Intervista a Giancarlo Raggi | Presidente Ance Bologna  

Bologna, città del Saie, per una nuova cultura dell’abitare

«Senza opere pubbliche, senza la fiducia dei cittadini nel futuro e nell’investimento immobiliare non si può certo immaginare un costruttore invogliato a investire. In mancanza di un vero cambiamento procedurale che investa le stazioni appaltanti pubbliche è difficile riuscire nell’intento. Pensiamo anche solo al Bim. I costruttori qui a Bologna ne parlano, fanno formazione, ma la pubblica amministrazione va a una lentezza spaventosa….».
Giancarlo Raggi | Presidente Ance Bologna.
RAGGI COSTRUZIONI… DAI PRIMI ANNI ‘60 | Fin dai primi anni ‘60, Raggi si è posta sul mercato di Bologna e Provincia come operatore d’iniziative immobiliari finalizzate alla costruzione e alla vendita d’alloggi. Raggi Immobiliare e Raggi Costruzioni fanno parte di un gruppo organico di società, tutte appartenenti alla filiera del settore edilizio e facenti capo alla famiglia Raggi. «Per questo – recita il profilo sul sito aziendale – a differenza della maggior parte degli altri operatori edili presenti sul mercato, noi della Raggi ci distinguiamo per la vendita diretta agli utenti finali senza oneri d’intermediazione aggiunti e offriamo il servizio di vendita dell’eventuale usato a condizioni di massima concorrenza. Costruttori per vocazione, noi di Raggi crediamo nella cultura dell’abitare, nell’attenzione ai particolari e nella massima cura per la scelta dei materiali e dei componenti. Quando costruiamo la tua futura casa, lo facciamo con la dedizione e l’impegno di chi si cura della qualità e del valore dell’abitare. Per noi di Raggi, «casa» non è solo l’abitazione che scegliamo, ma anche il contesto in cui vogliamo vivere. Per questo utilizziamo le tecnologie più innovative rivolte al risparmio energetico con una particolare attenzione all’isolamento acustico e alla salvaguardia dell’ambiente, realizzando edifici in zone di pregio e appartamenti costruiti con cura».

(di Livia Randaccio) – La città di Bologna sembra tutta proiettata nel futuro: lo testimoniano i nuovi spazi per la formazione scientifica, di eccellenza, quali il Manifattura di arte, Sperimentazione e Tecnologia (Mast, realizzato nel 2013) e l’Opificio Golinelli, un autentico baluardo della cultura (è del 2008). Lo testimonia la vivacità dell’Università e fa fede l’attenzione che i bolognesi prestano alle scelte delle amministrazioni comunali che si sono succedute, in particolare sui temi del risanamento urbano e della viabilità, memori della grande azione compiuta dal prof. Pierluigi Cervellati, l’urbanista che nelle sue mansioni di assessore lanciò il Piano di Salvaguardia, Risanamento e Restauro del centro storico, Piano passato alla storia come quello della «Città bella» (era la fine degli anni ‘60 e l’inizio del decennio dei ‘70). La città ha sviluppato pochi nuovi insediamenti residenziali, rilevanti investimenti nella medio-grande distribuzione (lo scorso anno ben nove centri vendita), è stato realizzato il polo degli uffici comunali, si svilupperà una rilevante azione pubblica per riqualificare le periferie; ci pare strategica la vicenda del Passante Nord, opera ritenuta d’importanza considerevole visto che il traffico che pesa sulla città è tra i più pesanti tra i nodi urbani nazionali. Per ora il progetto del Passante Nord è stato ridimensionato a Passante di Mezzo ed incontra ancora forti opposizioni. Sempre in tema di connessioni è in dirittura di arrivo del People Mover (progetto della monorotaia veloce sopraelevata – 7 km) che vuole collegare la stazione con l’aeroporto. C’è poi la Fiera che giustamente attende un suo rilancio, a partire dall’edilizia. E di questi temi, a cominciare dalla nuova edizione del Saie, ne parliamo con Giancarlo Raggi, presidente di Ance Bologna.

«Mi ha sempre colpito il Cersaie un’offerta così ampia di proposte e d’incontro con la filiera. Ritengo che questa sia la chiave per un evento fieristico di successo: creare un forte interesse all’incontro tra gli operatori di filiera e fra questi e gli investitori. Il Saie è un brand della nostra città ma ha bisogno di essere fortemente rilanciato, complice la trasformazione strutturale che ha investito l’industria tutta ma le costruzioni in specie, la manifestazione negli ultimi dieci anni ha subito una decisa battuta d’arresto. Quest’anno BolognaFiere ha dato vita a una partnership con un gruppo privato (Senaf, parte del Gruppo Editoriale Tecniche Nuove) proprio per condividere un progetto di rilancio dell’evento che riporti l’edilizia al centro del motore di sviluppo dell’industria delle costruzioni. Nel nostro settore se da un lato si sono bloccati gli investimenti (tranne poche eccezioni, Milano per esempio) dall’altro si sono imposti nuovi modelli costruttivi, materiali e impianti innovativi finalizzati a rendere il costruito confortevole, salubre, sicuro. Per non parlare dello sviluppo del processo edilizio, dall’ideazione alla manutenzione del ciclo di vita dei manufatti, basati su modelli digitali (leggi Building Information Modeling) che modificheranno non solo la produzione edile ma cambieranno i processi di produzione delle imprese di costruzione e dell’intera filiera, compresa la pubblica amministrazione. Bisogna riuscire a creare una nuova cultura dell’abitare, ecco mi piacerebbe che il Saie riuscisse a fare questo, riuscisse a dettare delle tendenze».

Condividiamo il suo pensiero… ma senza una forte politica degli investimenti pubblici come può ripartire il settore?

«Senza opere pubbliche, senza la fiducia dei cittadini nel futuro e nell’investimento immobiliare non si può certo immaginare un costruttore invogliato a investire. In mancanza di un vero cambiamento procedurale che investa le stazioni appaltanti pubbliche è difficile riuscire nell’intento. Pensiamo anche solo al Bim. I costruttori qui a Bologna ne parlano, fanno formazione, ma la Pubblica Amministrazione va a una lentezza spaventosa. La Pubblica Amministrazione non collabora, eppure nel nuovo Codice degli Appalti alla figura del Rup (Responsabile Unico del Procedimento) è stato attribuito un profilo di Project Manager, prevedendo esplicitamente il possesso di conoscenze specifiche di project management e, per alcune tipologie di appalti pubblici, anche il possesso della qualifica specifica. Nell’attuazione del Codice dei Lavori Pubblici a livello territoriale riscontriamo una forte “diffidenza” delle stazioni appaltanti ed in particolare delle Cuc (Centrali Uniche di Committenza) e del Comune di Bologna a valorizzare l’apporto delle imprese del territorio. Le stazioni appaltanti non utilizzano gli spazi che la normativa consente per promuovere le imprese del territorio. La verità è che la politica e l’Amministrazione Pubblica locale non hanno ancora preso coscienza che bisogna rilanciare l’edilizia».

Come i costruttori possono incidere per rendere «bella» Bologna?

«Possono fare tantissimo utilizzando al meglio la nuova legge urbanistica che si focalizza sul recupero della città esistente. L’impegno dei Comuni, come accennavo anche prima, dev’essere importante, molte sono infatti le norme che oggi ostacolano il recupero dell’esistente. Occorre una presa di coscienza di tutti gli attori pubblici e istituzionali coinvolti per dare la possibilità concreta ai proprietari di condomini di riqualificare gli stabili. Pensi solo al fatto che il 70% dei fabbricati in centro storico non ha l’ascensore. Farlo ora con la nuova normativa antisismica è oneroso e difficoltoso. Bisogna rendere appetibile l’acquisto di immobili riqualificati e l’occasione va estesa alla riqualificazione della città. C’è un problema di parcheggi, di viabilità e servizi di trasporti. Bologna non volle la Metropolitana e ora il People Mover, è insufficiente. Il Passante di Mezzo è oggi un’opera indispensabile che con ogni probabilità fra 5/10 anni sarà già satura. Per far partire la rigenerazione urbana abbiamo fatto proposte e suggerito premialità: il dialogo con l’Amministrazione è aperto».

Un’ultima considerazione: la sua è un’impresa di terza generazione, come sta rispondendo alle esigenze dell’attuale mercato dell’abitare?

«La Raggi Costruzioni (impresa capogruppo) è un immobiliare che progetta, costruisce e vende, ha un proprio studio di progettazione e di sviluppo immobiliare e una propria agenzia immobiliare. In futuro lavoreremo di più sulla riqualificazione, gestione e manutenzione e anche come Ance Bologna siamo molto concentrati su questo fronte. Ci stiamo organizzando per gestire gli strumenti di agevolazione fiscale (Ecobonus e Sismabonus) per finanziare la riqualificazione sfruttando anche gli incentivi volumetrici varati dal comune di Bologna per facilitare queste operazioni».

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