Costruzioni | Mercato

Buia, presidente Ance: “Per il Mezzogiorno il ruolo di traino atteso da tempo. Ora bisogna correre per aprire i cantieri”

A una settimana dalla chiusura di Saie Bari, partecipata dagli operatori delle costruzioni del Sud, i dati del Centro Studi Ance sull'andamento del comparto sono stati presentati durante il convegno Locomotiva Sud. Come il Mezzogiorno può trainare la ripresa italiana grazie al Pnrr organizzato da Ance, Ance Puglia e Ance Bari e BAT tenutosi alla Masseria Li Reni di Manduria, in provincia di Taranto.

Ammontano a 24,2 miliardi di euro i fondi destinati alle costruzioni per il sud Italia dal Pnrr già ‘territorializzati’, cioè per cui sono stati già individuati i territori in cui le risorse produrranno i loro effetti: una cifra pari al 54% dei 44,8 miliardi che il Piano di Ripresa e Resilienza destina in totale al comparto delle costruzioni per il Mezzogiorno, con l’obiettivo di ridurre il divario infrastrutturale tra nord e sud del Paese.

Nella distribuzione regionale degli investimenti già territorializzati compaiono ai primissimi posti tre regioni del Sud: la Campania (prima regione in Italia) con 7,4 miliardi, la Sicilia con 5,1 (quarta) e la Puglia (sesta) con 3,9. A seguire Abruzzo (2,7 miliardi), Calabria (2,3 miliardi) e, in coda, Basilicata con 762 milioni e Molise con 591.

A una settimana dalla chiusura di Saie Bari, partecipata dagli operatori delle costruzioni del Sud, i dati del Centro Studi Ance sull’andamento del comparto sono stati presentati durante il convegno Locomotiva Sud. Come il Mezzogiorno può trainare la ripresa italiana grazie al Pnrr organizzato da Ance, Ance Puglia e Ance Bari e BAT tenutosi alla Masseria Li Reni di Manduria, in provincia di Taranto.

Un momento del convegno “Locomotiva Sud. Come il Mezzogiorno può trainare la ripresa italiana” grazie al Pnrr organizzato da Ance, Ance Puglia e Ance Bari e BAT.

Durante l’evento, aperto dai saluti dei presidenti di Regione Puglia Michele Emiliano, Anci Antonio Decaro, Confindustria Puglia Sergio Fontana e dal vicepresidente di Ance Domenico De Bartolomeo, il direttore del Centro Studi Ance Flavio Monosilio ha presentato un rapporto dettagliato con dati, analisi e prospettive per il Sud, discussi nel corso della tavola rotonda moderata da Bruno Vespa.

Al confronto hanno partecipato il presidente dell’Ance Gabriele Buia e quello della Banca Popolare di Puglia e Basilicata Leonardo Patroni Griffi, l’economista Gustavo Piga, il senatore M5S Andrea Cioffi e l’Executive Director Research Department Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice. Il convegno si è concluso con l’intervento del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Assuntela Messina.

“Grazie al Pnrr – ha dichiarato il presidente di Ance Gabriele Buia – il Mezzogiorno può finalmente ricoprire quel ruolo di traino atteso da tempo per la crescita del Paese.  Ora, però, bisogna correre e aprire i cantieri con il coinvolgimento virtuoso delle amministrazioni del territorio”.

“La Puglia – ha commentato il vice presidente di Ance Domenico De Bartolomeo ha dato dimostrazione di grande efficienza nella spesa dei fondi strutturali. È assolutamente necessario che trasferisca questa stessa efficienza nell’utilizzo di tutte le risorse disponibili; questa è la condizione indispensabile per poter sfruttare a tutti gli effetti il Pnrr”.

Dal dibattito è emerso che le risorse destinate dal Pnrr al Mezzogiorno per lavori e opere materiali di competenza del settore edile, anche in senso lato, contribuiranno anche alla ripresa del comparto; per esso già si stima un tasso di crescita attorno al 9% nel 2021, dopo l’ultradecennale crisi che ha estromesso dal mercato 30mila imprese meridionali e 245mila posti di lavoro.

Peraltro, secondo le ultime previsioni di Prometeia, nel 2022 il Sud sarà la locomotiva d’Italia con una crescita del Pil pari al 4,1%, superiore al Centro e al Nord (rispettivamente pari al +3,7% e al +3,8%).

Parte di questa ripresa, però, dipenderà dalla capacità di sfruttare le opportunità offerte dal Pnrr – che al Sud destina 82 miliardi di euro, il 40% del totale del piano, di cui 44,8 di interesse per il settore delle costruzioni -e dalle ulteriori risorse destinate a investimenti pubblici per il recupero del gap infrastrutturale che caratterizza queste aree, per un totale di 96 miliardi di euro.

Dal confronto è emerso anche che, a fronte delle ingenti risorse destinate al Mezzogiorno, il nodo cruciale risiede nell’effettiva capacità di spendere e realizzare le opere. Gli ultimi dati sull’avanzamento della spesa dei Fondi strutturali 2014-2021 (Fesr+Fse) mostrano a livello regionale risultati migliori al Centro-Nord rispetto al Sud: 59% contro 45%. In particolare, per quanto riguarda il Fesr, destinato prioritariamente agli investimenti, la media delle regioni del Centro-Nord è del 57%, contro il 43% del Sud. A parte Puglia (65%) e Basilicata (54%), le regioni del Mezzogiorno sono in coda alla classifica.

A due anni dalla chiusura della programmazione 2014-2020, nelle regioni del Mezzogiorno risultano ancora da spendere 10,8 miliardi di euro. Ritardi ancora più gravi riguardano la spesa dei fondi nazionali per il riequilibrio territoriale.

Infine, lo stato di avanzamento al 30 aprile 2021 degli interventi del Fondo Sviluppo e Coesione mostra dopo quasi sette anni, a fronte di risorse programmate per 47,6 miliardi di euro, un livello di spesa pari al 7,5%, corrispondente a soli 3,6 miliardi di euro.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here