Uia - Unesco | Forum mondiale «Overtourism and Heritage»

Piano per la gestione dei centri urbani storici d’interesse turistico

Aumentano i flussi turistici verso l’Italia e diventano necessarie strategie e azioni per rendere compatibile questo fenomeno con la preservazione non solo del patrimonio architettonico storico ma anche dell’identità e della cultura che esso rappresenta. Durante il Forum mondiale «Overtourism and Heritage» organizzato dall’Uia, approvata la cosiddetta «Carta di Baku», linea guida per la gestione dei luoghi di maggior interesse turistico Unesco e Icomos.
Carta di Baku per gestire al meglio i centri storici patrimonio dell’Unesco.

A Baku, capitale dell’Azerbaijan, si è tenuto il Forum mondiale «Overtourism and Heritage» organizzato dall’Uia, l’Unione Internazionale degli Architetti e sotto la guida dell’Unesco.

Al termine dell’evento è stata approvata la «Carta di Baku» grazie al contributo della delegazione composta da Giuseppe Cappochin, presidente del Cnappc, dai consiglieri Lilia Cannarella e Diego Zoppi e da Stefano Francesco Musso e Ezio Miceli, docenti rispettivamente di Restauro all’Universita di Genova e di economia urbana allo Uiav di Venezia.

La Carta di Baku  sarà proposta a Unesco e Icomos come base di partenza per le linee guida per i piani di gestione dei luoghi di maggiore attrazione turistica inseriti negli elenchi del patrimonio dell’Umanità.

Ruolo dell’architettura e della cultura

In linea con l’VIII congresso nazionale, gli architetti italiani hanno ribadito con forza il ruolo centrale dell’architettura e della cultura in genere quale fattore di stimolo della sostenibilità economica, sociale e ambientale e d’indubbio miglioramento della qualità di vita.

È stato posto l’accento sul rischio di trasformare le attrazioni turistiche in «parchi a tema» e sottolineata la necessità di una gestione del turismo con strategie generali – politiche per la formazione delle persone, digitalizzazione delle città, infrastrutture ricettive, mobilità – che lo portino a essere uno degli ingredienti per uno sviluppo sano delle nostre città e non un isolato elemento in grado di modificare l’assetto socio-economico del nostro Paese.

Giuseppe Cappochin | Presidente Cnappc.

Giuseppe Cappochin | Presidente Cnappc

«Purtroppo i centri storici italiani da tempo non sono più oggetto di attenzione né da parte della classe politica, né di quella amministrativa: gli investimenti strutturali su queste parti di città sono stati di fatto azzerati. Gli sporadici interventi di rigenerazione – affrontati in una logica di frammentazione del tessuto urbano – sono stati finora destinati solo alle periferie. Come se i centri storici non soffrissero di fenomeni estremi, sia pur contraddittori: ora luoghi di grande richiamo turistico, ora dell’abbandono da parte dei residenti o, peggio, dell’abbandono irreversibile; da luogo delle movide notturne, a  luogo per soli immigrati e, a volte,  esempio di eccellenti recuperi culturali. Come sottolinea la Carta di Baku, per la quale siamo molto orgogliosi di aver fornito importanti spunti di riflessione, servono a livello internazionale nuovi investimenti che riconoscano la diversità del patrimonio e i bisogni delle comunità, mantengano i centri urbani storici come elementi organici di grandi comunità e di città. Tutto ciò all’insegna di un nuovo paradigma che consideri il turismo –  e questo vale soprattutto per il nostro Paese –  come fatto di cultura e non solo come mera industria».

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