Edilizia | Prezzi

Caro materiali: serve revisione prezzi efficace per evitare il blocco dei cantieri

Il caro materiali in edilizia sta causando un aggravio economico per le imprese nella realizzazione delle opere che rischia concretamente di bloccare i cantieri. Le misure messe in campo dal Governo per Ance non sono ancora sufficienti, serve adeguamento dei prezzari e degli importi a base d’asta, come peraltro recentemente effettuato da alcune primarie stazioni appaltanti.

Il caro materiali sta mettendo in difficoltà la realizzazione delle opere del Pnrr.  Un allarme che l’Ance sta lanciando da mesi e rispetto al quale alcune risposte sono arrivate con il Decreto sostegni ter. Rimangono però da correggere alcune criticità senza le quali inevitabilmente i cantieri in corso rischiano di bloccarsi.

La prima riguarda il fatto che i progetti che andranno in gara nei prossimi mesi sono redatti sulla base di prezzari assai lontani dai correnti prezzi di mercato. Va dato atto che alcune primarie stazioni appaltanti hanno proceduto o stanno procedendo ad aggiornarli.

Al netto di tali situazioni, però, l’assenza di un obbligo di adeguamento generalizzato rischia di compromettere la possibilità di formulare offerte congrue, partecipare alle gare, ma soprattutto quella di garantire un regolare avanzamento delle opere da realizzare.

La seconda criticità riguarda il meccanismo di compensazione da riconoscere alle imprese sulle opere in corso di esecuzione.  Il Governo ha adottato una speciale disciplina revisionale per i lavori eseguiti nel primo semestre 2021, prorogata poi anche per quelli realizzati nel secondo semestre dell’anno. Tali misure sono, però, ancora insufficienti a scongiurare il rischio di un fermo dei cantieri, inclusi quelli del Pnrr.

È assolutamente necessario, inoltre, rivedere il metodo di rilevazione dei prezzi e l’elenco dei materiali compresi nella lista ministeriale, che non consentono alle imprese di avere ristori adeguati rispetto agli effettivi aumenti dei costi di realizzazione delle opere.

Le imprese chiedono risposte rapide e certe. Non è accettabile, infatti, che gli operatori che stanno lavorando in questo momento (primo semestre 2022) non abbiano nessuna garanzia sul fatto che gli ingenti extra costi sostenuti verranno ristorati.

Terza questione da risolvere con urgenza è l’assenza di un vero sistema revisionale. Il decreto su questo punto appare contradditorio, prevedendo, anziché una clausola per la revisione dei prezzi, un meccanismo che si basa su quello di compensazione del caro materiali.

Per questo l’Ance chiede di fare chiarezza introducendo, per i lavori da bandire entro il 31 dicembre 2023, una revisione dei prezzi dell’appalto ispirata alle migliori pratiche internazionali. Un sistema che sia il più possibile semplice e automatico per mettere finalmente al riparo le imprese da tutte le turbolenze dei mercati e garantire le opere necessarie al Paese.

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