Gruppo Cdp | Business plan 2013-2015

Cassa depositi e prestiti: 95 miliardi di nuove risorse nel piano industriale

In un contesto macroeconomico difficile e di contrazione dell’offerta di credito da parte del sistema finanziario, Cdp continuerà ad esercitare il suo ruolo anticiclico d'investitore di lungo termine, utilizzando le risorse private raccolte per concentrare la propria azione sui “motori sani” dello sviluppo economico.

 Il consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti (Cdp) ha approvato le linee guida del Piano industriale 2013-2015 che verrà definito nei dettagli nella riunione prevista per l’11 settembre.

Franco Bassanini, presidente Cassa Depositi e Prestiti

«A seguito delle recenti acquisizioni di Fintecna, Sace e Simest il Piano detta le linee d’indirizzo per l’intero Gruppo che, oltre alla capogruppo Cdp e alle società neo acquisite, include anche Cdp investimenti Sgr e il Fondo strategico italiano. Nell’arco temporale del Piano, Cdp continuerà a dare un rilevante contributo all’attuazione delle politiche industriali del Paese, attraverso l’erogazione di credito per investimenti pubblici, infrastrutture e imprese – in chiave anticiclica e con un’ottica di medio-lungo termine – e investimenti nel capitale di rischio diretti (reti energetiche e altri asset strategici), e indiretti tramite il Fondo italiano d’investimento e il Fondo strategico italiano, finalizzati a supportare la crescita dimensionale e lo sviluppo internazionale di Pmi e imprese di rilevanza strategica» ha spiegato il presidente Cdp, Franco Bassanini entrando nel merito del Piano che per il prossimo triennio mobiliterà risorse pari al 5% del Pil nazionale.

Nuove risorse
Il Piano prevede che nel triennio siano mobilitate e gestite a favore dei segmenti enti pubblici e territorio, infrastrutture e imprese risorse fino a 80 miliardi di euro, e ulteriori 15 miliardi di euro potranno essere immessi nell’economia attraverso specifici interventi finalizzati all’allargamento del perimetro di attività del Gruppo, in analogia con quanto fatto in altri Paesi europei: in tal caso il contributo di Cdp alla crescita dell’Italia sarebbe pari al 2% del Pil all’anno (6% nel triennio).
Entro fine anno Cdp, dal 2011, avrà già mobilitato risorse per 57 miliardi di euro, ben superiori all’obiettivo iniziale di Piano 2011-2013 previsto in 43 miliardi. Considerando anche Sace, Simest e Fintecna (acquisite nel 2012) nel triennio 2010–2012 sono state immesse nell’economia risorse per 70 miliardi di euro.
Cdp concentrerà la propria azione a supporto degli investimenti delle pubbliche amministrazioni, finanza per infrastrutture intelligenti, sostegno alle imprese e all’export. Una particolare attenzione sarà dedicata alla promozione dello sviluppo del Mezzogiorno.

Enti Pubblici e Territorio
A supporto degli investimenti pubblici produttivi, nel triennio verranno immessi nell’economia fino a 23 miliardi di euro, di cui 2 miliardi in capitale di rischio. Oltre a proseguire nel finanziamento diretto degli investimenti degli enti pubblici, segmento in cui Cdp è e resterà l’operatore primario, il Gruppo proporrà soluzioni innovative di valorizzazione delle partecipazioni degli enti (attraverso il Fondo strategico italiano) e di valorizzazione del patrimonio immobiliare grazie al fondo Fiv-Plus, gestito da Cdpi Sgr, e anche attraverso l’integrazione delle risorse e delle competenze di Fintecna immobiliare.
Specifica attenzione sarà dedicata alla realizzazione di ulteriori investimenti nel social housing, attraverso il pieno utilizzo del fondo Fia gestito da Cdpi Sgr, e nell’edilizia scolastica, sia con finanziamenti di scopo, sia con interventi in capitale di rischio. Infine, verrà potenziato il ruolo di Sace Fct a supporto dei programmi di pagamento dei debiti della pubblica amministrazione.

Infrastrutture
Fino a 9 miliardi di euro di risorse, di cui circa 0,5 miliardi capitale di rischio, saranno destinate alla progettazione, avvio e finanziamento di opere infrastrutturali.Sarà rafforzato in quest’ottica il ruolo di Cdp nella promozione attiva della bancabilità delle grandi opere, anche attraverso offerta di credito e investimenti in capitale di rischio e valorizzando il ruolo di Sace. Si darà inoltre impulso alla realizzazione di grandi opere con finanziamenti e con investimenti diretti in capitale di rischio attraverso Fsi, che già ha realizzato importanti interventi ai fini del consolidamento del settore delle public utilities e dello sviluppo delle infrastrutture digitali.
Per la promozione delle piccole infrastrutture, in prevalenza greenfield, è allo studio la creazione di un fondo, che si propone di attivare accordi di co-investimento con altri investitori istituzionali di lungo termine. Come azionista di riferimento delle principali reti energetiche del Paese (Snam e Terna, oltre al gasdotto Tag) Cdp intende promuovere la realizzazione dei programmi di potenziamento delle infrastrutture di rete, la parità di accesso degli operatori del settore e l’implementazione della strategia energetica nazionale.

Imprese
Fino a 48 miliardi di euro, di cui circa 3,5 miliardi in capitale di rischio, saranno dedicati al supporto della crescita e dell’internazionalizzazione delle imprese e alla valorizzazione di asset strategici per il Paese.
Si prevede la piena attivazione delle sinergie con Sace e Simest sul fronte dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese, un incisivo utilizzo degli strumenti esistenti per il sostegno all’economia (plafond pmi) e la promozione dell’impiego efficiente degli strumenti di credito agevolato gestiti per conto dello Stato, e un impulso all’attivazione d’investimenti con nuovi strumenti quali, ad esempio, un plafond per le reti d’impresa.
Nei settori rilevanti dell’economia nazionale, il Piano prevede entro il 2015 l’utilizzo completo delle risorse ancora disponibili nel Fondo strategico italiano (3 miliardi di euro), per il quale è stata avviata un’attività di fund raising finalizzata all’ingresso di nuovi investitori istituzionali.
Il rafforzamento del ruolo di facilitatore degli investimenti esteri in Italia del Gruppo Cdp verrà attuato attraverso la joint venture di Fsi con il fondo sovrano Qatar per il Made in Italy, la collaborazione con Bei e l’apertura del capitale della holding delle reti strategiche con mantenimento della quota di controllo.
Inoltre, Cdp supporterà anche il programma di aumento della competitività di Fincantieri, valutando le migliori strategie per la crescita e valorizzazione del gruppo.

Il Mezzogiorno
Il ruolo di Cdp a supporto dell’economia del Paese riguarderà anche la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno, a favore del quale nello scorso triennio sono state mobilitate e gestite dal Gruppo risorse per circa 20 miliardi di euro. Nell’arco del Piano sono previsti interventi specifici per il consolidamento delle public utilities partecipate da enti locali, il potenziamento degli investimenti in social housing, anche promuovendo l’utilizzo fondi strutturali Ue, il finanziamento diretto di infrastrutture portuali, viarie, ferroviarie e turistiche; la valorizzazione del gruppo Fincantieri avrà ricadute positive anche per gli importanti insediamenti produttivi presenti sul territorio.

Altre iniziative
Attraverso specifici interventi, finalizzati all’allargamento del perimetro di attività del Gruppo, nel triennio potrebbero essere mobilitati fino a ulteriori 15 miliardi di euro (per un totale di 95 miliardi di euro), nei diversi segmenti:

  • Enti Pubblici e Territorio: fino a circa 4 miliardi di euro per altri interventi nell’ambito dei programmi governativi per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione;
  • Infrastrutture: fino a circa 1 miliardo attraverso l’ampliamento del perimetro di attività a operazioni di project finance estero e la concessione di finanza agli operatori nel settore delle opere pubbliche;
  • Imprese: fino a circa 5 miliardi per nuovi prodotti di export finance e internazionalizzazione, plafond per imprese di media dimensione, plafond macchinari, impianti e attrezzature, strumenti per favorire l’accesso al credito delle imprese (mini-bond per pmi, cartolarizzazioni di prestiti alle imprese);
  • Altri interventi a supporto dell’economia: fino a circa 5 miliardi di euro attraverso strumenti di finanziamento di immobili residenziali tramite il sistema bancario, anche al fine di favorirne l’efficientamento energetico.

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