Milano | Trasformazione urbanistica

Assimpredil-Assolombarda: «la bocciatura dell’accordo di programma sul recupero degli scali ferroviari è un freno per l’economia milanese»

Per i vertici degli imprenditori milanesi le scelte del Consiglio comunale rischiano di bloccare lo sviluppo della città. Per Marco Dettori il recupero degli scali ferroviari è «una vera opportunità per la città, un volano enorme di potenziali investimenti a beneficio dell’economia del territorio dopo 10 anni di confronti sui percorsi urbanistici e di grande lavoro di FS Sviluppi Urbani e delle strutture comunali impegnate a vario titolo»

Al comune di Milano era stato firmato l’Accordo di programma tra comune di Milano, Regione Lombardia e Ferrovie dello Stato italiane per la riqualificazione delle aree dei sette scali ferroviari dismessi presenti in città. Questo atto è stato considerato «un momento estremamente importante per Milano, la Lombardia e Ferrovie dello Stato italiane, evento che permetterà lo sviluppo di ampi settori della città e il miglioramento del servizio ferroviario regionale in ambito urbano». Così i commenti alla stipula dell’accorso di programma, purtroppo la «realtà» è stata ben amara.

Stazione di Milano Porta Genova
Stazione di Milano Porta Genova

Basta considerare le affermazioni di Marco Dettori, presidente di Assimpredil Ance e di Rosario Bifulco, vicepresidente di Assolombarda Confindustria Milano-Monza Brianza per la competitività territoriale, per percepire il forte disagio delle associazioni di categoria a fronte della bocciatura della delibera comunale che avrebbe dovuto ratificare l’accordo di programma promosso da FS Sviluppi Urbani per la trasformazione urbanistica delle aree ferroviarie dismesse e in dismissione nel comune di Milano. Vale a dire scalo Farini, scalo Basso di Lambrate, scalo Romana, scalo e stazione Porta Genova, parte degli scali Greco-Breda, Rogoredo, aree ferroviarie San Cristoforo, in correlazione con il potenziamento del sistema ferroviario in ambito milanese.

Scalo ferroviario Greco-Breda
Scalo ferroviario Greco-Breda

Restituzione alla città. L’iniziativa era tesa a restituire alla città più di 1.200.000 mila mq di aree strategiche, attualmente in degrado, trasformandole in spazi per l’edilizia sociale, parchi pubblici, infrastrutture per la mobilità, generando oneri di urbanizzazione in aree per lo più già urbanizzate. Si tratta di un risultato programmatico raggiunto dopo centinaia di riunioni e di verifiche con i consigli di zona, di studi sulla mobilità e sull’impatto acustico, di predisposizioni di progetti di riqualificazioni di spazi pubblici e di valutazioni ambientali considerate strategiche.

Marco Dettori | Presidente Assimpredil Ance
Marco Dettori | Presidente Assimpredil Ance

Marco Dettori | Presidente Assimpredil Ance
«Un semplice strappo di natura politica nella maggioranza e una deriva opportunista della minoranza l’altro ieri hanno fatto naufragare l’interesse della nostra Città costringendo, ieri, la Giunta a ricordare al Consiglio la necessità di serrare i ranghi per ratificare un accordo di interesse pubblico già adottato. Si tratta di una vera opportunità per la città, un volano enorme di potenziali investimenti a beneficio dell’economia del territorio, dopo oltre 10 anni di faticosissimi percorsi urbanistici, di grande lavoro di FS Sviluppi Urbani, emanazione di una società pubblica, e degli Uffici comunali impegnati a vario titolo. Un esempio mirabile di obiettivo sociale che risponde anche a logiche di investimento, di crescita, di sviluppo e di lavoro con ricadute dirette sul sistema delle imprese che hanno oggi necessità di uscire definitivamente dalla crisi. L’interesse di parte, invece, è passato sopra a tutto, sopra al lavoro svolto, alla Città, allo sviluppo, alla crescita. E getta forti dubbi sul futuro, visto che presto, oltre all’accordo sugli scali ferroviari, l’Amministrazione comunale di Milano dovrebbe esprimersi sulla riconversione delle aree del post Expo. Questo episodio è successo a Milano, ma anche a Segrate il cambio dell’amministrazione comunale sta ritardando un importante progetto di sviluppo nell’ambito della Città Metropolitana. Due episodi in meno di un mese. Investimenti diretti per oltre 2 miliardi di euro che sono stati bloccati. Vale la pena ricordare che in questi ultimi mesi a Milano si è creato un patrimonio positivo tangibile e straordinario. Milano non è mai stata negli ultimi otto anni così sotto i riflettori del mondo risvegliando un forte interesse da parte di investitori di breve, medio e lungo periodo, nazionali e internazionali.Vorremmo davvero pensare a quanto è successo come a un incidente isolato. Dobbiamo infatti essere tutti consapevoli che chi investe osserva e valuta questi comportamenti in modo molto attento e critico prima di decidere l’opportunità dell’investimento. Alla rappresentanza eletta dai cittadini di oggi e di domani consegniamo quindi la responsabilità di scelte che devono essere consapevoli del valore di questo progetto per il futuro della nostra comunità».

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