Su questo sito il 3 febbraio abbiamo pubblicato le preoccupazioni dell’Ance in tema di split payment: Buzzetti allora aveva annunciato iniziative di protesta che hanno avuto origine ora con la protesta guidata dall’Associazione nazionale costruttori edili contro la norma varata dalla Legge di stabilitĂ che obbliga la pa a non pagare piĂą l’Iva alle imprese, ma direttamente all’erario. Attraverso una petizione on line denominata «no allo split payment», sul sito dell’Ance >>, verranno raccolte tutte le firme delle aziende che lavorano con la pubblica amministrazione e che, con lo split payment, si vedranno togliere una liquiditĂ fondamentale per la propria sopravvivenza.
Paolo Buzzetti | Presidente Ance
«Dalle parole siamo passati ai fatti perché non possiamo accettare che per colpire un’azienda che evade vengano punite tutte quelle imprese oneste che al posto dei soldi dovuti si troveranno in cassa solo crediti Iva. Ancora una volta viviamo il paradosso di uno Stato che applica una presunzione di colpevolezza nei confronti di tutte le imprese, quando è il primo a non rispettare le regole. Già l’Unione europea, infatti, tiene l’Italia sotto osservazione per i ritardi nei rimborsi dei crediti Iva, che superano i due anni, e dei pagamenti della pa, che vanno oltre i sei mesi di ritardo. Una misura, questa, che aggrava la vessazione fiscale, che ha raggiunto livelli tali da pregiudicare la sopravvivenza stessa delle imprese».
Anche i giovani Confapi… Il presidente nazionale dei giovani di Confapi, Angelo Bruscino, in una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha mostrato la preoccupazione in riferimento alla norma sull’introduzione dello split payment, che danneggerĂ fortemente le imprese sul piano della gestione finanziaria. La norma (art. 1, comma 629, lettera b, legge n. 190/2014) prevede che le pubbliche amministrazioni acquirenti di beni e servizi, ancorchĂ© non rivestano la qualitĂ di soggetto passivo dell’Iva, debbano versare direttamente all’erario l’Iva che è stata addebitata loro dai fornitori.
La lettera al Presidente Mattarella.
«Caro Presidente, le Sue parole «sarò un arbitro imparziale, ma i giocatori mi aiutino», riferite agli attori della politica, hanno colpito tutti noi e vorremmo che fossero applicabili anche al rapporto tra una pubblica amministrazione spesso giocatore scorretto e in continuo ritardo nei pagamenti alle imprese e il mondo delle imprese oneste e del lavoro.
Gentile Presidente, ci risiamo: nuova norma, vecchia abitudine, nonostante le migliaia di dichiarazioni fatte a destra e a manca che inneggiano il made in Italy e la ferma volontà di aiutare le imprese, alla fine si ricasca nel vecchio vizio e si torna a mortificarle, questa volta con lo split payment. In buona sostanza, l’impresa fornitrice di beni e servizi alla pa si troverà ad emettere una fattura la cui Iva verrà versata dall’ente direttamente all’erario. Risultato? L’impresa non riuscirà a compensare l’Iva generando quindi una minore disponibilità di cassa, che in un periodo di credit crunch come quello attuale si tradurrà , unitamente ai ritardi dei pagamenti dello Stato, in un nuovo tsunami sul mondo delle imprese che travolgerà chi è sopravvissuto alla crisi con grandi difficoltà .
Con questo vogliamo ribadire che la lotta all’evasione resta fondamentale, ma forse basterebbe a volte che lo Stato rispettasse le sue stesse leggi, come ad esempio il rispetto dei contratti e dei tempi di pagamento, per risollevare le sorti di migliaia di imprese e trovare le casse dell’erario meno vuote. Se le pmi continuano ad essere munte, alla fine non resterà più nulla da recuperare se non il rimpianto per aver agito male.
Gentile Presidente, ci aspettiamo un Suo intervento che riesca ad assicurare allo Stato e alle imprese il medesimo risultato: lotta all’evasione e semplificazione e velocità per le pmi. Imprese che sono la spina dorsale di questo Paese e che sono già state troppo bersagliate da norme inique e da interpretazioni arbitrarie. In gioco è la competitività del nostro tessuto economico».