Industria delle costruzioni | Dati Istat

Ance: per l’edilizia mille giorni sono troppi. Si spera nella legge di stabilità

I dati Istat sulle costruzioni confermano un ulteriore calo. Lo Sblocca Italia è ormai ritenuto un’occasione persa, resta il fatto che la lenta agonia del settore va fermata subito altrimenti c’è il rischio che nel paese si affossi completamente il comparto edile. Per costruttori e sindacati ora bisogna far leva sulla legge di stabilità.

I dati sulle costruzioni presentati dall’Istat ancora una volta segnalano un calo della produzione del 10%.
E si tratta di un ulteriore calo, a luglio, sia rispetto al mese precedente (-2,4%) sia rispetto a luglio dello scorso anno (perdita secca del 10,2%)

Paolo Buzzetti, presidente AncePaolo Buzzetti | Presidente Ance
«Non possiamo più attendere i mille giorni sui quali è modulata l’agenda di Governo per far ripartire le costruzioni e quindi il mercato interno
Grande preoccupazione è stata espressa, infatti, da tutti gli imprenditori intervenuti al Comitato di presidenza dell’Ance riunitosi oggi, per la mancata occasione offerta dal dl Sblocca Italia per far ripartire il settore.
Le risorse sono poche e anche alcune norme importanti di semplificazione e di agevolazione fiscale sono state fortemente ridimensionate. Le intenzioni sono buone e diamo atto al Governo di aver posto un forte accento su molte proposte che avanzavamo da tempo in materia di scuole e dissesto idrogeologico.
Ma i buoni propositi non bastano più ci vogliono risorse realmente spendibili in tempi brevi e regole chiare a tutela del mercato e della legalità».

Domenico Pesenti | Filca Cisl
Domenico Pesenti | Filca Cisl

Domenico Pesenti | Segretario generale Filca-Cisl nazionale
«Gli unici dati positivi riscontrati nei mesi scorsi si sono rivelati un fuoco di paglia, cosa facilmente prevedibile vista la mancanza di interventi strutturali, drastici. L’edilizia è un settore che sta letteralmente scomparendo, con oltre 750mila addetti persi dall’inizio della crisi.
Lo stesso Sblocca-Italia, che a detta del governo permetterà il rilancio del settore, è in realtà un provvedimento che non apporterà benefici, vista anche l’esigua disponibilità delle risorse immediatamente spendibili, meno del 10% dei 3,9 miliardi previsti. La tragedia di Fermo di qualche giorno fa dove un imprenditore edile ha ucciso due ex operai che gli chiedevano il pagamento di arretrati, è la dimostrazione dello stato di vera disperazione in cui versano gli addetti al lavoro.
Il Governo ha il dovere di intervenire e di farlo con provvedimenti certi e risolutivi, stanziando risorse immediatamente spendibili. In caso contrario si assumerà la responsabilità di affossare definitivamente un settore trainante dell’economia nazionale, visto che vale l’11% del Pil
».

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