Asolo, Treviso
Serramenti interni: Cocif srl, Longiano, Forlì
Pompe di calore: Venco Systems spa, San Zenone degli Ezzelini, Treviso
Ventilazione meccanica controllata: Ltg Aktiengesellschaft, Stuttgart

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