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The Architect effect: l’indagine sul ruolo dell’architetto nello scenario edilizio attuale

In un panorama edilizio in cui sempre più spesso l'identità dell'architetto sembra virare dall’"ideatore di progetto" al principale "coordinatore di progetto”, The Architect Effect cerca di fare chiarezza riguardo il ruolo dell’architetto nelle dinamiche progettuali di oggi, i vuoti informativi da colmare nel processo realizzativo e il rapporto con innovazione e sostenibilità.

Bmi Group ha condotto, su un campione di 1.850 architetti in Europa e Asia, la ricerca “The Architect Effect”, un’indagine riguardo il ruolo dell’architetto nelle dinamiche progettuali di oggi, i vuoti informativi da colmare nel processo realizzativo e il rapporto con innovazione e sostenibilità.

Secondo tale ricerca meno di un quarto degli architetti ha affermato di avere totale libertà nella scelta di nuovi materiali, tecnologie e soluzioni e, addirittura uno su cinque, riferisce di non avere alcuna libertà in merito. Nell’ambito del confronto con i committenti, infatti, l’autonomia decisionale risulta essere sempre più ridotta incidendo significativamente sull’intero processo progettuale.

Bmi Group | The Architect effect.

L’indagine evidenzia le aree su cui lavorare per rimettere al centro la figura dell’architetto individuando i tre principali gap del settore che è necessario colmare per un’edilizia a prova di futuro. Il primo tra questi è la mancanza di collaborazione con la committenza, mentre il secondo gap è quello del cosiddetto “vuoto informativo”.

Un terzo degli architetti, infatti, afferma che la mancanza di referenze di qualità sia la principale barriera nell’individuare e proporre nuovi materiali nei propri progetti. A ciò si aggiunge, per un terzo degli architetti intervistati, la mancanza di accesso a informazioni dettagliate sui prodotti.

In terzo luogo, vi è il gap di innovazione. Nonostante la cultura normativa e progettuale abbia dato notevole risalto alle soluzioni più moderne, la ricerca di BMI Group dimostra che, nel concreto, l’adozione di questi strumenti è sorprendentemente bassa.

I risultati evidenziano che il 51% degli architetti non fa ancora uso di tecnologie o processi innovativi come la stampa 3d o la modellazione Bim, che rappresenta un esempio specifico di come la conoscenza dello scambio di informazioni digitali e l’ambiente comune di dati possano offrire all’utente una posizione più influente all’interno di un progetto complesso.

Qualsiasi perdita di influenza all’interno del processo di costruzione rende, inoltre, più difficile per gli architetti affrontare due delle principali sfide moderne dell’edilizia: la sostenibilità e l’adattabilità. Sempre dalla ricerca emerge che il 77% degli architetti concorda sul fatto che la sostenibilità sia più importante nell’architettura contemporanea rispetto a 10 anni fa.

Non si tratta semplicemente di un aspetto da considerare nel programma ma sta diventando un sistema metrico decisivo per la misurazione del successo di un progetto, anche perché il 72% degli architetti dichiara che il committente sia già orientato verso una richiesta di utilizzo di materiali sostenibili.

L’esplorazione delle soluzioni di copertura rappresenta, in particolare per gli architetti, una delle principali esigenze per risolvere i problemi degli edifici contemporanei, nonché un esempio concreto per affrontare un processo di cambiamento: il 79% degli intervistati riconosce alle coperture un’importanza fondamentale nel garantire la sostenibilità e l’adattabilità di un progetto di edilizia moderno e 1 su 4 è interessato ai tetti che aumentano la biodiversità e lo spazio verde.

Carlos Hernandez Puente | Managing Director Italia, Spagna e Portogallo Bmi Group.

Carlos Hernandez Puente | Managing Director Italia, Spagna e Portogallo Bmi Group

«Di fronte a processi molto più complessi e frammentati rispetto al passato, l’architetto moderno ha l’opportunità di far evolvere la propria professionalità costruendo un bagaglio più ampio di competenze e attitudini che superino le competenze tecniche. Con questa ricerca, vogliamo enfatizzare la sua centralità come figura professionale di primo piano nella progettazione moderna e quanto il cosiddetto «Architect Effect» generi un vero valore aggiunto». (vb)

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