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Aspettative e timori dei professionisti riguardo al Bim

Acca Software ha commissionato un'indagine su professionalità, contesto di mercato e future criticità del Bim per meglio affrontare - dice Guido Cianciulli - la collaborazione con tutti gli operatori locali e coglierne i preziosissimi suggerimenti. Dalla ricerca risulta che le maggiori preoccupazioni dei professionisti riguardano gli aspetti legali e l'esterofilia degli applicativi Bim poco aderenti ai nostri modelli operativi.

Acca Software è la prima azienda italiana ad aver sviluppato un software Bim Authoring e e a possedere la certificazione Ifc. La software House di Bagnoli Irpino (in provincia di Avellino) è impegnata da ormai tre decenni nella digitalizzazione del settore delle costruzioni attraverso la creazione di specifici software Bim ed è anche una protagonista assoluta della “catechizzazione” dei professionisti di area tecnica dell’industria delle costruzioni in tema di Bim e digitalizzazione dei processi.

Architecture Construction Safety First Career Concept

Gli attori economici della filiera edile, d’altro canto, in questo momento storico, sono decisamente occupati a comprendere e implementare i processi digitali e, come in ogni fase di pesante trasformazione strutturale, aziende e professionisti, consulenti e dipendenti sono in allarme, fra timori difronte ai nuovi percorsi e ricerca di competenze che li portino a non perdere competitività e valore aggiunto nelle prestazioni.

Per comprendere e fugare dubbi e timori Acca Software ha commissionato all’agenzia Kickthecan un’indagine su un campione di professionisti del Bim scelti tra i professionisti operanti nel settore delle infrastrutture e dell’ingegneria civile.

La ricerca ha fatto emergere molti dei dubbi che si pongono oggi gli operatori riguardo ai problemi legati al Legal Bim, all’effettiva bontà della formazione e alla modellazione di stampo anglosassone che non riesce ancora a cogliere le specificità del contesto nostrano. Si tratta di risposte che forniscono un’indicazione precisa e disincantata delle criticità che impediscono la piena diffusione dell’approccio Bim in Italia.

Guido Cianciulli | Amministratore Unico Acca Software

«Molte e interessanti professionalità si stanno sviluppando ultimamente sul mercato italiano, che si presenta come uno dei più promettenti a livello europeo. Il nostro impegno nel seguire l’evoluzione e la maturazione del Bim esce rinvigorito dai risultati di quest’indagine che ci consentirà di collaborare in modo più efficiente con tutti gli operatori locali grazie ai loro preziosissimi suggerimenti».

Criticità della collaborazione

Il campione di oltre 200 professionisti interpellati ha espresso valutazioni molto interessanti rispetto all’approccio collaborativo introdotto dal Bim, mostrando un certo disincanto circa la reale trasparenza del flusso informativo e le resistenze create da alcuni attori della filiera. Alla domanda se l’obiettivo della collaborazione sarà mai raggiunto, il 15,4% del campione risponde che non crede si arriverà alla piena cooperazione tra attori della filiera.

Ben il 76,6% ritiene invece che si raggiungerà, ma con grande fatica; e solo il 8% sostiene che si raggiungerà per forza di cose e anche con una certa rapidità. Tra i fattori che impediscono la diffusione del Bim su larga scala viene indicata la generalizzata resistenza al cambiamento (54,7%) e una burocrazia non al passo con l’innovazione (18,4%). Mentre le maggiori responsabilità di queste resistenze sono imputabili alle piccole imprese (50,2%) e dagli Enti e Amministratori pubblici (40,8%). Le questioni “legali” ancora sul tavolo.

La formazione e le diverse culture locali

Ma è nel Legal Bim, cioè sul fronte legale, che le fonti di criticità si fanno più interessanti. Alcune questioni possono infatti rappresentare elementi di resistenza nell’adozione diffusa del Bim, e tra queste vengono indicate le problematiche legate alla proprietà intellettuale e alla gestione dei dati (39,8%) e il modo in cui i protocolli Bim devono essere incorporati nei contratti (38,8%).

Entrambe rappresentano criticità molto rilevanti sulle quali il mercato italiano è ancora piuttosto impreparato rispetto ad altri Paesi europei molto più maturi, primo fra tutti il Regno Unito. Altri interessanti spunti di riflessione provengono dalle risposte relative al fabbisogno formativo dei professionisti interpellati.

Invitato a giudicare la qualità della formazione Bim reperibile attualmente in Italia, ben il 45,3% del campione giudica scarsetta la qualità media dell’offerta formativa, mostrando una certa diffidenza verso il fiorire di proposte commerciali a volte di dubbia bontà e non certo a buon mercato.

Rispetto invece alla capacità d’interpretare correttamente le culture progettuali nazionali da parte degli applicativi Bim nati fuori dall’Italia, più della metà degli intervistati (54,2%) ha dichiarato che i pacchetti software sviluppati in area anglosassone e tedesca “colgono poco” le specificità del contesto nostrano e dei suoi sistemi costruttivi, fornendo un’indicazione molto precisa agli sviluppatori che intendono approcciare con successo il promettente mercato italiano del BIM, oggi in grandissima espansione.

La ricerca integrale e corredata di grafici è scaricabile al link https://www.acca.it/indagine-bim-2019

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