Consiglio di Stato | Parere n.263/2017

Appalti sui beni culturali con maggiore flessibilità

I giudici di Palazzo Spada hanno dato maggiore flessibilità alle procedure per soddisfare le esigenze che caratterizzano il settore dei beni culturali dove è difficile predeterminare fin dall’inizio in modo dettagliato le modalità esecutive dei lavori oggetto dell’appalto.

beni culturali_ImpreseEdiliNel parere n. 263/2017 sul decreto ministeriale attuativo degli articoli 146 e seguenti del Nuovo Codice appalti (dlgs n. 50/2016) i giudici del Consiglio di Stato hanno aperto a una maggiore flessibilità nelle procedure anche se hanno osservato in modo preventivo che occorrerà validare definitivamente la scelta con previsioni apposite in ambito di decreti correttivi al Codice.

Quindi tra le principali novità del Regolamento del Mibact in tema di appalti sui beni culturali che ha ricevuto il parere favorevole della sezione normativa del Consiglio di Stato è emerso che c’è maggiore flessibilità negli appalti sui beni culturali fermo restando la regola secondo la quale l’affidamento dei lavori avviene sulla base del progetto esecutivo qualora sia necessario integrare la progettazione in corso d’opera l’appalto potrà essere affidato sulla base del solo progetto definitivo.

Questo per soddisfare le esigenze di flessibilità che caratterizzano il settore dei beni culturali dove è spesso difficile sin dall’inizio predeterminare nel dettaglio le modalità esecutive dei lavori oggetto dell’appalto.

Il Consiglio di Stato nel parere sottolinea anche l’opportunità di una disciplina specifica e maggiormente più snella per i lavori per somme molto più basse di 150mila euro: i giudici suggeriscono di inserire nell’articolo 12 del regolamento un comma apposito che preveda una disposizione particolare per i lavori di importo non superiore ai 40mila euro.

Nello specifico si dovrebbe consentire che il certificato di buon esito dei lavori possa essere rilasciato alle imprese restauratrici oltre che dalla Soprintendenza anche dalla amministrazione aggiudicatrice.

Nel testo una novità fa riferimento all’ampliamento dei lavori relativi ai beni culturali che rientrano nell’ambito di applicazione del decreto: il decreto introduce il monitoraggio, in coerenza con il nuovo codice che valorizza l’azione di monitoraggio poiché l’obiettivo primario resta quello di impedire più a lungo possibile la necessità di dover ricorrere nel tempo a ulteriori interventi di restauro di beni culturali.

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