Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha illustrato a Roma il dossier sul mercato del lavoro, dedicato al terziario e in particolare all’apprendistato, formula d’inserimento con la quale ogni mese si attivano 3mila contratti a tempo indeterminato nel terziario e per 100 cessazioni vi sono 52 conferme.
Per Sangalli si tratta di un autentico investimento sia per la parte datoriale sia per il lavoratore anche se sarebbe necessario liberarla da vincoli troppo stringenti sulla formazione, a beneficio di giovanissimi che devono ancora completare la scuola.
Secondo Sangalli l’appeal del modello per l’ingresso in azienda dei cosiddetti under 29 potrebbe crescere grazie «a una semplificazione delle regole e un abbassamento dei costi, fattori che già deprimono l’occupazione».
Secondo i dati dell’ufficio studi della Confcommercio (illustrati dal responsabile Mario Merella), sono state 224mila le assunzioni in apprendistato contro i 226mila nel 2011, 25mila nel 2007 e 205mila nel 2006 facendo emergere però un distacco fra centro nord e sud, che utilizza l’apprendistato poco e male.
Il dato è ancor più evidenziato dal rapporto tra apprendisti e dipendenti nella fascia di età 15 – 39 anni, che si attesta all’8,6% per l’area centrale e settentrionale, mentre è solo del 5,7% nelle regioni meridionali, che solo nel comparto del commercio pesa per il 10,2%, tasso che sale al 14,8% per chi ha fra i 15 e i 39 anni.
Si evince cosi la scelta di sfruttare i grandi benefici del contratto che molto spesso fanno rientrare la maggior parte delle imprese nelle spese sostenute per il personale, prima che sia finito il periodo di formazione, ottenendo buoni risultati di produttività dopo i tre anni.
