Modulo abitativo | Biosphera 2.0

Biosphera 2.0, modulo sperimentale a consumo zero

La casa del futuro è tutta in 25 mq. Con il suo tour sta passando dai -15° notturni ai piedi del Monte Bianco ai +40° del periodo estivo. Utilizzata la lana di roccia Rockwool. Per le facciate il sistema d'isolamento a cappotto Redart, per la copertura il pannello rigido in lana di roccia non rivestito a doppia densità Durock Energy.

La casa sperimentale «Biosphera 2.0» è un modulo di 25 mc lunga 13 m e larga 3 m: è a consumo zero e insegue il maggior benessere coniugando la tradizione del legno e del lavoro artigianale con la tecnologia del domani.
Il legno usato per la struttura del modulo è certificato secondo i criteri di massima sostenibilità imposti dal Pefc.

Pianta del modulo abitativo Biosphera 2.0
Pianta del modulo abitativo Biosphera 2.0

La casa è infatti provvista di tutti i servizi necessari: cucina a induzione, illuminazione a Led, riscaldamento e raffrescamento allo scopo di garantire in diverse soluzioni ambientali, in autonomia e senza ricorrere a reti di energia esterna, una temperatura compresa tra i 21° in inverno e i 25° in estate.

Guido Callegari | Docente di Tecnologia dell'architettura al Politecnico di Torino
Guido Callegari | Docente di Tecnologia dell’architettura al Politecnico di Torino

Il prof.Guido Callegari, docente di Tecnologia dell’architettura al Politecnico di Torino, la definisce «una svolta nel modo di costruire e di abitare». La casa costa tra i 1.450 e i 1.550 euro al mq.

Casa vagabonda. L’hanno definita «casa vagabonda» e tale lo è visto che dopo questi mesi dove è stata ubicata (a rimorchio) a Courmayeur e ad Aosta sarà a maggio a Milano (fino a luglio) e poi passerà l’estate a Rimini per tornare a Torino in autunno-inverno e concludere il suo tour a Lugano nei primi mesi del 2017, passando quindi dai -15° notturni ai piedi del Monte Bianco ai +40° della Riviera Romagnola.
biosphera 2.0La casa viene testata da 24 persone tutti accompagnati da un braccialetto che memorizzerà la qualità della loro vita. Il modulo ideato da Aktivhaus che fa case a risparmio energetico ha avuto come promotore il Politecnico di Torino dad (team Woodlab Polito) e la Vallée d’Aoste Structure.
Si tratta del progetto risultato vincitore tra i 15 concept presentati e per testare la percezione dell’ambiente esterno si è coinvolto anche il prof. Giuseppe Barbiero, docente universitario di Ecologia dei sistemi ad Aosta.
biospfera 2.0Al centro del modulo viaggiante c’è il motore, una batteria al sale con piastre in nichel, risultato di 2 brevetti del produttore Fiam e di Une di Correggio (Re), società che l’ha adottata in ambiente abitativo.

Mirko Taglietti, ideatore della Casa a consumo zero.
Mirko Taglietti, ideatore della Casa a consumo zero.

I partecipanti al progetto Biosphera 2.0. Il progetto é stato promosso da Aktivhaus, Politecnico di Torino dad, università della Valle d’Aosta, Vallée d’Aoste Structure e dagli istituti Zephir, Minergie  e Pefc  con il patrocinio della Regione Valle d’Aosta e con la partecipazione di diverse aziende nazionali e internazionali: Rockwool , Artuso Legnami, Be-eco, Fermacell, Hella, Internorm, Lape, Mezzi Termoidraulica, New Sermifer, Porcelanosa, T&T, Thermal Tecnology, Une, Xella, Zehnder.

rockwoolLana di roccia Rockwool per isolare pareti e copertura. Rockwool ha collaborato come partner tecnico per isolare il modulo, facendo sì che la temperatura, l’acustica e il comfort interno rimanessero invariati anche in presenza delle massime escursioni termiche o di elevato inquinamento acustico. L’utilizzo della lana di roccia Rockwool è risultato fondamentale: in particolare per le facciate sono stati utilizzati il sistema di isolamento a cappotto Redart e, per ottenere un specifico effetto estetico, la  nuova soluzione per l’isolamento e il rivestimento di facciate ventilate Redair. Per la copertura è stato utilizzato il pannello rigido in lana di roccia non rivestito a doppia densità Durock Energy.

Soluzioni Rockwool nei dettagli.  Sulla parete Tipo 1, con struttura in X-Lam di 100 mm è stata adottata, sul lato esterno la soluzione Redair che prevedeva, in questo caso, l’utilizzo del pannello a media densità Rockwool Fixrock Vs 033 di spessore 160 mm, abbinato al pannello di finitura Rockpanel Metallics di spessore 8 mm sulla sottostruttura in legno. Sul lato interno è invece stata montata una controparete in Fermacell, con il pannello rigido in lana di roccia non rivestito a media densità Rockwool Acoustic 225 Plus e spessore totale 100 mm (30 + 70).
rockwoolSulla parete Tipo 2, con struttura in X-Lam di 100 mm, è stata adotttata ancora la soluzione Redair sul lato esterno (sempre con Rockwool Fixrock VS 033, questa volta di spessore 240 mm e Rockpanel Metallics di spessore 8 mm applicato su una sottostruttura in legno). Sul lato interno è stata montata una controparete in Fermacell con un pannello rigido in lana di roccia non rivestito a media densità Rockwool Acoustic 225 Plus di spessore totale 100 mm (30 + 70).
Sulla parete Tipo 3, con struttura in X-Lam di 100 mm, si è invece optato per il sistema di isolamento a cappotto Redart sul lato esterno costituito dal pannello Rockwool Frontrock Max Plus di spessore 160 mm con la finitura Redart Silicone. Sul lato interno è poi stata montata una controparete in Fermacell con pannello rigido in lana di roccia non rivestito a media densità Rockwool Acoustic 225 Plus di spessore totale 100 mm (30 + 70).

Esploso assonometrico
Esploso assonometrico

Per realizzare la copertura in lamiera non ventilata è stato adottato il pannello isolante Rockwool Durock Energy di spessore 200 mm all’ estradosso. All’intradosso è stato invece montato un controsoffitto in Fermacell in aderenza con il pannello rigido in lana di roccia non rivestito a media densità Rockwool 225 Plus di spessore 80 mm.

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