17esimo Forum Cernobbio | Confcommercio

Carlo Sangalli (Confcommercio): «Governo, attenzione ai redditi del ceto medio e alle clausole di salvaguardia»

Per il vertice di Confcommercio basterebbe che il paese fosse un po' più efficiente per arrivare a guadagnare 45,3 miliardi di Pil (+3,2%) con un vantaggio pro-capite di 750 euro. E con l'eliminazione degli eccessi delle norme si arriverebbe a un guadagno di 2500 euro l'anno.
Carlo Sangalli | Confcommercio, Cernobbio 2016.
Carlo Sangalli | Confcommercio, Cernobbio 2016.

Nella splendida Villa d’Este, sul lago di Como, in occasione del 17esimo Forum di Cernobbio, Confcommercio ha presentato una fotografia «un po’ sfocata» della situazione economica del Paese, fotografia che non è accompagnata nei commenti da toni pesanti e apocalittici ma è pur sempre all’insegna del cauto ottimismo: in sostanza, «la ripresa c’è ma è senza slancio».

Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha presentato i dati e le sue considerazioni risultato delle analisi compiute dal Centro Studi di Confcommercio (diretto da Mariano Bella), dati che parlano di previsioni di crescita per l’anno in corso in linea con quelli resi noti dal Governo, ovvero, +1,6%, con gli investimenti in crescita nel biennio 2016-2017 (rispettivamente +3% e +1,7%) e con i consumi che cominciano a migliorare: +1,4% per quest’anno e +1,7% per il 2017.
Secondo Sangalli l’ottimismo, anche se cauto, c’è perché «abbiamo tutte le carte in regola per far si che la lenta ripresa diventi più robusta e diffusa: il Governo ha agito bene nell’impostazione delle riforme ma ora occorre intervenire in maniera determinata con tagli alla spesa pubblica e abbattendo il carico fiscale su imprese e famiglie».

In riferimento all’azione compiuta da Mario Draghi in Bce definita «cortisone di Draghi» Sangalli ha considerato che è stata una scelta positiva ma «non basta: in mano abbiamo buone carte che si possono giocare e che si chiamano miglioramento e recupero dei consumi, politica fiscale distensiva, una situazione economica internazionale soddisfacente e un miglioramento del mercato del lavoro. Facciamo però di più sul lato della burocrazia improduttiva e sulla riduzione delle imposte. Al Governo chiediamo un impegno preciso di politica fiscale per scongiurare che scattino le clausole di salvaguardia».
Per Sangalli è necessario destinare alla riduzione dell’Irpef tutte le risorse che derivano dal taglio della spesa pubblica improduttiva, dal recupero dell’evasione fiscale, utilizzando anche tutti i margini di flessibilità in Europa.

L’Ufficio Studi di Confcommercio ha pubblicato dati sorprendenti: se ogni Regione raggiungesse performance migliori come la burocrazia della Valle d’Osta, i bassi tassi di criminalità del Trentino Alto Adige, il sistema-scolastico-formativo della Lombardia, le infrastrutture del Piemonte, l’Italia si ritroverebbe un incremento del prodotto lordo del 16,1% con un’esplosione del Pil di 231 miliardi.
Sono dati questi da libro dei sogni, resta il fatto che le regioni virtuose, purtroppo sono tutte regioni del Nord Italia, e questo è un dato-fenomeno segnalato da Confcommercio che ci dice come le differenze tra Nord e Sud continuano a essere profonde.
Per Sangalli il Sud Italia continua a perdere peso in termini di abitanti, lavoratori e reddito e registra un ridimensionamento dei fattori di produzione.
Nel Mezzogiorno il problema della burocrazia pesa il doppio che al Nord e i reati sulle imprese sono quasi il doppio rispetto al Nord Est.

Per dovere di cronaca riportiamo che il Governo fa sapere che l’Ires scenderà al 24% e ora si sta considerando l’intervento sull’Irpef, altrettanto doverosamente però segnaliamo che la pressione fiscale in questi anni è salita di 3,3 punti percentuali passando dal 40% al 43,3%. Non vi pare troppo?

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