Edilizia ricettiva | Credera Rubbiano, Cremona

Casa di campagna dell’800 rivive come esercizio per la ristorazione

Il palazzetto ottocentesco di Credera Rubbiano, in provincia di Cremona, è stato oggetto di un attento e mirato intervento di restauro e risanamento conservativo che ha portato alla completa riqualificazione e valorizzazione dello stabile, eliminando tutti gli elementi edilizi estranei, aggiunti in epoca successiva alla costruzione e privi di qualsiasi valenza architettonica e artistica. Le strutture orizzontali e verticali sono state consolidate mentre i dipinti murali, coevi alla realizzazione dell’edificio, presenti in una stanza al piano terra e nel vano scala, sono stati oggetto di un’importante opera di restauro.
Arch. Carlo Schira | Progettista.

Arch. Carlo Schira | Il concept

«L’idea generale del progetto è stata quella di conservare l’atmosfera propria dell’antica casa padronale di campagna, inserendo però elementi compositivi contemporanei d’interior design che bene si adattassero alla nuova destinazione dell’immobile. Ecco quindi che nelle facciate si ritrovano modanature, marcapiani, zoccolature e finestre con cornici inserite, al piano terra, in un intonaco bugnato lineare. I serramenti rispettano lo stile originale dei vecchi infissi, dotati di scuretti, imbotti e ampie cornici lavorate, frutto di un minuzioso restauro conservativo. Internamente invece, pur volendo conservare l’essenza storica degli ambienti, vengono inserite lampade di design progettate da Angela Ardisson di ArtPlayFactory e componenti d’arredo lineari. Con lo stesso spirito si conservano i vecchi soffitti in legno caratterizzandoli però con il colore, mediante alternanze a contrasto bianco e grigio scuro in pendant con le pareti. Le parti tecnologiche e gli impianti, fondamentali per la nuova attività di ristorazione, sono stati inseriti in vani dedicati che ne nascondono la presenza, in modo da non alterare la natura originale degli ambienti pur garantendo la loro funzionalità. La scala originale in pietra, elemento di collegamento tra i piani, è stata conservata in ogni suo elemento, restaurando le vecchie pedate in pietra e adeguando la ringhiera in ferro battuto. Nel suo insieme, l’intervento è stato concepito come un calibrato mix di storia e avanguardia in cui l’originale casa padronale di campagna torna a una vita nuova; i suoi ambienti, per molto tempo abbandonati ma densi di memoria, ritrovano nuova voce, accogliendo con tutto il loro fascino la clientela».

Palazzetto ottocentesco di Credera Rubbiano | Esterni a lavori di restauro conservativo ultimati.

Una nuova vita per le ex scuole elementari di Cascine San Carlo. Siamo in provincia di Cremona, in un piccolo borgo rurale nel comune di Credera Rubbiano. L’intento della committenza non era solo quello di recuperare l’immobile, che versava ormai da anni in stato di abbandono e disuso, ma di restituirlo alla comunità trasformandolo in un pubblico esercizio per la somministrazione di alimenti, mantenendo così la caratteristica intrinseca di luogo d’incontro e punto di riferimento che l’immobile ha sempre rappresentato per la piccola comunità.

L’edificio, un palazzetto ottocentesco di semplice impostazione stilistica che affaccia sulla piazzetta comunale recentemente sistemata, è stato oggetto di un attento e mirato intervento di restauro e risanamento conservativo che ha portato alla completa riqualificazione dello stabile e alla valorizzazione dei dettagli e dei particolari caratteristici, eliminando tutti gli elementi edilizi estranei, aggiunti in epoca successiva alla costruzione e privi di qualsiasi valenza architettonica e artistica, in particolare per quanto riguarda i due servizi igienici creati negli anni cinquanta in aderenza al prospetto posteriore verso il giardino interno.

Trattandosi di un immobile vincolato, tutti gli interventi sono stati analizzati nella fase preliminare di progetto, pianificati nel dettaglio e successivamente realizzati con l’attenta supervisione della competente Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici.

Vincente, tanto nella fase preliminare di progetto quanto in quella successiva di cantierizzazione, è stato l’utilizzo di sistemi di renderizzazione che hanno consentito di offrire un’immagine realistica dell’intervento e di studiare nei minimi dettagli i particolari costruttivi e il loro inserimento nel contesto esistente.

La progettazione e direzione lavori architettonica è stata curata dallo Studio di architettura Pan di Crema, degli architetti Santina Caizzi e Carlo Schira, mentre il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione dei lavori, in stretta sinergia e collaborazione con lo studio di progettazione, è stato seguito dal geometra Andrea Baruffi. Vediamo nel dettaglio, per macro voci, gli interventi realizzati.

La distribuzione interna non ha subito nessuna radicale trasformazione; sono state semplicemente apportate le necessarie modifiche per poter svolgere l’attività di ristorazione e garantire la corretta e idonea fruizione degli spazi da parte di persone diversamente abili.

Le strutture orizzontali e verticali che costituiscono l’ossatura dell’immobile sono state consolidate mentre i dipinti murali, coevi alla realizzazione dell’edificio, presenti in una stanza al piano terra e nel vano scala, notevolmente danneggiati e compromessi dal tempo, sono stati oggetto di un’importante opera di restauro svolta da professionista qualificato. Gli impianti idrico-sanitario ed elettrico sono stati realizzati ex nuovo rispettando la normativa vigente al fine di garantire il massimo comfort.

Analisi del degrado

Il palazzo si sviluppa su due piani fuori terra, oltre a un sottotetto, ed è realizzato con struttura portante in muratura piena, mattone in cotto, come nella maggior parte degli edifici della zona. Prima di procedere con la fase di progettazione è stato eseguito un accurato rilievo geometrico planialtimetrico, affiancato da una completa campagna di rilevazione fotografica, per determinare le caratteristiche e lo stato di manutenzione globale del fabbricato.

In seguito sono stati identificati i materiali utilizzati per la costruzione e definite le fenomenologie di degrado, per determinare le principali problematiche, anche in relazione al futuro utilizzo dello stabile.

Il cattivo stato di conservazione della ex scuola elementare di Cascine San Carlo era notevole in quanto l’edificio non veniva utilizzato da circa quarant’anni. Solo a metà degli anni novanta era stato oggetto di un intervento di manutenzione straordinaria limitato alla copertura.

Analizzando i prospetti era possibile notare, in più punti, rifacimenti, distacchi localizzati, abrasioni ed erosioni dell’intonaco causati dall’azione dell’acqua e dalla presenza di umidità di risalita accentuata dall’assenza del vespaio. Sui prospetti, in particolare nella parte posteriore verso il giardino privato, era notevolmente marcata la presenza di rampicanti, che in parte avevano infestato anche i locali interni del piano terra e più precisamente la sala affrescata.

Essendo disabitato da parecchi anni, anche i locali interni, sia al piano terra sia al primo, presentavano notevoli segni di degrado. Sulle pareti del piano terra era presente umidità di risalita che aveva comportato nel tempo uno sfarinamento e un distacco della vernice e in alcuni punti, localizzati, anche dell’intonaco; i dipinti murali di epoca ottocentesca evidenziavano delle abrasioni e polverizzazioni della pellicola pittorica con mancanze diffuse ma puntuali. I solai in legno mostravano un leggero rilassamento e sulle pavimentazioni in cotto si notavano tracce di degrado generalizzato causato dall’invecchiamento e dall’inutilizzo dell’edificio.

Degno di nota un controsoffitto con struttura in incanucciato e malta di calce, anch’esso decorato con pitture murali ottocentesche, posto sul soffitto del vano scala al piano sottotetto, fortemente danneggiato per il crollo parziale della struttura stessa.

La copertura a falde era stata realizzata con orditura primaria in legno di abete, costituita da quattro travi principali poggianti sui muri di sostegno in mattoni pieni tramite un cordolo in cemento armato gettato in opera. La struttura secondaria era composta da travi di dimensione inferiore che sorreggevano i travetti; il manto di copertura era realizzato con lastre di fibrocemento e coppi a canale con sottocoppo.

Linee guida del progetto

Le soluzioni adottate hanno riguardato l’intero impianto dell’immobile, sia a carattere strutturale e distributivo che a livello di finiture interne ed esterne. Gli interventi di conservazione e restauro sono stati studiati avendo come obbiettivo il completo mantenimento dello stato dei luoghi e anche le lavorazioni maggiormente invasive, quali lo spostamento di alcune pareti divisorie secondarie e il consolidamento dei solai, sono state realizzate sempre sulla base di rispettose scelte progettuali che hanno mirato ad adottare soluzioni, tipologie d’intervento e materiali in grado di risolvere definitivamente le principali problematiche, integrandosi al contempo completamente con le caratteristiche costruttive tipiche dell’epoca in cui è stato edificato il palazzo.

Particolare importanza è stata riservata al comfort interno, studiando soluzioni impiantistiche adeguate, sia per quanto riguarda la climatizzazione che le componenti elettriche. Tutti gli impianti esistenti non a norma e tutti i servizi igienici sono stati riprogettati predisponendo un piano d’intervento basato su soluzioni dedicate, capaci di evitare il più possibile rotture e demolizioni dei muri e delle strutture.

Vespaio e cordolo di rinforzo

Per risolvere i problemi d’infiltrazione d’acqua presente nella parte inferiore della muratura e riscontrati sia all’esterno sia all’interno, dovuti principalmente all’umidità di risalita, è stato creato un vespaio areato con l’ausilio di elementi modulari in materiale plastico rigenerato per la formazione della pavimentazione e tubi di areazione di opportuno diametro collegati a pozzetti, chiusi con griglie di aerazione in ferro brunito ispezionabile, posti in corrispondenza dello scannafosso che è stato creato lungo tutto il perimetro dell’edificio.

A livello di pareti verticali si è intervenuti mediante normali opere di riparazione eseguite con la tecnica del cuci e scuci, mentre a livello delle fondazioni è risultata necessaria la realizzazione di un cordolo interno d’irrigidimento, con conseguente miglioramento e razionalizzazione della distribuzione verticale dei carichi.

Irrigidimento dei solai

I solai lignei sono stati oggetto di un importante e significativo adeguamento per migliorarne la staticità, considerando anche la futura destinazione a pubblico esercizio del palazzo.

L’intervento è stato suddiviso in due fasi: la prima ha riguardato l’irrigidimento della struttura mediante la realizzazione di un nuovo secondo assito in legno d’abete con andamento perpendicolare all’esistente, ancorato nei muri perimetrali, con l’obiettivo di aumentarne la rigidezza globale e le relative sezioni resistenti.

Una volta terminata la posa degli impianti è stato formato un massetto autolivellante adatto per la posa delle tavelle in cotto, precedentemente pulite e trattate. Durante la realizzazione del secondo assito di “rinforzo strutturale” del solaio sono state lasciate tutte le necessarie predisposizioni per l’inserimento, qualora l’attività lo richiedesse, di un montavivande per collegare la cucina posta al piano terra con le sale del piano primo destinate alla somministrazione degli alimenti.

L’attento studio delle predisposizioni impiantistiche nella fase progettuale, così come il continuo interfacciarsi tra la committenza, il team dei tecnici che hanno seguito le varie fasi in cantiere e le imprese esecutrici ha portato a limitare le rotture e la realizzazione di tracce nelle murature, al fine di preservare le pareti ed evitare un eccesivo indebolimento delle strutture portanti, oltre a velocizzare e ridurre i rischi propri derivanti dalle varie fasi di lavorazione in cantiere.

La seconda parte dell’intervento, con valenza maggiormente estetica, ha visto la raschiatura, pulizia e spazzolatura, con l’ausilio di spazzole metalliche, dei solai. Travi, travetti e assito sono stati carteggiati per rimuovere la pellicola pittorica esistente, stuccati con stucco emulsionato grasso per legno e infine verniciati.

Dotazione impiantistica

Preservare l’integrità del manufatto è stato il filo conduttore di tutto il progetto e in particolare è stata la linea che ha guidato, fin dalle fasi preliminari di progettazione, la scelta della tipologia degli impianti di riscaldamento e raffrescamento dei locali.

Dopo un attento studio e la realizzazione di simulazioni in 3d, si è optato per un impianto in pompa di calore con la distribuzione dell’aria all’interno dei locali mediante canalizzazione di piccola dimensione, in grado di garantire il massimo confort, posta nella parte alta del muro in corrispondenza delle partizioni divisorie portanti tra i vari locali.

Il canale di distribuzione è stato successivamente schermato mediante la creazione di velette in cartongesso ispezionabili, che si sono integrate perfettamente non andando a snaturare l’estetica caratteristica degli ambienti. Per l’impianto elettrico la scelta è ricaduta sulla tipologia tradizionale sottotraccia, creando dorsali di alimentazione in corrispondenza di vecchi cavedi per non rompere eccessivamente le murature.

Serramenti e porte d’ingresso

I serramenti interni ed esterni, così come le persiane e le ante di chiusura delle porte al piano terra verso la piazza, pesantemente danneggiati dagli agenti atmosferici e dal tempo, sono stati sostituiti con nuovi realizzati in legno, aventi la medesima tipologia degli esistenti e capaci di garantire l’adeguato isolamento termico e acustico. Non potendo conservare i vecchi scuri interni, presenti solo su alcune finestre, si è provveduto alla loro sostituzione con nuovi in legno riproducendo nei minimi dettagli la tipologia preesistente.

Pavimentazioni

Grande importanza è stata riservata al recupero della pavimentazione esistente, realizzata con tavelle di cotto di tipo lombardo. Rimosse per procedere alla formazione del vespaio aerato, all’irrigidimento del solaio ligneo e alla realizzazione degli impianti, le tavelle sono state accatastate in adeguato spazio nel quale sono state pulite mediante idrosabbiatura per poi essere riposate su malta di cemento con fuga di 3 millimetri.

Per riproporre l’immagine delle pavimentazioni di un tempo i giunti sono stati sigillati con miscela di calce e coccio pesto. È seguita la pulizia con acqua e il trattamento finale eseguito con sostanze protettive idro oleo repellenti al fine di creare una sottilissima pellicola avente la caratteristica di essere impermeabile all’acqua e alle sostanze corrosive.

Gli elementi in pietra, ovvero le soglie delle porte d’ingresso e le pedate della scala di collegamento tra i vari piani, sono stati sottoposti a una pulizia mediante impacchi con polpa di cellulosa e carbonato d’ammonio e infine, ove necessario, stuccati con grassello e polvere di marmo. La protezione con prodotti idro-repellenti, ultima operazione eseguita, ha avuto lo scopo di rallentare i processi responsabili del deterioramento.

I prospetti

Riquadrature, cornici in rilievo, bugnato a fasce per tutta l’altezza del piano terra, marcapiano di semplice impostazione e zoccolatura in strullato. Sono queste le finiture scelte per valorizzare i prospetti.

Gli intonaci esterni, caratterizzati da abrasioni ed erosioni causate principalmente dall’azione meccanica dell’acqua e dalle piogge acide, sono stati scrostati, nei punti in cui presentavano distacchi e fessurazioni; si è proceduto poi alla spazzolatura e pulizia delle fessure con getto d’acqua, alla rimboccatura dei mattoni e infine alla realizzazione di uno strato d’intonaco puntuale (rappezzi) e alla tinteggiatura finale.

I manufatti metallici, principalmente inferiate delle finestre e sopraluci a lunetta, affetti da fenomeni di corrosione e ossidazione, sono stati raschiati, sottoposti a un trattamento antiruggine e verniciati.

Recupero degli affreschi

Gli intonaci interni, essendo fortemente ammalorati, sono stati rimossi attraverso la scrostatura delle pareti, l’eventuale rimboccatura, ove necessario, dei mattoni e la stesura a mano di uno strato d’intonaco di calce, a accezione della sala affrescata.

L’intero impianto decorativo murale, di epoca probabilmente Ottocentesca, appariva complessivamente offuscato da una spessa coltre di sporco e particellato depositatosi negli anni. Alcuni interventi di manutenzione precedenti avevano contribuito ulteriormente alla perdita della plasticità estetica dell’intero apparato decorativo.

Come da consuetudine, le parti basse delle pareti, fino a un’altezza di circa due metri dalla quota della pavimentazione, avevano risentito inoltre della “prossimità” e della “presenza” delle persone: analizzando le pareti era infatti possibile leggere abrasioni, consunzioni e polverizzazioni della pellicola pittorica che creavano mancanze diffuse ma puntuali, senza arrivare a perdite di ampie porzioni del brano scenografico. La prima operazione messa in atto ha riguardato l’indagine conoscitiva e diagnostica relativa alla materia, alla tecnica di esecuzione e alle cause di deterioramento.

Le operazioni preliminari al consolidamento e alla pulitura hanno interessato le seguenti fasi: la definizione della reale consistenza specifica della pellicola pittorica; la rimozione a secco dei depositi superficiali incoerenti, con pennellesse e piccoli aspiratori; la rimozione dei depositi parzialmente coerenti, a mezzo di spugne sintetiche o pani di gomma wishab; la rimozione dei depositi parzialmente aderenti con acqua demineralizzata; l’applicazione dei bendaggi di sostegno e protezione; il ristabilimento parziale delle adesioni e della coesione della pellicola e la puntellatura provvisoria di parti di intonaco in pericolo di caduta.

Si è poi passati all’intervento di consolidamento, di pulizia, di rimozione di stuccature ed elementi inidonei, per concludere con operazioni di stuccatura, reintegrazione pittorica e protezione superficiale.

CHI HA FATTO COSA

  • Progettazione architettonica
  • Pan Studio di Architettura, arch. Santina Caizzi e Carlo Schira, Crema
  • Coordinamento sicurezza in fase di progetto ed esecuzione lavori
  • Geom. Andrea Baruffi, Caravaggio
  • Impresa edile
  • Bolzonedil di Casazza PierAngelo & C. sas, Ripalta Cremasca
  • Impianto idrico – sanitario
  • Mombelli Idraulica srl, Crema
  • Impianto elettrico
  • TG l’elettricista di Tansini Giuseppe, Pandino
  • Velette in cartongesso
  • Nordisol di Pala Luciano & C. snc, Crema
  • Serramenti in legno
  • Falegnameria Cerioli di Cerioli Valter & C. sas, Capergnanica
  • Tinteggiature
  • Dada sncdi Dasti Maurizio & C., Vaiano Cremasco
  • Restauro affreschi
  • Open-Art Studio d’arte e restauro di Calvi Daniele, Crema
  • Complementi d’arredo
  • L.a.m.a. di Baselli & C. snc, Bagnolo Cremasco
  • Grafica
  • Printing Centre Service di Pacchioni Mauro, Campagnola Cremasca

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