Ascomed Milano - Federcomated | Assemblea annuale

Assemblea Ascomed Milano: un coro di no alla pressione fiscale sul bene casa

Giuseppe Freri, Giorgio Squinzi, Carlo Sangalli e Claudio De Albertis hanno dato vita al dibattito dell’assemblea dei rivenditori di materiali edili milanesi svolgendo un’attenta disamina dei nodi da sciogliere per far ripartire il mercato della casa. Tutti concordi nel sostenere che con l’incremento dell’Iva, l’aumento della tassazione locale e le accise della clausola di salvaguardia si rischia il peggioramento della crisi economica.

«Risultato a pieni voti» per il presidente Giuseppe Freri e per il direttore Mario Verduci per l’organizzazione e il dibattito emerso all’Assemblea annuale di Ascomed Milano – Federcomated >>.
Salone pieno con platea attenta quella della sede di Confcommercio a Milano che ha assistito al confronto con alcuni tra i principali esponenti del sistema imprenditoriale dell’economia italiana: Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, Claudio De Albertis, al vertice di Assimpredil Ance per evidenziare i mali cronici di questo Paese e per chiedere a Governo e rappresentanze parlamentari, per l’ennesima volta, di dare una scossa seria, concreta affinché “si torni ad avere un Paese Normale” un Paese che cresce e che si mette alle spalle la crisi.Assembela Ascomed Milano_01

Giuseppe Freri | Da superare la paura di fare impresa
Nel suo intervento introduttivo Giuseppe Freri ha ricordato due appuntamenti da lui ritenuti fondamentali della vita di Federcomated: il primo la “Giornata della Collera”, quando 32 associazioni della filiera delle costruzioni diedero un segnale forte del disagio che stavano affrontando e il Congresso Ufemat con il riconoscimento del regolamento europeo n. 305/2011 che fissa le condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che, per Freri rappresenta il “… riconoscimento del ruolo e della funzione dei distributori”.
Freri ha ricordato come sia andata evolvendosi la figura del distributore trasformandosi da “bottegaio a imprenditore”, categoria che è stata da lui definita “eroica” visti i problemi che quotidianamente assillano l’imprenditore-distributore: dal patto di stabilità che diviene un freno per l’economia alla riscossione delle fatture che mediamente si effettua a 108 giorni, ma soprattutto occorre superare la paura di fare impresa, una paura che attanaglia famiglie e realtà imprenditoriali.Giuseppe Freri presidente Federcomated Freri ha anche lanciato una proposta sulla quale si sta attivando concretamente il direttore Mario Verduci per definirne i connotati, quella di “adottare un condominio come Squinzi ha fatto per le scuole”. Infatti, stringere un gemellaggio tra impresa e scuola nel segno dell’ormai imminente evento espositivo di Expo 2015 è l’obiettivo del protocollo firmato dal presidente di Confindustria e dal ministro dell’Istruzione. Confindustria ha siglato un protocollo con il Miur che punta a mobilitare il sistema associativo e le imprese per aiutare economicamente le scuole nell’organizzazione della visita all’Expo 2015 .
Le associazioni imprenditoriale e le aziende potranno scegliere una scuola del territorio o, in alternativa, far riferimento alle scuole selezionate dal ministero. Saranno particolarmente favoriti i rapporti tra associazioni e aziende situate nel nord del Paese con le scuole ubicate nel sud così da avviare gemellaggi territoriali di reciproco interesse.

Giorgio Squinzi | Dateci un Paese normale
Il presidente di Confindustria ha invitato ancora una volta a mettere mano alle riforme, e con esse a rivedere quell’enorme problema irrisolto che si chiama “confusione di procedure amministrative”.Giorgio Squinzi presidente ConfindustriaIn Italia, per Giorgio Squinzi, si fanno leggi senza poi avviarne i decreti attuativi, si ha a che fare con una pubblica amministrazione e regolamenti che bloccano le attività delle imprese e, allo scopo, ha citato i suoi stabilimenti all’estero che hanno avuto permessi entro 90 giorni mentre in Italia si rischia di “raggiungere quota 8 anni”.
Così pure un problema che frena l’economia è il patto di stabilità, patto che di fatto impedisce la manutenzione di edifici comunali e scuole. Squinzi ha evidenziato anche la situazione di difficoltà del territorio nazionale dovuta al dissesto idrogeologico e alla necessità di una moderna prevenzione sismica, temi che devono essere affrontati ormai con una certa urgenza considerando “incredibile la vicenda che sta frenando l’infrastruttura della Variante di Valico”.
In riferimento ai rapporti con le rappresentanze sindacali il presidente di Confindustria ha rilevato che “si parla tanto di articolo 18 ma anche l’articolo 104 ha un peso notevole sulle aziende”, specificando che la sua considerazione sull’ “atteggiamento medioevale del sindacato” è legata ai ritardi propri delle rappresentanze dei lavoratori citando un accordo siglato relativo alla quota della rappresentanza sindacale che, a distanza di 18 mesi non presenta ancora il testo definitivo. Squinzi ha anche citato come gli Stati Uniti siano stati capaci di rivedere l’intero sistema economico nazionale ritornando ora a dati positivi, invitando i governanti italiani a non continuare con politiche keynesiane su imprese decotte, ma investendo nel futuro. A cominciare a dar nuovamente vigore al comparto manifatturiero e a quello dell’edilizia, visto che “siamo il secondo paese manifatturiero d’Europa”. Auspicando l’abbandono della politica di rigore miope impostata dall’Europa e invitando ad investire per ristimolare i consumi interni e ridare fiducia all’intero paese “pena il declino lento ma inesorabile” e ricordando come di fatto le famiglie italiane abbiano svolto in questi momenti di crisi una essenziale funzione di ammortizzatore sociale ed evidenziando che “ora, però, una famiglia su due sostiene il proprio giovane che non lavora”.

Carlo Sangalli | Superare la debolezza strutturale della domanda interna
Il presidente di Confcommercio ha considerato che la Legge di Stabilitàva nella giusta direzione se riesce ad abbassare la pressione fiscale”. Per Sangalli vi sono però elementi di criticità. Uno di questi è l’Irap di cui ha definito “buono il taglio  ma per le piccole imprese e i lavoratori autonomi non c’è stato alcun beneficio”.
Così come un altro elemento di criticità è l’incremento della fiscalità localetant’è che ora si parla di local tax”, incremento della fiscalità ritenuta incompatibile con qualsiasi prospettiva di crescita. Sangalli ha ritenuto che il problema di fondo del paese consiste nella “debolezza strutturale della domanda interna”.Carlo Sangalli_Livia RandaccioA peggiorare le cose il rischio dell’incremento dell’Iva e delle accise della clausola di salvaguardia che potrebbero sottrarre 65 miliardi di consumi nei prossimi tre anni. Per quanto concerne gli adempimenti fiscali per Sangalli  il problema di fondo non è legato alle scadenze bensì all’aumento degli adempimenti che ogni anno sono sempre più numerosi e pesanti sino al punto di ritenere la pressione fiscale “un autentico ingorgo”. Il suo auspicio è che si semplifichi il sistema fiscale con tre mosse: ridurre la pressione fiscale che oggi non permette la ripresa della crescita, che si renda più semplice e meno numeroso l’onere degli adempimenti, che s’instauri un migliore rapporto tra l’istituzione fisco e il contribuente.

ING. CLAUDIO_DEALBERTIS_ASSIMPREDIL_ANCE_2Claudio de Albertis | Fiscalità immobiliare da riformare
Claudio de Albertis, presidente di Assimpredil Ance è entrato nel merito delle problematiche del comparto dell’edilizia facendo riferimento ai problemi noti a cui occorre porre rimedio e che si chiamano: riconfigurazione della domanda residenziale e commerciale; frammentazione della filiera e necessità di fare rete; sistema bancario frenato che sino ad oggi ha svolto un’azione di restrizione del credito e chiusura verso gli imprenditori rendendo impossibile l’accesso al bene casa. Un dato è preoccupante, siamo ritornati ai livelli d’investimento nelle costruzioni del 1967 con cifre spaventose e una fase recessiva che ha interessato tutti i comparti eccetto la riqualificazione.Claudio De Albertis Assimpredil AnceSpaventosa la statistica riguardante la nuova edilizia abitativa: il calo è del 58%. Il presidente di Assimpredil ha presentato uno scenario difficile con le imprese di costruzione italiane, soprattutto quelle piccole e medie (il 90% del tessuto produttivo) che sono di fronte ad una triste alternativa, chiudere i battenti o sperare che l’Italia cambi rotta. In sei anni sono diventati 800mila i posti di lavoro in meno nell’intero comparto e i fallimenti dal 2009 ai primi sei mesi di quest’anno hanno raggiunto quota 15mila unità.
Anche De Albertis ha spiegato come sia difficile in Italia fare impresa. Le misure fino a oggi adottate non hanno fatto ripartire il mercato interno e non sono state all’altezza di ridare fiducia agli investitori e a fungere da polo di attrazione di capitali dall’estero, con il risultato che l’investimento immobiliare è completamente depresso.congiunturale Ance
È vero che il mercato dà qualche segnale positivo riguardo le compravendite così come ha tenuto il mercato della riqualificazione e dell’efficientamento energetico, ma dal 2005 ad oggi su tutto il territorio nazionale il numero dei permessi di costruzioni ritirati è calato del 60% netto. Meno di 60mila atti, come le case che sono state progettate in Italia nel 1936.
De Albertis ha affermato che gli imprenditori dell’edilizia sono di fronte a una profonda sfida: guidare la trasformazione dell’offerta che ora non risponde più alla domanda e rivedere il modello di mercato che “ora è un non mercato”. Occorre fare scelte chiare non solo per uscire dalla crisi ma per impostare nuovamente la proposta dei costruttori anche perché la crisi può essere l’occasione per ridisegnare realmente uno scenario competitivo per il futuro. Il mercato infatti offre alcune opportunità che si possono utilizzare sviluppando il nuovo ruolo delle costruzioni per una riqualificazione ambientale del territorio (compresa la sismica e l’assetto idrogeologico), una politica di sviluppo della riqualificazione ed efficientamento energetico del costruito sviluppando così la qualità urbana, rispondere con nuovi modelli d’intervento alle quote inevase di domanda abitativa, uso della fiscalità immobiliare come leva per dare una scossa e far ripartire gli investimenti, essere più attenti al sistema di qualificazione delle imprese con una politica d’innovazione di prodotto e di processo. Ma anche la necessità di avere un sistema di gare di lavori che garantisca legalità con un maggiore controllo nella fase esecutiva da parte delle imprese operanti in un contesto normativo chiaro, finanziario e produttivo che sia in grado di attivare un partenariato pubblico e privato efficiente e sinergico.congiunturale Ance

Scarica l’analisi congiunturale Ance presentata dal presidente Assimpredil, Claudio De Albertis >>

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