Rete Imprese Italia-Unimpresa | Trattamento di fine rapporto

Artigiani e commercianti contrari al tfr anticipato in busta paga

Le associazioni di categoria sono concordi nel bocciare la misura attualmente allo studio del Governo che ipotizza per le pmi l’anticipazione mensile in busta paga della metà del tfr. Se il provvedimento passasse le pmi sarebbero a rischio di liquidità per 5,5 miliardi.

TFRMetà tfr in busta paga? No, grazie, è la risposta delle pmi, a cui non va affatto l’idea di dover anticipare ogni mese la liquidazione ai lavoratori. Presto a dirsi le motivazioni: le aziende sotto i 50 dipendenti oggi trattengono il trattamento di fine rapporto dei lavoratori e usano quei fondi per fare investimenti.
Per questo motivo le associazioni di categoria si sono trovate tutte compatte a bocciare la misura attualmente allo studio del Governo, misura che, comunque, potrebbe essere inserita entro una decina di giorni nella legge di stabilità allo scopo di immettere liquidità ai cittadini, dando così un impulso ai consumi.

Dicevamo delle associazioni di categoria: Rete Imprese Italia, che raggruppa Cna, Confcommercio, Confartigianato, Casa artigiani e Confesercenti, insieme a Unimpresa, hanno dato il via ai commenti. Per Rete Imprese Italia, in questa fase di difficoltà per il sistema produttivo italiano «è impensabile che le pmi possano sostenere sforzi finanziari ulteriori come quello di anticipare ogni mese parte del tfr ai dipendenti».
Concetto ripreso da Unimpresa: secondo questa associazione, il 50% del tfr in busta paga metterebbe seriamente a rischio 5,5 miliardi di euro di liquidità per le pmi. Unimpresa alla cifra di 5,5 miliardi arriva considerando che il flusso annuo totale generato dalle liquidazioni dei lavoratori è pari a 23 miliardi e che per le imprese con meno di 50 dipendenti il flusso corrispondente è di 11 miliardi, cifra che, nella sua metà, verrebbe sottratta alle aziende se l’attuale misura allo studio del Governo fosse confermata dalla legge di stabilità.

Intanto, si hanno le prime notizie riguardanti la forma della legge di stabilità: secondo quanto annunciato dal presidente del Consiglio Renzi, vi saranno 2 miliardi di euro di riduzione del costo del lavoro e resterà il bonus degli 80 euro con 1,5 miliardi per i nuovi ammortizzatori sociali.

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