Punti di Vista | Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri

Barriere architettoniche, tema centrale del progetto di rigenerazione urbana

Occorre avviare una politica d'interventi strutturali capace di riorganizzare gli spazi urbani ed extraurbani coniugando mobilità e sostenibilità, esigenze di natura economica e culturale, sapere specialistico e sguardo sociologico. Una progettazione finalizzata a rendere accessibili i luoghi del territorio deve prevedere, contestualmente, interventi di “messa in sicurezza” (prevenzione sismica e idrogeologica), di riqualificazione del costruito, di efficienza energetica, di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Maurizio Savoncelli
Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri.

I futuri geometri progettano l’accessibilità” è l’’iniziativa voluta dal Consiglio Nazionale Geometri e realizzata in collaborazione con Fiaba Onlus, Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza Geometri e Geoweb che coinvolge ogni anno gli studenti degli istituti tecnici Costruzioni, Ambiente e Territorio (Cat) invitati a partecipare al concorso nazionale presentando progetti di abbattimento di barriere architettoniche.

L’edizione 2018, oltre a confermare la crescita costante del numero delle classi partecipanti, si è caratterizzata per l’elevata qualità e metodo progettuale degli elaborati, non di rado accolti e valutati dalle amministrazioni pubbliche a conclusione del concorso.

Un risultato gratificante, ottenuto grazie al combinato disposto di due fattori: il primo, di natura tecnica, è riconducibile all’indicazione fornita agli studenti di adeguare la progettazione ai parametri previsti dalla prassi di riferimento PdR/UniAbbattimento barriere architettoniche – Linee guida per la riprogettazione del costruito in ottica universal design“, elaborata dal tavolo tecnico partecipato da Uni, Cng e Fiaba Onlus; il secondo, di natura culturale, è la progressiva affermazione, tra i partecipanti, di una visione prospettica e lungimirante, che inserisce il tema delle barriere architettoniche all’interno del più generale processo di eliminazione di tutte le barriere fisiche, culturali, psicologiche e sensoriali, al fine di migliorare la qualità della vita e del vivere della collettività.

Questo secondo risultato, in particolare, deve molto agli sforzi compiuti dalla categoria per rendere evidente come ogni discussione in merito al superamento delle barriere architettoniche debba essere inserita all’interno del più ampio processo di rigenerazione urbana.

Il punto di partenza della nostra riflessione, maturata negli anni e condivisa con le istituzioni e una pluralità di soggetti pubblici e privati, parte da una considerazione divenuta ormai un vero e proprio assunto: una città accessibile è un luogo privo di qualsiasi barriera architettonica, rispettosa delle esigenze di tutti e in particolar modo di chi si trova (anche momentaneamente) in una situazione di difficoltà motoria: disabili, anziani, bambini, genitori con passeggini al seguito.

Occorre, in tal senso, avviare una politica d’interventi strutturali capace di riorganizzare gli spazi urbani (ed extraurbani) coniugando mobilità e sostenibilità, esigenze di natura economica e culturale, sapere specialistico e sguardo sociologico.

Ciò significa, ad esempio, che una progettazione finalizzata a rendere accessibili i luoghi del territorio deve prevedere, contestualmente, interventi di “messa in sicurezza” (prevenzione sismica e idrogeologica), di riqualificazione del costruito, di efficienza energetica, di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Una città così progettata, o riprogettata, non è solo accessibile: è anche sicura. Ed è evidente – come dimostrano i più autorevoli studi di sociologia urbana – che uno spazio accessibile e sicuro stimola e favorisce l’integrazione sociale, lo scambio tra le persone e il confronto intergenerazionale; contribuisce ad abbattere le distanze e le differenze tra centro e periferia, realizzando il più ampio concetto di “pari opportunità”; educa il cittadino al rispetto del bene pubblico, sia esso uno spazio verde, un mezzo di trasporto o un parco giochi.

La progettazione alla quale si fa qui riferimento è chiaramente l’antitesi degli interventi “spot” ai quali assistiamo da lungo tempo, spesso onerosi e non di rado privi di reale efficacia; ciò che proponiamo, invece, sono interventi organici, integrati e ispirati a quella logica multidisciplinare che è propria del principio della rigenerazione urbana.

In questo scenario, il geometra è chiamato a svolgere un ruolo centrale: la conoscenza del territorio e delle sue dinamiche sociali (tra le caratteristiche più importanti e riconosciute alla nostra professione) è la premessa fondamentale per sviluppare progetti che, per loro stessa natura, devono essere partecipati attivamente dai cittadini.

È alle loro esigenze, criticità e desideri che occorre dare risposte, e per farlo è indispensabile conoscerli, incontrarli, ascoltarli, instaurare un dialogo costruttivo e soddisfacente, necessario per assumere la responsabilità di “portavoce” delle istanze della collettività presso le amministrazioni pubbliche.

Va da sé che tutto questo sposta – e non di poco – la discussione sul piano culturale: la premessa fondamentale per una presa di coscienza del problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche (nell’accezione ampia sin qui discussa) è la sensibilizzazione dei vari pubblici. Tra questi, appunto, gli studenti degli istituti tecnici CAT, i geometri del domani e, soprattutto, del futuro: coloro che, ne siamo certi, riusciranno a rimuovere tutto ciò che ostacola il pieno rispetto dei diritti delle persone.

di Maurizio Savoncelli
Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here