Edilizia storica | Risanamento conservativo e restauro

Cantiere di restauro senza interruzione dell’attività liturgica

L’intervento di risanamento conservativo e restauro della Basilica di Santa Teresa D’Avila è stato curato dagli architetti Zizioli e Pietrobelli e ha riguardato i lavori su facciata e campanile, sulle superfici interne, sulle navate e su intonaci e decorazioni. In facciata si è operato con lavori indispensabili alla risoluzione dei problemi conservativi dei paramenti, in grado di recuperare il decoro originario degli elementi ornamentali dell’edificio. La superficie dei nuovi intonaci interni è stata decorata con passaggi di velature che ripropongono la finitura cromatica nascosta da cento anni di polveri e depositi.

Arch. Emanuela Zizioli.

Arch. Emanuela Zizioli | Criticità del cantiere

«Una particolare criticità è stata sicuramente la gestione di un cantiere in un ambiente interno a destinazione religiosa, senza interruzione dell’attività liturgica. Il ponteggio è stato realizzato procedendo per singole campate, traslando gli elementi presenti in cantiere, cercando di ridurre al minimo l’impatto all’attività giornaliera della parrocchia. Il delicato intervento di rimozione degli intonaci non recuperabili è stato programmato nel rispetto delle funzioni della parrocchia ed è stato realizzato in fasce di orario prestabilite; ha previsto improvvise sospensioni per eventi non programmabili (funerali) e un lungo e continuo lavoro di assistenza per opere di pulizia degli ambienti interni. Altra criticità è stata la ripresa delle decorazioni interne in altezza: il lavoro è stato realizzato a un’altezza di oltre 20 metri, lavorando per singola campata e per singoli piani, con una luce naturale che mutava non solo all’interno delle stagioni ma anche della singola giornata. La mancata visione prospettica generale è stata sostituita dall’esperienza della decoratrice: la traslazione continua all’interno dei piani di lavoro, il lavoro attento e sapiente per singole sovrapposizioni hanno consentito di raggiungere la armonia finale. Per quanto concerne l’intervento alle navate laterali, il prosIeguo del lavoro dovrà confrontarsi con il delicato problema del reperimento dei fondi da parte della committenza, impegnata da oltre dieci anni in questo importante lavoro alla Basilica, al fine di realizzare l’intervento alle superfici delle navate laterali e agli altari».

Il complesso parrocchiale con annesso convento.

Il lavoro di risanamento conservativo e restauro della Basilica di Santa Teresa d’Avila a Roma è iniziato con un primo intervento in copertura dell’aula centrale seguito da successivi interventi alle coperture del transetto, delle navate laterali e dell’annesso convento; l’installazione del ponteggio perimetrale ha consentito di effettuare contestualmente anche il lavaggio e la pulizia dei prospetti esterni in laterizio.

Successivamente sono stati realizzati gli interventi in facciata su Corso Italia e al campanile interno alla corte, completando il risanamento generale dei prospetti esterni. Nel 2015, a seguito del distacco di una porzione d’intonaco dalla parete dell’aula centrale, la committenza ha ritenuto urgente intervenire con i lavori per consentire un utilizzo in sicurezza della chiesa da parte dei fedeli.

L’aula centrale a lavori ultimati.

Intervento in facciata e al campanile

La superficie dei paramenti in laterizio della facciata risultava discretamente conservata: l’ornamento e le fasce in aggetto mostravano leggeri fenomeni esfoliativi o di decoesione della superficie, conseguenti all’esposizione diretta alle intemperie, e, in casi sporadici, alla minor qualità intrinseca del materiale da costruzione; è stata riscontrata una modesta presenza di attacchi da parte di biodeteriogeni che risultavano diffusi solo sui paramenti poco esposti o protetti dall’irraggiamento solare.

Colonne del portale di facciata.

Gli attacchi biologici, comuni a tutti i paramenti, sia in laterizio sia lapidei, agiscono negativamente sulla conservazione delle superfici poiché attaccano progressivamente il carbonato di calcio, costituente principale delle malte di allettamento e della pietra, causandone la disgregazione; le patine algali provocano un importante mutamento cromatico delle superfici, con viraggi dal grigio verde al nero.

Ponteggio della facciata su strada.

Le condizioni conservative delle superfici lapidee mostravano i fenomeni alterativi tipici dei manufatti esposti all’aperto, con accentuate variazioni da zona a zona, in relazione alla maggiore o minore esposizione  al dilavamento diretto dell’acqua piovana: le parti esposte alla pioggia battente o al costante dilavamento presentavano erosione degli strati superficiali; le parti protette dalla pioggia dall’aggetto di elementi rilevati risultavano rivestite da compatte incrostazioni di particellato carbonioso.

Gli accumuli più spessi e coesi erano concentrati sulle facce inferiori dei cornicioni, protette da gocciolatoi sporgenti, e sulle superfici interne delle balaustre della cella campanaria.

Ponteggio del campanile interno alla corte.

Incrostazioni consistenti di polveri carboniose risultavano depositate nelle zone soggette alla lenta percolazione dell’acqua e in prossimità delle lacune. L’intervento alla facciata ha previsto le opere indispensabili alla risoluzione dei problemi conservativi dei paramenti, in grado di recuperare il decoro originario degli elementi ornamentali dell’edificio.

È stata realizzata la pulitura, la disinfezione e il consolidamento generale degli apparecchi murari e degli elementi lapidei. Gli interventi sui paramenti in laterizio della facciata della chiesa hanno previsto operazioni di pulizia quale la rimozione manuale degli elementi vegetali seguita da un trattamento di disinfezione generale della superficie per eliminare le colonie biologiche.

Per la rimozione delle patine, della polvere e dei depositi incoerenti, è stata realizzata una spazzolatura a secco con spazzole di saggina. Il perfezionamento della pulitura superficiale è stato ottenuto ripetendo lavaggi con acqua nebulizzata a bassa pressione e spazzolatura con spazzole morbide.

Cella campanaria.

Sono stati demoliti o assottigliati manualmente i rappezzi, le ricostruzioni, gli imbratti di cemento e i depositi di sporco aderente mentre le zone di laterizio con superficie decoesionata sono state consolidate con applicazioni di silicato di etile in alcol etilico.

Le lacune dei giunti di malta erosi sono state stuccate, ripristinandone il livello originario, con malta a base di calci naturali e inerti lavati, simile per composizione, granulometria e trattamento superficiale alle parti conservate.

La facciata della Basilica su Corso Italia a fine lavori.

Intervento sulle superfici interne all’aula maggiore

A seguito del distacco di una porzione d’intonaco dalla parete di una campata interna all’aula sono state realizzate alcune indagini che hanno evidenziato la necessità d’intervenire sulle superfici interne all’aula maggiore.

Fenomeni di distacco si erano già presentati negli anni novanta e avevano comportato interventi di consolidamento delle superfici della prima campata e l’installazione di una rete di protezione alla seconda. Le murature delle pareti perimetrali dell’aula della chiesa sono costituite da una struttura muraria in peperino, listata a intervalli regolari con corsi di mattoni pieni e rivestita esternamente con un paramento in laterizio.

Rete di protezione e ponteggio per i sondaggi preliminari.

La superficie interna della muratura presenta una finitura intonacata che riproduce uno sfondo finto-tufaceo: lo spessore dell’intonaco, in due strati e a spessore variabile, presentava uno strato di finitura di pochi millimetri, inciso a fresco a finti corsi murari.

Le superfici successivamente erano state velate a calce e decorate riproducendo finti conci marmorei. A inizio lavori le pareti erano ricoperte di depositi, cere e polveri depositate da oltre cento anni di utilizzo: presentavano differenti cromie, intere aree con finiture di cattiva qualità dovute a differenti operatori e a continue riprese pittoriche di manutenzione.

Dopo aver allestito il ponteggio, sono stati effettuati alcuni sopralluoghi in sito in cui si è potuto verificare che le superfici delle pareti dell’aula centrale, con altezze fino a 27 metri, erano interessate da fenomeni di fessurazione e distacco generalizzato dell’intonaco.

Distacco d’intonaco dalla parete della terza campata.

Intervento sugli intonaci interni

L’intervento di progetto ha previsto quindi tutte le operazioni per recuperare la necessaria sicurezza di utilizzo da parte dei fedeli e per ripristinare il decoro dell’edificio religioso. In accordo con la Soprintendenza si è deciso di procedere con la rimozione delle superfici prive di adesione alla muratura, mentre sono state conservate quelle ben ancorate al supporto.

L’intervento è stato preceduto da una campagna di mappatura e rilievi delle superfici, sviluppato in itinere durante l’installazione del ponteggio che ha previsto il rilievo geometrico dei corsi murari.

Ponteggio absidale interno durante i lavori.

Le integrazioni sono state realizzate in continuità con l’intonaco originario: l’intervento di rimozione degli intonaci distaccati è stato realizzato con tecniche manuali, con una particolare attenzione e cura al paramento murario e agli elementi d’ornato.

In via preliminare sono stati realizzati alcuni campioni d’intonaco in una porzione di muratura con paramento a vista: dopo un’accurata pulitura del paramento murario messo in luce è stato realizzato un nuovo intonaco a base di calce e pozzolana, simile per composizione, granulometria e lavorazione agli intonaci originali.

Prove di ripristino dell’aderenza con perni in acciaio e iniezioni.

È stato realizzato uno strato preliminare di rinzaffo, un successivo strato di arriccio seguito dallo strato di finitura finale; l’intonaco ha uno spessore variabile, presenta una buona aderenza al paramento murario, una buona traspirabilità e si raccorda ai livelli dei profili delle superfici conservate. Nello spessore del nuovo intonaco sono state ricavate le incisioni dei finti conci in tufo, seguendo il disegno preesistente, raccordandosi alle linee geometriche dei corsi adiacenti.

Decorazione delle superfici interne

Dopo la verifica di eventuali studi di colore all’interno dell’archivio storico del progettista della chiesa, la superficie dei nuovi intonaci è stata decorata con passaggi di velature che ripropongono la finitura cromatica nascosta da cento anni di polveri e depositi.

Raccordo geometrie conci murari tra superficie nuova e conservata.

A inizio cantiere sono stati realizzati alcuni campioni con decorazioni a finto tufo in due tonalità, riprendendo quella esistente all’interno della chiesa. In accordo con la Soprintendenza è stata individuata una tonalità leggermente più chiara per offrire una migliore riflessione della luce all’interno ma sempre in continuità con la restante parte della chiesa. La finitura cromatica è stata realizzata con un intervento in otto passaggi di colore ad ombreggiatura con velature a terre naturali, seguite da numerosi passaggi a chiaroscuro e velature con spugne di mare e pennello.

Prove di pulitura dei capitelli marmorei.

Il lavoro ha previsto la pulizia a secco con spazzole a setole dure, il lavaggio ad acqua nebulizzata e la ripresa della decorazione di tutte le superfici conservate adiacenti che risultavano coperte da uno spesso strato di depositi e polveri. Tra queste rientrano le superfici delle volte a crociera in cui la decorazione pittorica è stata preceduta dalla stesura di una mano di fissativo.

Restauro del capitello del matroneo.

Intervento su capitelli, colonne e basamento dei matronei

Il lavoro ha previsto il restauro delle colonne dei due matronei: sono state realizzate alcune prove preliminari di pulitura per individuare la tecnica generale d’intervento. La pulitura delle superfici è stata realizzata con una preliminare pulitura meccanica a secco, seguita da una pulitura con acqua deionizzata, detergente neutro e successivo risciacquo in modo da rimuovere lo sporco ed i depositi di particellato scarsamente coerente.

Rimozione con bisturi di stuccature cementizie.

Alcuni depositi sono stati rimossi a secco con bisturi; il lavoro ha previsto la ripresa, il ribasso delle stuccature sopra il livello e la riproposizione di un leggero scialbo finale. Nelle campate dell’aula centrale i capitelli e i fregi sono in gesso.

Anche per questi è stata realizzata una pulitura meccanica delle stuccature grossolane o cementizie dovute a interventi di cattiva manutenzione che risultavano nocive per la conservazione e che ne ostacolavano la leggibilità.

Vista interna delle volte e del rosone dal coro.

Il lavoro di asportazione è stato realizzato con bisturi, spugne e pennelli. Dopo alcune prove di pulitura chimica è stato applicato un detergente neutro con soluzioni stese a pennello e risciacquate con spugne imbevute di acqua.

Il lavoro ha compreso la stuccatura delle fessurazioni e la velatura finale con un leggero scialbo per armonizzare gli elementi decorativi interni alla chiesa. Quest’intervento conclude il lavoro alla navata centrale della basilica: tra le varie operazioni realizzate a ponteggio allestito rientrano il ripristino funzionale dei vecchi lampadari in ferro battuto, la pulizia delle vetrate artistiche e il restauro della vetrata artistica del rosone.

Lampadari recuperati.

I serramenti metallici delle vetrate artistiche presenti all’interno delle campate sono stati revisionati e puliti con tecniche manuali (spazzole di ferro, sgrassatura con acetone); protetti con smalto antiruggine ferromicaeo mentre le superfici delle vetrate sono state pulite a secco e sgrassate con solventi.

I lampadari originari, sospesi tra la navata centrale e quelle laterali, sono stati puliti, dotati di nuovi porta-lampade perché quelli esistenti non erano funzionanti e non erano a norma di legge; sono stati collegati elettricamente e dotati di nuove lampadine led; sono stati inoltre cablati per funzionare in doppia accensione, festiva e giornaliera.

Piattaforma aerea interna durante i lavori alla vetrata del rosone.

Tale soluzione ha consentito di riportare luce all’interno della chiesa con un notevole risparmio di costi e consumi, illuminando con un solo corpo illuminante sia la navata centrale sia le navate e gli altari laterali.

Pulizia delle vetrate artistiche del rosone in laboratorio.

I lavori alla facciata e l’installazione del ponteggio hanno consentito di realizzare i lavori di restauro del serramento del rosone situato a oltre 20 metri di altezza. Ogni singolo elemento sia del serramento sia della vetrata artistica è stato smontato lavorando sia all’interno della chiesa (tramite una piattaforma aerea) sia all’esterno (tramite il ponteggio) della parete di facciata.

Fotomontaggio della vetrata artistica del rosone.

Il serramento del rosone di facciata risultava costituito da un telaio metallico e quarantanove pannelli di vetro: il tondo centrale istoriato raffigura Cristo mentre nei tondi alle estremità sono raffigurati i dodici Apostoli. Il serramento esposto agli agenti atmosferici aveva subito in oltre cento anni un forte degrado sia della struttura che delle partizioni vetrate.

Ripresa delle decorazioni all’intradosso della volta.

In particolare, il telaio risultava completamente ossidato mentre le tessere vitree erano in parte danneggiate. Il restauro dell’opera, a cura di un laboratorio artistico specializzato, ha previsto la realizzazione di un nuovo serramento a disegno; per quanto riguarda la vetrata, dopo un accurato smontaggio di ogni componente e la relativa catalogazione, ogni tessera è stata accuratamente pulita, integrata dove danneggiata e rimontata sul nuovo serramento.

CHI HA FATTO COSA

  • Committenza Ordine dei Carmelitani Scalzi Parrocchia di Santa Teresa d’Avila, responsabile lavori, Padre Roberto Marini
  • Localizzazione Corso Italia 37 Roma
  • Destinazione urbanistica Attrezzature Religiose
  • Destinazione d’uso Basilica – Convento – Centro parrocchiale
  • Progetto e Realizzazione 2012 – 2018
  • Progetto e direzione lavori opere architettoniche Studio Associato di Architettura Pietrobelli e Zizioli
  • Sicurezza Gianfranco Antonini
  • Direttore tecnico di cantiere Claudio Frigè
  • Restauro Fabrizio Losa – Valery Tognazzi
  • Decorazione pittorica Stefania Giovannini
  • Impresa OG2 Edil Frigè, Covo (Bg)
  • Impianti Elettrici Elettricità Pilon
  • Vetrate artistiche rosone Artepoli
  • Laboratorio analisi Teknema

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