Restauro conservativo | Mulino Baresi

Bene museale con funzionalità ripristinate

L’intervento diretto dall’arch. Leonardo Angelini ha considerato un insieme di opere per il restauro conservativo teso a salvaguardare il torchio mulino di Baresi tramite l’uso di tecniche e materiali coerenti con la tradizione e la metodologia costruttiva con mantenimento e messa in luce dei passaggi evolutivi dei singoli elementi edilizi preesistenti.

L’edificio, che sorge in prossimità del torrente Valsecca, nell’omonima valle, è costituito da due distinti ma connessi corpi di fabbrica.

Mulino Baresi
Mulino Baresi | Il salvataggio del monumento. Un antico opificio per la torchiatura delle noci e la produzione di olio e per la macinatura di frumento e granturco è stato in funzione per oltre cinque secoli. Dal 1995 cessò la sua funzione produttiva, versando in breve in condizione di abbandono e iniziando un processo di degrado che, a breve, sarebbe stato, per la natura dei suoi manufatti costitutivi, semplici e sempre bisognosi di costante ordinaria manutenzione, probabilmente irreversibile.

Il fabbricato originario, risalente al XVI secolo, di forma rettangolare, fu edificato con murature in pietrame locale parzialmente intonacate e tetto in legno di larice con copertura in ardesie; in questo ambiente sono ospitati la macina da grano, il torchio e ciò che resta della macina verticale delle noci.
Sulla parete opposta all’ingresso si apre un piccolo ambiente che ospitava il braciere per la produzione dell’olio e un forno per la cottura del pane.
Addossato al corpo di fabbrica principale, in epoca successiva, fu costruito un secondo corpo di fabbrica, di forma irregolarmente semicircolare, destinato alla lavorazione dei latticini per le esigenze della famiglia.

Progetto e direzione dei lavori: Arch. Leonardo Angelini, Bergamo
Progetto e direzione dei lavori | Arch. Leonardo Angelini, Bergamo

APPROCCIO ALL’INTERVENTO DI RESTAURO
Strumenti propedeutici al progetto sono stati: un regesto storico che consentisse un’esatta datazione di ogni elemento costitutivo dell’edificio, attraverso una varietà di fonti; un’accurata analisi e valutazione delle geometrie costruttive, negli equilibri statici e architettonici, delle caratteristiche materiche di ogni sua parte; l’individuazione delle relazioni tra le singole funzioni e la tipologia costruttiva, con attenzione al rapporto temporale che, nel tempo, l’uso ha indotto nella forma e nella scelta dei materiali.
Le linee guida del progetto sono state: la conservazione di ogni testimonianza del ‘fare’, che per secoli aveva caratterizzato l’edificio; la restituzione, o meglio, il mantenimento del senso di ‘vitalità’ e ‘operosità che avevano mosso ogni fase costruttiva e, via via, di trasformazione dell’organismo edilizio e dei suoi strumenti di lavoro
Tra i principali elementi di attuazione del progetto ricordiamo: l’impiego di materiali costruttivi (inerti per i ripristini d’intonaco setacciati in loco dal torrente adiacente, legname per le integrazioni dell’orditura del tetto reperita nella boscaglia limitrofa) e tecniche di lavorazione (reperimento e uso di strumenti di lavoro tradizionale nel settore dell’edilizia, della carpenteria e della lavorazione delle pietre) analoghe a quelle impiegate nel tempo per la realizzazione dei singoli manufatti.
In sintesi gli obiettivi di progetto da raggiungere sono stati: la conservazione con valore di testimonianza di un elemento di architettura spontanea e strumentale fortemente connotato nel tessuto socio-economico dell’area; l’individuazione di una nuova destinazione, consci che un edificio privo di utilizzo muore; lo sviluppo di quella che parve da subito la sua vocazione museale, ma con forte connotazione funzionale, che consentisse la percezione di un bene ancora vivo, attraverso il mantenimento in uso di tutti gli elementi e strumenti produttivi che ne caratterizzarono la sua funzione di opificio (la spremitura delle noci per la produzione dell’olio, la macinatura del grano, la preparazione del formaggio).

IL RESTAURO
L’intervento ha previsto un insieme di opere per l’accurato restauro conservativo teso alla salvaguardia del bene, mediante l’utilizzo di tecniche e materiali totalmente coerenti con la tradizione e la metodologia costruttiva con mantenimento e messa in luce dei passaggi evolutivi dei singoli elementi edilizi preesistenti.

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Mulino Baresi | Consolidamento e integrazione. L’intervento ha previsto il ripristino dei piani di appoggio con ricostruzione dei paramenti eccessivamente degradati con utilizzo di elementi di recupero con caratteristiche analoghe agli esistenti e predisposizione dell’alloggiamento murario per le necessarie integrazioni.

Il progetto è stato redatto sulla base di dettagliati rilievi e accurate indagini sui sistemi costruttivi e sullo stato di conservazione degli elementi.
Sono stati previsti interventi e metodologie specifiche in relazione alle casistiche materico-patologiche riscontrate. I capitoli d’intervento che caratterizzano l’aspetto di maggior rilievo del progetto esecutivo si possono così riassumere:
Copertura. Rimozione delle lastre di ardesia con accantonamento per successivo riutilizzo; verifica dello stato fisico-materico dei manufatti e della sicurezza statica; pulitura dei manufatti da recuperare con spazzole di saggina e aria compressa a bassa pressione; sostituzione degli elementi eccessivamente degradati o inserimento di nuovi in collaborazione con quelli ammalorati con caratteristiche e dimensioni analoghe agli esistenti, inseriti nell’alloggiamento murario previa pulizia e rettifica; realizzazione di reggiature di consolidamento e giunzione delle parti lignee; sostituzione delle tavole di assito ammalorato con tavole simili alle esistenti, trattamento di consolidamento dei manufatti lignei con antitarlo antimuffa e impregnante; sostituzione delle lattonerie esistenti e realizzazione di nuove ove necessario allo scopo di prevenire infiltrazioni delle acque meteoriche; ricollocazione delle lastre di ardesia recuperate con integrazione di elementi mancanti con nuove di caratteristica cromatica e dimensione simili alle esistenti.
Impalcati. Manufatti lignei; verifica dello stato fisico-materico dei manufatti e della sicurezza statica; pulitura dei manufatti da recuperare con spazzole di saggina e aria compressa a bassa pressione; sostituzione degli elementi eccessivamente degradati con nuovi identici per dimensione ed essenza, inseriti nell’alloggiamento murario previa pulizia e rettifica; trattamento antifungo e antimuffa con applicazione di idonei prodotti previo trattamento di sgrassaggio per eliminazione di depositi più resistenti.
Ferri, reggiature e chiodi. Pulizia manuale o meccanica con spazzolatura, scartavetratura e microsabbiatura a bassa pressione, lavaggio con solventi, emulsioni e componenti detergenti stesi con mezzi e tecniche appropriate; saldatura e stuccatura delle fessure o dei giunti; trattamento protettivo antiruggine con olio di lino cotto.
Mulino BaresiParamenti murari con pietra a vista. Eliminazione della vegetazione infestante tra i giunti; accurato controllo delle stilature e rimozione delle malte decorse; pulitura delle superfici lapidee mediante spazzolatura con spazzole di ottone per la rimozione di velature di sporcizia, nerofumo, seguiti da abbondante risciacquo con acque di rete; ripristino delle porzioni di paramento scosse mediante l’utilizzo di materiale lapideo simile per cromia e dimensioni a quello originario (se laterizio lo stesso criterio) con malte idrauliche; chiusura delle fessurazioni mediante l’inserimento di elementi lapidei integrati con malta di grassello di calce priva di sali adeguata al tono originario tramite cariche di marmi policromi e sabbie di granulometria differenziata; stilatura sottolivello delle fughe precedentemente rimosse con malta costituita da calce priva di sali additivata con polveri di marmo d’idonea granulometria e cromia per ottenere un composto simile all’esistente.
Paramenti murari intonacati. Verifica dello stato di coesione delle malte con eliminazione delle parti eccessivamente decoese; pulitura delle superfici con acqua nebulizzata a bassa pressione e spazzole morbide; consolidamento delle porzioni d’intonaco esistente con iniezioni puntuali con malta di calce; integrazione delle lacune con intonaci a base di calce idraulica priva di sali solubili applicata a due riprese.
Mulino BaresiElementi lapidei. Interventi di pulitura con acqua nebulizzata deionizzata a bassa pressione o microsabbiatura; stuccatura di fessurazioni e piccole crepe con malta di calce caricata con resina acrilica e polveri di marmo; ripristino dei cedimenti strutturali con rinforzi, perni e piccole strutture collaboranti in acciaio assicurati con malti a base epossidica per rinforzi non in vista e malte di calce caricate con resine acriliche e polvere di marmo per ancoraggi di superficie; consolidamento con applicazione di estere etilico o resina acrilica in solvente; protezione finale con idrorepellente in solventi organici applicato a spruzzo o a pennello fino ad assorbimento.
Elementi lignei. Interventi di pulitura, revisione e consolidamento necessari per garantirne una buona tenuta migliorandone le caratteristiche funzionali; pulitura tramite abrasivatura delle superfici anche con utilizzo di appositi svernicianti, stuccatura e rasatura con sostituzione delle parti eccessivamente degradate, incollatura o fissaggio mediante viti e bulloni, rinzeppamento dei fori; verniciatura dei manufatti con applicazione di una prima mano di vernice a smalto con lieve aggiunta di acquaragia, leggera pomiciatura a panno, applicazione di una seconda mano di vernice a smalto con esclusione di diluente.

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Mulino Baresi | Interni. Pulizia generalizzata di tutti gli elementi lapidei con acqua nebulizzata a bassa pressione, stuccatura di fessurazioni con malta di calce caricata con resina acrilica e polveri di marmo.

Pavimentazione in pietra. Verifica della stabilità del supporto di appoggio delle pietre eventuale rimozione del sottofondo di appoggio e ripristino del supporto con inerti di calce e sabbia e ricollocazione delle lastre esistenti; pulitura della superficie mediante lavaggio con acqua e spazzolatura; sigillatura dei giunti particolarmente sentiti con malta additivata a resina e inerte di cromia simile alla pavimentazione.
Pavimentazione in terra. Compattamento delle parti smosse e verifica delle pendenze e degli scoli di eventuali acque meteoriche o di condensa formatesi all’interno dell’edificio; consolidamento del piano di calpestio mediante la stesura d’inerte a spacco vibrato e da mescolarsi al piano di terra.
Elementi dei meccanismi. Si fa riferimento a tutti gli elementi mobili (ruote, sostegni, sospendite, funi) che costituivano gli strumenti per la macinatura e la torchiatura. Gli interventi necessari al ripristino della funzionalità degli strumenti di lavoro furono precisati a seguito d’indagine specifica sui singoli componenti, determinando interventi di: manutenzione semplice di elementi ben conservati, manutenzione con integrazione di parti mancanti, sostituzione di elementi degradati e non integrabili con nuovi elementi realizzati con tipologia e materiale analogo a quello esistente, realizzazione di nuovi elementi mancanti.
Interventi vegetazionali. Eliminazione della vegetazione infestante (specie arboree ed erbacce) con estirpazione meccanica che non alteri assolutamente i materiali componenti le murature e i paramenti, con taglio a raso con mezzi adatti a basso spreading di vibrazioni; trattamento con prodotti chimici con irrorazione delle superfici per eliminazione delle radici e dei semi penetrati in profondità con formulati commerciali specifici tipo Clorotriazina e Metossitriazina che non alterino le strutture murarie.

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Mulino Baresi | Esterni. Si è proceduto alla ricostruzione dei paramenti con elementi di recupero e integrazioni con materiale lapideo simile per cromia e dimensioni a quello originario e malte idrauliche. Per la chiusura delle fessurazioni è stata utilizzata malta di grassello di calce priva di sali adeguata al tono originario tramite cariche di marmi policromi e sabbie di granulometria differenziata. La sostituzione degli elementi lignei esterni della copertura è avvenuta con tavole simili alle esistenti e trattamento di consolidamento dei manufatti lignei con antitarlo, antimuffa e impregnante. Le lastre di ardesia recuperate sono state ricollocate con integrazione degli elementi mancanti con nuove di caratteristica cromatica e dimensione simili alle esistenti.

Interventi su manufatti esterni. Sistemazione delle disconnessioni ai muri di contenimento e al canale di adduzione dell’acqua con rimozione di materiali e depositi incoerenti, pulizia mediante lavaggio con acqua di rete, ancoraggio e consolidamento degli elementi originali smossi, sigillature e stilature con malta cementizia cromaticamente adeguata.

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Mulino Baresi | Restauro delle parti lignee.

IL CANTIERE DI RESTAURO
L’intervento di restauro del torchio mulino ha occupato un arco temporale di sette mesi.
La prima fase del restauro ha comportato la stabilizzazione e il consolidamento strutturale delle murature, che presentavano un quadro fessurativo ampio e diffuso, causato da assestamenti delle murature stesse per impoverimento delle malte e per azioni spingenti delle strutture lignee della copertura.
Mulino BaresiL’intervento di consolidamento, eseguito secondo le indicazioni dello studio di ingegneria Bosi e associati di Bergamo, ha comportato un’accurata sutura delle fessurazioni mediante l’impiego di malta a base di calce e inerti locali, limitando alle parti totalmente sconnesse un intervento di scuci-ricuci. In corrispondenza del coronamento, per contrastare le spinte derivanti dalla copertura, si è provveduto a spinare gli allettamenti di malta della tessitura muraria mediante inserti in tondino di acciaio inossidabile.
Successivamente al consolidamento delle murature si è proceduto al restauro della copertura lignea, composta da struttura principale con travi di colmo e rompitratta e travetti di falda con assito aperto. Dopo aver rimosso e conservato per il successivo riutilizzo la copertura in lastre di ardesia, si è proceduto al restauro degli elementi lignei mediante pulitura dei manufatti con spazzole di saggina e aria compressa a bassa pressione, realizzazione di reggiature di consolidamento e giunzione delle parti lignee.
Gli elementi eccessivamente degradati sono stati sostituiti con elementi analoghi in larice, in gran parte reperiti in loco. In particolare si ricorda che emerse la necessità di sostituire un dormiente di forma curva, che insisteva sul coronamento del corpo secondario con funzioni di casera. Vista l’indisponibilità commerciale di un tronco con caratteristiche analoghe, si procedette alla ricerca di una pianta di idonee caratteristiche nel bosco circostante, che fu così utilizzata per la sostituzione dell’elemento originario.
Tutti gli elementi della copertura furono trattati con antitarlo antimuffa e impregnante e infine si procedette alla ricollocazione delle lastre di ardesia recuperate con integrazione degli elementi mancanti con nuove di caratteristica cromatica e dimensione del tutto simili alle esistenti.
Analoga metodologia è stata impiegata per il restauro degli impalcati lignei presenti all’interno dell’edificio principale; per gli elementi metallici quali reggiature e chioderia si è provveduto a un’accurata pulizia manuale con spazzolatura, scartavetratura e microsabbiatura a bassa pressione, lavaggio con emulsioni e componenti detergenti, saldatura e stuccatura delle fessure e trattamento protettivo antiruggine con olio di lino cotto.
La seconda fase del restauro ha interessato i paramenti murari, sia quelli con pietra a vista sia quelli intonacati.
Le murature con pietra a vista furono accuratamente ripulite della vegetazione infestante presente tra i giunti e mediante accurato controllo delle stilature furono rimosse le malte decoese e successiva pulitura di tutte le superfici lapidee mediante spazzolatura con spazzole di ottone per la rimozione di velature di sporcizia, nerofumo e altro, seguiti da abbondante risciacquo con acque.
Si procedette poi, non appena la stagione invernale terminò, alla chiusura delle fessurazioni mediante l’inserimento di elementi lapidei integrati con malta di grassello di calce priva di sali adeguata al tono originario tramite cariche di marmi policromi e sabbie di granulometria differenziata e alla stilatura sottolivello delle fughe precedentemente rimosse con malta costituita da calce priva di sali additivata con polveri di marmo di idonea granulometria e cromia per ottenere un composto simile all’esistente.
Gli intonaci furono restaurati mediante preliminare verifica dello stato di coesione delle malte con eliminazione delle parti eccessivamente decoese, successiva pulitura delle superfici con acqua nebulizzata a bassa pressione e spazzole morbide e consolidamento delle porzioni di intonaco esistente con iniezioni puntuali con malta di calce. Mulino BaresiLe lacune furono integrate con intonaci a base di calce idraulica priva di sali solubili applicata a due riprese.
A proposito della ricerca degli inerti più idonei da impiegare, si ricorda che furono eseguite molteplici campionature utilizzando inerti di diversa provenienza, dalle sabbie del Ticino a inerti provenienti dalla macinatura di pietre locali, ma nessuna raggiungeva le caratteristiche cromatiche richieste, che fossero le più simili possibili agli intonaci esistenti originari.
Si procedette così all’esecuzione di un campione realizzato impiegando la sabbia presente nel letto del torrente della valle, ed essa risultò di gran lunga la più idonea. Così gli inerti che composero la malta di stilatura furono raccolti interamente in loco.
Gli elementi lignei quali architravi, spalle e piane furono oggetto d’interventi di pulitura, revisione e consolidamento al fine di garantirne una buona tenuta migliorandone le caratteristiche funzionali mediante abrasivatura delle superfici anche con utilizzo di appositi svernicianti, stuccatura e rasatura con sostituzione delle parti eccessivamente degradate, fissaggio mediante viti e bulloni e rinzeppamento dei fori e verniciatura con protettivi.
I pavimenti, parte in pietra e parte in terra battuta, furono accuratamente verificati con parziale ripristino del supporto di appoggio delle lastre di pietra con inerti di calce e sabbia e ricollocazione delle lastre esistenti, pulitura della superficie mediante lavaggio con acqua e spazzolatura e sigillatura dei giunti particolarmente sentiti con malta e inerte di cromia simile alla pavimentazione.
Le pavimentazioni in terra furono compattati nelle parti smosse e ricalibrate le pendenze e degli scoli di eventuali acque meteoriche o di condensa formatesi all’interno dell’edificio; fu infine consolidato il piano di calpestio mediante la stesura di inerte a spacco vibrato mescolato al piano di terra.
La terza fase del restauro ha riguardato il restauro e la rifunzionalizzazione degli elementi componenti i meccanismi di lavorazione presenti, dopo un accurato studio sul loro funzionamento, anche in analogia con meccanismi e strumenti di lavoro analoghi. Si fa riferimento a tutti gli elementi mobili (ruote, sostegni, sospendite, funi) che costituivano gli strumenti per la macinatura e la torchiatura.

Mulino Baresi
Mulino Baresi | Interni. Pulizia generalizzata di tutti gli elementi lapidei con acqua nebulizzata a bassa pressione, stuccatura di fessurazioni con malta di calce caricata con resina acrilica e polveri di marmo. Ultimato il restauro, fu allestito un museo con il pieno ripristino delle funzionalità di macinatura e spremitura, l’esposizione di tutti gli attrezzi di lavoro e di pannelli a carattere storico e didattico, la visita alla captazione dell’acqua del canale e ai fabbricati a valle, che ospitavano gli altri opifici un tempo presenti.

Gli interventi necessari al ripristino della funzionalità degli strumenti di lavoro furono precisati a seguito di indagine specifica sui singoli componenti, determinando interventi di: manutenzione semplice di elementi ben conservati (la macina del grano); manutenzione con integrazione di parti mancanti (il torchio per la spremitura delle olive); sostituzione di elementi degradati e non integrabili con nuovi elementi realizzati con tipologia e materiale analogo a quello esistente (la ruota esterna della macina), reimpiegando gli originari elementi metallici che la componevano (cunei, bronzine, cerchiaggi in ferro e chiodi); realizzazione di nuovi elementi mancanti in ferro quale stilemi che consentissero la comprensione del funzionamento dei meccanismi stessi (ruota di demoltiplica del torchio e macina verticale).
Fu infine ripulito e consolidato il canale di adduzione dell’acqua con rimozione di materiali e depositi incoerenti presenti all’interno, eliminazione della vegetazione infestante, ancoraggio e consolidamento degli elementi originali smossi, sigillatura e stilatura con malta cementizia cromaticamente adeguata e ripristino della funzionalità delle paratie di governo del flusso d’acqua.
Terminato il restauro si procedette all’allestimento museale mediante la ricollocazione di parte degli oggetti e attrezzi che erano stati conservati dopo la cessazione dell’attività dell’opificio e la messa in funzione, a scopo dimostrativo e didattico, della macina del grano e del torchio e la realizzazione di un impianto di illuminazione caratterizzato da soffuse luci d’ambiente e luci d’accento tese a focalizzare le varie zone di lavoro.

Cenni storici
È documentata l’esistenza di macchinari per la torchiatura (torchio per olio di noci) e per la macinatura (mulino di frumento e granturco) e di una pesta fin dal 1615. Dal 1672 fino alla prima guerra mondiale in modo continuativo, e più irregolarmente fino al 1995, l’attività fu svolta da membri della famiglia Gervasoni, che era anche proprietaria dell’edificio. Vi sono diverse date incise e dipinte:

  • 1672, 1677, 1783 sul torchio
  • 1673 sulla facciata
  • 1674 sulla macina

Nel 1700 furono integrati e rinnovati i meccanismi, e potenziato il sistema di canalizzazione dell’acqua quale forza motrice. Dal 1845 cessò l’attività della pesta e, nel 1926, quella del torchio per intervento dell’autorità finanziaria, che esigeva un esatto rendiconto circa i quantitativi di olio spremuti annualmente, e che pose al torchio stesso i sigilli. L’attività del mulino è continuata fino al 1995.

Chi ha fatto Cosa
Luogo: Località Baresi – Roncobello (Bg)
Denominazione: Antico torchio e mulino
Committente: Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano
Progetto e direzione dei lavori: Arch. Leonardo Angelini, Bergamo
Progetto strutturale: Ing. Giovanni Bosi e Associati, Bergamo
Impresa esecutrice: Impresa Pandini spa, Bergamo

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