Bergamo | Fondo immobiliare

Case invendute in cambio di quote

L'niziativa prevede la cessione dell’invenduto delle imprese in cambio di quote del costituito fondo. Un progetto pilota che tenta di rispondere alle esigenze di liquidità delle imprese e potrebbe essere adottato in tutto il Paese per uscire dalla crisi.

La Camera di Commercio di Bergamo ha proposto un fondo immobiliare al quale le imprese costruttrici potrebbero conferire il loro patrimonio immobiliare invenduto in cambio di quote del fondo stesso.

Si tratta di un’idea che se adottata anche su scala nazionale potrebbe diventare una via d’uscita dalla crisi del settore edile in tutto il Paese. La Camera di Commercio di Bergamo, che da sola vanta 21.725 imprese e 53mila addetti, di cui 33mila dipendenti, ha deciso per l’iniziativa dopo i dati dell’indagine congiunturale riferita al IV trimestre 2011.

Per il solo comparto di Bergamo il calo delle vendite per il periodo in esame è stato del 5,8 %. Così Giuseppe Masnaga, membro della Giunta della Camera di Commercio, ha elaborato l’ipotesi progettuale che tenta di rispondere alle esigenze delle imprese di costruzione, del settore bancario e del settore pubblico.
Con lui a sviluppare la proposta Giovanni Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio, Emilia Benfante direttore Vicario della direzione generale casa di Regione Lombardia e Giorgio Papa, direttore generale di Finlombarda.

Al dibattito e a dar vita ad un confronto nello stesso tempo tecnico, propositivo, d’investimento non sono mancati anche esponenti del comparto edile orobico: Ance Bergamo, Confindustria Bergamo, Associazione Artigiani ed alcuni imprenditori locali. Tutti i presenti si sono dimostrati favorevoli all’iniziativa, così ora bisognerà occuparsi dei punti più minuziosi dell’intera operazione. A breve la Camera di Commercio convocherà un nuovo incontro al fine di un ulteriore esame sullo stato di affinamento delle fasi di dettaglio del progetto.

Ipotesi d’intervento. La sperimentazione parte dalla provincia di Bergamo e consisterà nella costituzione di un fondo immobiliare al quale le imprese costruttrici potranno conferire il loro patrimonio immobiliare invenduto in cambio di quote del fondo stesso. Con la cessione dell’invenduto le imprese potrebbero tamponare il fallito guadagno.

Come accedere al fondo. Per coloro che intenderanno avvalersi dell’opportunità di sfruttare il fondo occorrerà che svalutino in parte gli immobili, fino a prezzi inferiori al costo di costruzione. Di contro avranno il vantaggio di monetizzare un immobile che altrimenti starebbe fermo senza dare reddito. Le imprese bancarie che parteciperanno all’intesa favoriranno la probabilità di svalutazione dei loro crediti; la rinegoziazione dei finanziamenti, con allungamento della durata e mantenimento degli spread originariamente previsti, ne rappresenta invece il costo.

Uso degli immobili. Altro vantaggio dell’operazione è che in ottica di housing sociale, le case date potrebbero essere nel frattempo affittate a canoni moderati, oppure gestite in locazione con patto di futura vendita, oppure ancora in cessione a prezzi convenzionati.

Bergamo esempio per il Paese. Con questo intervento la cittadina Bergamasca potrebbe diventare un esempio da seguire. La Regione infatti ha intenzione di adottare il progetto pilota, anche in altre provincie lombarde.

Giulio Pandini costruttore edile.

I commenti fatti dagli attori del settore sono sicuramente positivi come ad esempio quello di Giulio Pandini, ingegnere titolare di un’impresa di costruzioni e presidente della Cassa Edile e membro di Ance Bergamo che ha così sottolineato:«sono molto favorevole a quest’iniziativa considerato il mercato dell’edilizia bloccato e lo stato del credito, con le banche in difficoltà, credo che l’istituzione di un fondo immobiliare sia una grande opportunità per le imprese in difficoltà. Si tratta di un investimento sul lungo periodo che potrà dare respiro alle imprese edili. Naturalmente si dovrà trovare il giusto equilibrio sul prezzo dell’immobile. Anche se ci sarà una perdita immediata per l’imprenditore se il progetto decollerà sul lungo periodo potrà utili e ritorni».

Giovanni Paolo Malvestiti | Presidente Camera di Commercio di Bergamo
Classe 1947, imprenditore nel settore pelletteria, calzature e valigeria. Ricopre numerosi incarichi associativi e istituzionali: presidente di Ascom Bergamo, di Bergamo Terziaria e di Bergamo Fiera Nuova; vicepresidente di Unioncamenre Lombardia, di Confcommercio Lombardia e di Fogalco; componente del consiglio confederale della Confcommercio, del consiglio di amministrazione dell’ente Fiera Promoberg, di Sacbo e dell’Università degli Studi di Bergamo. Nel 2012 è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica: settimo presidente della Camera di Commercio di Bergamo dal dopoguerra ad oggi.

Giuseppe Masnaga | direttore generale della Banca Popolare di Bergamo
Classe 1957, laureato in giurisprudenza e direttore generale della Banca Popolare di Bergamo è giunto all’istituto di credito bergamasco nel 1981, ha svolto tutta la sua carriera all’interno della banca con mansioni di responsabilità: dalla segreteria alla direzione risorse umane, dalla banca virtuale all’area commerciale. Dal 2011 è vice presidente della Commissione regionale Lombardia Abi. È consigliere di Ubi Assicurazioni spa e della Fondazione Ubi banca Varese. È al suo primo mandato come consigliere della Camera di Commercio. È membro di giunta in rappresentanza del settore del credito dal giugno 2010.

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