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Brescia Next: l’edilizia che riparte dal territorio e punta alla crescita sostenibile

La provincia di Brescia è la quinta area demografica ed economica del Paese. Gli operatori del territorio, riuniti nel tavolo di lavoro Brescia Next, hanno messo a punto una serie di proposte che mette a sistema i principali attori economici e i detentori di competenze per un modello di sviluppo post-crisi di crescita sostenibile. Focus operativi un progetto di rinascimento urbano e di riqualificazione degli edifici scolastici. 

Tiziano Pavoni | Presidente Ance Brescia

«Lasciatemi dire che l’orizzonte di Brescia dev’essere italiano e internazionale. Serve un cambio immediato di paradigma, dobbiamo uscire dal provincialismo, dalle abitudini, dall’immobilismo».

Con Brescia Next il territorio fa rete e cerca di assumersi le sue responsabilità in termini di analisi, proposte e operatività.

  • Sistema Ance Brescia, professionisti dell’edilizia, università, Camera di commercio e Confindustria hanno deciso di lavorare insieme per:
  • realizzare un’analisi strategica del territorio
  • individuare ambiti d’investimento
  • individuare e valorizzare le risorse disponibili
  • produrre una visione condivisa del futuro del territorio di Brescia per uno sviluppo integrato e sostenibile.

La provincia di Brescia è la quinta area demografica ed economica del Paese eppure presenta consistenti elementi di criticità rispetto al passato pre-crisi. Il modello di sviluppo per il futuro si gioca oggi sulla sostenibilità, sull’innovazione e sull’integrazione di capacità e risorse da parte del sistema territorio. Vediamo le riflessioni  e le idee progettuali di sviluppo messe in campo.

Step del tavolo di lavoro Brescia Next su cambiamento e investimenti

  1. Individuare le vocazioni sociali-economiche- ambientali dei diversi ambiti territoriali che caratterizzano la provincia: una visione a 20 anni
  2. Realizzare una swot analysis concreta per ogni ambito territoriale che individui i punti di forza, punti di debolezza, le opportunità, le minacce
  3. Individuare i nodi strategici dello sviluppo
  4. Analisi rispetto ai nodi individuati di quello che è già in atto, di quello che è fermo, di quello che non c’è
  5. Analisi delle potenzialità delle risorse disponibili, su vari piani, pubblici e privati
  6. Percorso operativo di sintesi per i decisori pubblici e privati.

Rigenerazione urbana e tutela ambientale

Rinascimento Urbano è il nuovo modello d’intervento di Brescia Next nel campo della rigenerazione urbana che parte dalle aree critiche delle città, applicando un percorso di partenariato pubblico e privato diffuso, in grado di attivare la partecipazione e integrare diversi livelli d’intervento e di risorse finanziarie.

Il modello s’ispira agli obiettivi posti dal Trasforming our world. The 2030 agenda for sustainable development dell’Onu, dall’Agenda Urbana dell’Unione Europea; dalla Carta di Bologna per l’ambiente. Le Città metropolitane per lo sviluppo sostenibile; dalla Strategia Europa 2020 che sottende la programmazione dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi Sie), 2014-2020 e i primi indirizzi della programmazione 2021-2027.

Rigenerazione urbana, recupero edilizio, riqualificazione energetica e smart grid sono i settori d’intervento più dinamici, in grado di sviluppare i più ampi benefici sulla qualità della vita in città oltreché il maggior impatto occupazionale.

Occorre individuare forme innovative di agevolazione e sostegno finanziario per i programmi di sviluppo urbano, in particolare studiando e proponendo un veicolo che recuperi e consenta di utilizzare fondi europei in Partenariato Pubblico e Privato oggi disponibili, e risorse private esistenti normalmente non prese in considerazione.

Nel 2018 in Italia 90 miliardi di euro sono stati destinati alla manutenzione straordinaria del patrimonio esistente, di cui 51 miliardi di euro per l’edilizia residenziale. Secondo le stime del Cresme, 28 miliardi di euro dei 51 sono stati incentivati dalle agevolazioni fiscali. Si tratta quindi d’investimenti privati di gande rilevanza, effettuati soprattutto nelle città.

Si tratta però di risorse disperse, non portate a sistema, fatte di tanti piccoli interventi di riqualificazione minuta. Mercato troppo piccolo, incentivato con politiche fiscali generiche. Una grande sfida potrebbe essere quella di portare parti di queste risorse a sistema, fare in modo che i micro e medi interessi privati siano una parte di progetti di riqualificazione su scala urbana ampia, promossi dall’attore pubblico.

Si tratta di pensare a un piano ampio di riqualificazione urbana e territoriale integrato sul piano sociale-energetico-digitale- edilizio, che possiamo chiamare “piano di rinascimento urbano”, costituito da diversi aspetti: interventi minuti da ‘iscrivere’ al progetto, interventi esistenti di riqualificazione pubblica portati a sistema, progetti di riqualificazione e valorizzazione immobiliare più importanti, e interventi di “coesione sociale”, portati a sistema.

Il tutto sostenuto da una visione organica e da risorse varie e integrate. Il Piano di Rinascimento Urbano si propone di sviluppare un modello di riqualificazione sociale e edilizia pensato per ambiti urbani e territoriali compresi tra i 10mila e i 150mila abitanti, così come definito dalle strategie di sviluppo locale partecipativo dei fondi strutturali europei, mediante una forma innovativa di partenariato pubblico privato e di partecipazione sociale.

Gli obiettivi del piano di rinascimento urbano

  1. Sostenere la transizione verso un’economia sostenibile a basse emissioni di carbonio in ambito urbano
  2. Sviluppare investimenti in nuove reti tecnologiche in grado di modernizzare i servizi urbani
  3. Realizzare interventi di valorizzazione, efficientamento energetico e messa in sicurezza di patrimonio pubblico e privato
  4. Avviare uno “sviluppo locale partecipativo” rafforzando l’identità territoriale
  5. Contribuire al miglioramento delle condizioni di vita di fasce sociali fragili attraverso interventi di rigenerazione urbana e coesione sociale.

Risorse finanziarie, canali di finanziamento

  1. Strumenti finanziari dell’Unione Europea e in particolare i Fondi strutturali Europei, o i fondi per gli obiettivi di finanziamento della Bei
  2. Le risorse finanziarie disponibili con i fondi pubblici italiani (nazionali, regionali e comunali)
  3. Gli investimenti privati interessati a operazioni esistenti nelle aree selezionate
  4. Le risorse d’interventi di Partenariato Pubblico e Privato, che prevedono forme di ppp tradizionale, interventi di alta finanza privata, e soprattutto, aspetto innovativo dell’idea progettuale, interventi e micro-interventi privati realizzatati grazie a incentivi fiscali pubblici, destinati al recupero edilizio, alla riqualificazione energetica.

Riqualificazione sostenibile delle scuole

Si tratta di un programma di riqualificazione energetica delle scuole di proprietà della Provincia di Brescia o di un grande comune da realizzare attraverso un intervento plurifondo che possa portare in poco tempo a scuole sicure, efficienti e sostenibili.

L’idea è di procedere a una riqualificazione energetica di tutte le scuole superiori della provincia riducendone significativamente il rischio sismico e in Nzeb (Nearly Zero Energy Building), sfruttando le opportunità offerte oggi dai diversi fondi disponibili: il conto termico nazionale può intervenire coprendo, nel caso di un intervento come quello ipotizzato, sino ad una cifra di 575 €/mq per un massimo di € 1.750.000,00.

La restante somma necessaria alla riqualificazione potrebbe essere richiesta a fondi italiani e a fondi europei. Un progetto complessivo potrebbe trovare interesse anche nelle disponibilità della Bei. Si pensi ad esempio ai Green Bond e ai Sri (Sostainable and responsible Investment). Ricorrendo quindi a risorse finanziarie non a fondo perduto ma a tasso agevolato.

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