Edilizia | Pubblica amministrazione

Smart working per la pa? Un freno per l’edilizia

Lavoro agevolato intensivo per la Pubblica amministrazione. Allarme sui contraccolpi al settore delle costruzioni. Il presidente di Ance Brescia Deldossi: "si favorisca il principio del silenzio-assenso per tutte le procedure autorizzative, con controlli in cantiere ex post".

Il timore di una seconda ondata epidemiologica da Covid-19 sta spingendo molte attività a ripristinare soluzioni per il lavoro agile. L’associazione costruttori edili di Brescia e provincia evidenzia il freno, potenzialmente pericoloso, che una nuova eventuale chiusura degli uffici pubblici comporterebbe per il settore edile.

Ing. Massimo Angelo Deldossi | Presidente Ance Brescia.

“Uno smart working intensivo per la pubblica amministrazione è al momento insostenibile” dichiara il presidente di Ance Brescia, l’ing. Massimo Angelo Deldossi. “Non tutti gli sportelli pubblici di servizio ai cittadini e alle imprese – precisa – sono adeguatamente digitalizzati e preparati per lavorare a distanza. Il settore delle costruzioni già in difficoltà per le tortuosità burocratiche, i tempi d’attesa infiniti e le pratiche inevase, non può essere ulteriormente penalizzato da altri rallentamenti che rischiano di bloccare lavori pubblici e privati in tutto il territorio bresciano e nazionale”.

Il no deciso alla chiusura degli uffici della Pubblica amministrazione è rafforzato dal fatto che, in un momento economico così delicato, in cui il comparto edile sta contribuendo alla ripresa economica e sociale con gli interventi agevolati al 110% e tenendo aperti i cantieri nonostante la maggiorazione dei costi, ulteriori attese e procedure potrebbero compromettere il rapido rilancio di un comparto economico che da solo vale oltre il 20% del Pil nazionale. “Un’alternativa sicura alla chiusura degli sportelli pubblici, senza gravare sulle spalle delle imprese, ci sarebbe” chiarisce il leader di Ance Brescia. “La nostra associazione suggerisce di riorganizzare i servizi, anche attraverso l’efficace rimodulazione di tempi e spazi di lavoro degli uffici amministrativi, eventualmente prevedendo la programmazione delle richieste su appuntamento per evitare assembramenti. A questa soluzione si dovrebbe aggiungere l’estensione del principio del silenzio-assenso a tutte le procedure autorizzative con controlli a posteriori delle attività cantieristiche”. Dopo sei mesi dal primo duro e difficile periodo di lockdown, chiudere gli sportelli pubblici – così come disporre di servizi pubblici aperti ma non in grado di rispondere con tempestività alle necessità delle imprese – sarebbe un grave errore e un pesante freno al lavoro e all’economia che, al contrario, hanno bisogno di una forte spinta e di un’amministrazione più chiara ed efficiente.

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