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Bologna: rigenerazione urbana e il grande modello di Smart community

Nel capoluogo felsineo la rifunzionalizzazione di intere aree e di spazi pubblici e privati periferici. Il modello Smart living system ha per fine la realizzazione di un modello di Smart community: la ricerca verterà sul caso reale del territorio di Castel Bolognese.

Urbanpromo, la manifestazione nazionale di riferimento per la rigenerazione urbana organizzata dall’Istituto nazionale di urbanistica e da Urbit, propone nella sua gallery i progetti che hanno partecipato all’ultima edizione della manifestazione.

A Bologna: Mercato Navile, Lazzaretto e quartiere Pilastro

Bologna ha presentato una rassegna degli strumenti messi in campoper la rigenerazione urbana della città: una città in crescita, con popolazione effettiva e temporanea in aumento, economia in lieve ripresa e nuove importanti infrastrutture in realizzazione (nuova stazione Av, People Mover per il collegamento rapido stazione-aeroporto in costruzione, nuove filovie urbane, allargamento di tangenziale e autostrada in corso di progettazione).

Le strategie urbanistiche che accompagnano la crescita di Bologna fanno leva sulla rigenerazione, la riqualificazione e la rifunzionalizzazione di aree, spazi, edifici già esistenti, per lo più collocati fuori dal centro città, adeguandoli a nuovi usi.

A nord sono due le grandi aree in trasformazione:

  • il Mercato Navile, dove nei 30 ettari di superficie dell’ex mercato ortofrutticolo sta sorgendo un nuovo quartiere con uffici, abitazioni, servizi pubblici
  • il Lazzaretto, un’area di 73 ettari dietro l’Ospedale Maggiore servita dalla futura fermata intermedia del People Mover, in cui si stanno realizzando residenze, nuove sedi universitarie con terziario e commerciale diffuso.

Nuovi piani urbanistici mettono in gioco, in zone variamente sparse sul territorio comunale, diverse aree private (per lo più aree produttive dismesse), e patrimoni pubblici in disuso (immobili e aree demaniali, ex caserme, ex spazi ferroviari) che possono innescare trasformazioni di grande rilievo a beneficio di tutta la città. Significativo è poi l’articolato progetto di rilancio del Pilastro (grande quartiere abitativo popolare a nord-est, oggi degradato in termini sia fisici che economico-sociali) candidato, insieme al progetto di recupero di un ex parcheggio come nuova sede dei laboratori della Cineteca di Bologna, al bando nazionale per la riqualificazione delle periferie.

Modello Smart living system

Rigenerazione urbana anche se con approccio differente al centro anche del progetto di EI4Smart srl. L’attività è finalizzata alla realizzazione di un modello di Smart community per la valorizzazione del territorio e prevede l’elaborazione di una proposta volta a mettere in luce, nel territorio individuato, le peculiarità attraverso cui declinare metodi e strumenti per la rigenerazione urbana, il coinvolgimento delle comunità, l’ottimizzazione di servizi alla persona, l’integrazione dei processi decisionali, la promozione di pratiche legate alla sostenibilità ambientale e alla mobilità, l’applicazione critica di sistemi tecnologici.
L’attività di definizione del modello denominato Smart living system (metodologia progettuale, modello di business, modello operativo, modello implementativo, modello di valutazione dell’impatto socio-ambientale) si articola secondo filoni di seguito specificati:

  1. Analisi dello stato dell’arte di questo ambito specifico con individuazione di best practices.
  2. Interpretazione delle dinamiche in atto sul territorio preso a campione, per darne una nuova e diversa interpretazione sia culturale (storytelling) sia programmatica. I temi di indagine in partenza saranno: mobilità, ambiente, energia e sicurezza.
  3. Definizione di un modello innovativo per la costruzione di una smart community in grado di creare, e redistribuire, valore pubblico, individuazioni di azioni concrete.

Nello specifico il programma delle attività di Analisi di fattibilità del modello per la realizzazione di una Smart community territoriale si svilupperà nelle seguenti fasi elencate di seguito

  1. Definizione del «modello di valore» della Smart community.
  2. Definizione delle opportunità di sviluppo della Smart community.
  3. Scelta della soluzione da implementare attraverso la verifica di soggetti abilitatori.
  4. Analisi dell’impatto sulla progettazione della Smart city.
  5. Preparazione del «Business case» del progetto.
  6. Definizione del «Piano di implementazione del progetto» e degli accordi sottostanti

La ricerca si baserà sul caso reale del territorio di Castel Bolognese che potrà considerarsi un modello metodologico per i piccoli e medi comuni italiani attraverso tre pilar, condivisi dalla letteratura di settore: la community definisce chi collabora, il social media dove collabora, la proposta di valore perché collabora. Il perimetro sono i diversi territori (la strada, il quartiere, la città, l’area vasta).
Il sistema di interazione descritto è capace di generare un nuovo soggetto, sia economico che sociale, il «proxsumer» (un neologismo ottenuto dalla crasi delle parole prosumer e proximity). Nel proporre nuove interazioni, prodotti e servizi, trasforma di fatto comunità di intenti in comunità di azione concorrendo alla creazione di valore e ponendosi come terminale di nuovi modelli di redistribuzione: il nuovo cittadino cardine dello smart planning (Smart living system).

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