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Brancaccio (Ance): «con lo stop immediato al 110% a essere penalizzate saranno le fasce deboli e i condomini delle periferie»

In materia di bonus edilizi, Ance continua a chiedere un confronto con il Governo per evitare che a pagare siano i più deboli e le imprese regolari.

“Siamo consapevoli della necessità del Governo di tenere sotto controllo la spesa”, spiega la Presidente Ance Federica Brancaccio, “ma cambiare le regole del superbonus in 15 giorni significa penalizzare soprattutto i condomini che sono partiti per ultimi”.

Quelli cioè, spiega la Brancaccio, “delle periferie e delle fasce meno abbienti che per far partire i lavori hanno avuto bisogno di tempi più lunghi e della necessità di vedere interamente coperti finanziariamente gli interventi”.

“Per questo chiedevamo e continuiamo a chiedere un confronto con il Governo in modo serio e responsabile per evitare che a pagare siano i più deboli e le imprese regolari” continua la Presidente Ance.

Per quanto riguarda lo sblocco dei crediti incagliati, “apprezziamo l’attenzione del Governo e del Ministro Giorgetti in particolare, ma attendiamo di capire che soluzione si è studiata per evitare che tante imprese falliscano per mancanza di liquidità e questo sì con un costo sociale ed economico insostenibile per la collettività”.

“Se il credito di imposta non sarà monetizzabile ancora una volta gli interventi potrà farli solo chi ha disponibilità economica e possibilità di compensare direttamente: dunque solo i più abbienti”.

Peraltro, come già sottolineato anche dalle organizzazioni sindacali “l’effetto combinato delle modifiche al superbonus e della mancata monetizzazione dei crediti fiscali acquisiti genererà un aumento della disoccupazione ed effetti depressivi sul Pil con ovvie ricadute anche sui conti dello Stato”.

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