Punti di Vista | Ruggero Riva, presidente Ascomac Confcommercio

Mercato macchine movimento terra 2017: la ripresa è innegabile e consistente ma…

Nel suo Punto di Vista il presidente Ascomac evidenzia come sia doveroso e necessario il pressante invito all’Autorità affinché il sistema costruzioni/infrastrutture sia posto al centro delle politiche per la crescita ed evidenzia la necessità di adottare misure che permettano la realizzazione di opere pubbliche necessarie alla competitività del sistema industriale.
Ruggero Riva | Presidente Ascomac Confcommercio.

Analizzando i recenti dati di mercato 2017 AscomacCresme, relativi alle vendite in Italia a clienti utilizzatori e alle immissioni nelle flotte noleggio delle macchine per costruzioni (macchine movimento terra tradizionale, terne, mini, rulli, vibrofinitrici, dumper articolati ed escludendo i sollevatori telescopici per incomplete rilevazioni), scrivere titoli o commenti del tipo … «Macchine movimento terra, la crisi è ormai alle spalle» è lecito se analizziamo le percentuali di incremento recente di questo mercato: + 15 % sul 2016, +44% sul 2015.

Allora tutto bene? Nì, la ripresa è innegabile e consistente ma… se applichiamo il vecchio adagio «si campa con i valori assoluti, non con le percentuali» e analizziamo i volumi espressi in numero di unità vendute o immesse nelle flotte noleggio del nostro mercato, negli anni 2005, 2006 e 2007, rileviamo una media del triennio di 27mila macchine delle tipologie sopra indicate, con un picco ‘storico’, nel 2007, di 29mila macchine.

Possiamo quindi misurare le dimensioni della crisi epocale che abbiamo vissuto, con un crollo verticale del mercato che ha toccato il fondo o meglio, l’abisso, nel 2013 con 5.600 macchine: meno 80% sul 2007!

Quindi nell’anno appena concluso, con 12.500 macchine abbiamo più che raddoppiato i volumi del 2013, ma queste macchine sono meno della metà di quelle immesse mediamente nel triennio d’oro 2005, 2006, 2007.

Potremo mai ritornare quindi a quei livelli di vendite? Quali potrebbero o dovrebbero essere le condizioni essenziali per una ripresa stabile e ancora più robusta?

È noto e logico che questo nostro mercato delle macchine sia strettamente correlato al mercato delle costruzioni. Abbiamo quindi chiesto la collaborazione dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili, che ringraziamo) che ci ha fornito la serie storica della loro elaborazione, su dati Istat, del mercato delle costruzioni (tutta l’edilizia pubblica e privata, tutte le infrastrutture, tutte le manutenzioni straordinarie) ed abbiamo comparato i dati.

L’indice ha un andamento praticamente parallelo all’andamento del nostro mercato sino agli anni della crisi profonda del 2013/2014 e registra un volume d’investimenti di 120,7 miliardi di euro nel 2014, -34% sul 2007, anno che è stato il picco positivo anche per gli investimenti in costruzioni con 183,5 miliardi di euro.

Ma dati estremamente preoccupanti sono rappresentati dai volumi degli tre ultimi anni che, in netta crescita per le macchine come visto sopra, per gli investimenti in costruzioni sono stati modesti, in ulteriore calo rispetto al 2014: nel 2015 gli investimenti sono stati infatti di 117.4 miliardi, nel 2016 di 116.7 miliardi (dato peggiore dal 2007) e nel 2017 dovrebbero raggiungere i 117 miliardi (stima a finire): praticamente 3 anni ‘piatti’, al minimo storico.

La crescita del nostro mercato macchine è stata quindi spinta, quasi esclusivamente, dagli importantissimi incentivi di natura fiscale che sono stati saggiamente prorogati anche per il 2018 (superammortamento, iperammortamento, credito d’imposta, Sabatini agevolata), unita alla volontà dei nostri coraggiosi Imprenditori di rinnovare parchi macchine obsoleti.

Assolutamente doveroso e necessario quindi un pressante invito alle autorità preposte affinché il sistema costruzioni/infrastrutture, quale vero motore del Paese, sia messo al centro delle politiche per la crescita. Giova ricordare che a oggi gli stanziamenti statali in conto capitale sono crollati (-43% dal 2008 al 2015) mentre le spese correnti hanno continuato a crescere.

Far ripartire il settore delle costruzioni, e con esso tutta la filiera, comporta a livello operativo incrementare il Pil di mezzo punto in più all’anno e soprattutto recuperare oltre 600 mila posti di lavoro persi nel decennio della grande crisi.

Rilevanti le grandi ricadute positive sul mercato interno che è il mercato dei nostri associati: 1 miliardo di euro nelle costruzioni sviluppa oltre 3,5 miliardi e, soprattutto, incide sulla occupazione su tutto il territorio nazionale creando almeno 15.500 posti di lavoro. Di fatto le costruzioni rappresentano l’8% del Pil italiano.

Occorre adottare misure che realizzino rapidamente le opere pubbliche necessarie per il benessere dei cittadini e per la crescita e la competitività del sistema industriale, distributivo e dei servizi unitamente alla necessaria rigenerazione delle periferie e delle aree degradate e alla manutenzione del territorio, per uno sviluppo sociale e sostenibile del nostro Paese.

Queste a nostro parere le azioni essenziali (ma non le sole) per una ripresa stabile e importante del nostro mercato che per certo contribuirebbero in modo determinante a riportarci ai livelli pre-crisi.

Ruggero Riva,
Presidente Ascomac Confcommercio, Federazione Nazionale Commercio Macchine

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