Les Italia | Digital Manufacturing and Computer Implemented Inventions (CII)

Intelligenza artificiale: dominio di Usa, Cina, Giappone e Corea

Al Digital Manufacturing and CII organizzato da Mattia Dalla Costa, Cba, Les Italia e Silvia Giudici (Università degli Studi di Milano), si è parlato dello studio dell’Epo che mostra il 45% del Pil europeo realizzato da imprese a forte investimento IP. Il divario tra estremo East e California è ancora incolmabile. Secondo FutureBridge tra le Top20 imprese 1998-2017 per numero di brevetti legati all’intelligenza artificiale l’unica europea è Siemens, la classifica è dominata da Usa, Cina, Giappone e Corea.
European Patent Office.

Un recente studio eseguito dall’European Patent Office in collaborazione con Euipo relativo al contributo delle Ipr-intensive industry all’economia comunitaria dimostra che il 45% del Pil europeo è realizzato da imprese ad alto investimento di proprietà intellettuale, con il 29% della forza lavoro comunitaria (63 milioni in vari settori), per un valore approssimativo di 6.600 miliardi di euro. Nell’export il surplus generato è di oltre 180 miliardi di euro. Nel 2011 il Pil europeo prodotto da imprese con alti investimenti Ip era il 39%.

Brevetti AI in Europa

Dai dati di Patenting Artificial Intelligence dell’European Patent Office emerge che le domande di brevetto di questa quarta  rivoluzione industriale presso l’Epo per Stato membro 1978-2016 sono oltre 14000, quasi il 30% del totale.

La Germania è a circa 4000 invenzioni seguita da Francia e Regno Unito, con più di 2400 e 2000 domande di brevetto. Dietro i primi tre ci sono i due paesi scandinavi, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi, con circa 900 domande di brevetto seguiti da Svizzera e Italia (oltre 500) all’ottavo posto.

Ma in valori assoluti l’Europa è ancora molto indietro: secondo FutureBridge tra le Top20 imprese per numero di brevetti 1998-2017 legati all’intelligenza artificiale l’unica europea è Siemens in una classifica dominata da Cina (in particolare dalle università cinesi) – che ha tre volte il numero di brevetti dell’Europa – Usa, Giappone e Corea.

Di questo si è parlato al convegno Digital Manufacturing and Computer Implemented Inventions (CII) organizzato da Mattia Dalla Costa, partner Cba e presidente Les Italia e Silvia Giudici, professore associato Università degli Studi di Milano che ha riunito alcuni tra i principali esperti d’intelligenza artificiale e industria 4.0 come il Prof. Dieter Wegener, Head of External Cooperation, Siemens ag Corporate Technology e  padre di Industria 4.0 per parlare del futuro dell’industria meccanica e del contributo alla crescita e l’occupazione delle imprese che investono in innovazione tecnologica, di processo, di sistema, di prodotti e servizi e della necessita dell’Europa di colmare il divario in particolare con Cina (dal 2014 al primo posto) e Stati Uniti.

Mattia Dalla Costa | Presidente Les Italia

Mattia Dalla Costa | Partner Cba e presidente Les Italia.

«Come risulta dal Rapporto Epo, secondo cui in Italia la proprietà intellettuale pesa il 47% del Pil, superiore alla media Europea del 45%, con il 31,5% degli addetti totali, circa 7 milioni di occupati, per un totale di 774 miliardi di euro, è assolutamente fondamentale continuare a sostenere R&D, innovazione e trasferimento tecnologico, uniche leve che possono consentire la crescita industriale comunitaria. Bisogna coinvolgere maggiormente i rappresentanti dell’industria e delle istituzioni nell’ottica di una sempre più forte collaborazione a livello europeo tra professionisti, università e centri di ricerca nell’ambito del trasferimento tecnologico e delle sfide che Industria 4.0 impongono. L’Europa è però ancora fortemente indietro ed è fondamentale lavorare tutti insieme per cercare di colmare il gap che soprattutto nell’AI ci separa dai paesi del Far East e dai colossi Usa della Silicon Valley. L’intelligenza artificiale è destinata a condizionare non solo tutti i settori industriali, ma anche la logistica, il consumer good, il retail, le utilities e la sanità. E l’Italia è purtroppo ancora troppo indietro in termine di ricerca e brevetti depositati in questo settore».

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