Riuso | Edilizia industriale

Classe A e nuova pelle in lamiera

La struttura architettonica preesistente e il sistema sociale all’interno del quale è inserita hanno suggerito agli architetti un intervento rispettoso ma allo stesso tempo capace di stabilire nuove relazioni tra la città, l’architettura e la comunità residente.

Realizzata dallo studio Mdu architetti >>, la nuova sede della Camera di Commercio di Prato è considerato uno dei primi esempi di recupero di un manufatto esistente a vocazione produttiva nel settore dei lavori pubblici.

Camera di Commercio di Prato (foto Pietro Savorelli)
Camera di Commercio di Prato (foto Pietro Savorelli)

La realizzazione della nuova sede camerale si lega, inoltre, alla volontà di ribadire la storica vocazione del distretto pratese, principalmente legato alla produzione di tessuti e attualmente in cerca di una nuova fase propulsiva. La soluzione sviluppata per il nuovo complesso insegue dunque il dialogo fra la scala urbana e quella architettonica. La struttura architettonica preesistente e il sistema sociale all’interno del quale è inserita hanno suggerito agli architetti un intervento rispettoso ma allo stesso tempo capace di stabilire nuove relazioni tra la città, l’architettura e la comunità residente. L’edificio, con un volume di oltre 35mila mc e realizzato in classe energetica A, trasforma il suo cuore in uno spazio pubblico attraverso tre profonde fenditure che ne liberano massa monolitica, aprendola e rendendola disponibile all’attraversamento.

Tutti i volumi risultanti da questa frantumazione sono rivestiti lungo le pareti che definiscono l’esterno dell’isolato urbano da un manto metallico color bronzo, realizzato in lamiera stirata anodizzata. Con questa soluzione, ispirata a esperienze di arte concettuale, il volume originario rimane visibile ma allo tempo riceve una nuova connotazione, che insegue l’effetto di un enorme tessuto che avvolge il manufatto. L’intenzione degli architetti, che hanno lavorato a questo intervento con Favero & Milan e Seti Ingegneria, è stata quella di creare, attraverso una serie articolata di soluzioni architettoniche, un fulcro capace di dare nuovo impulso alle dinamiche della vita urbana.

Il sito è collocato poco oltre le mura trecentesche della città di Prato, in soluzione d’angolo tra via Baldanzi e via del Romito, dove un inatteso brano di città sorge all’interno di un sistema urbano consolidato e composto in prevalenza da edilizia residenziale, alternata a stabilimenti produttivi del secondo dopoguerra, la maggior parte dei quali in stato di abbandono. L’iter di Mdu architetti si sviluppa a partire da un concorso di idee bandito nel 2004 dalla Camera di Commercio di Prato per la realizzazione della nuova sede, e caratterizzato dall’intento di promuovere in città la pratica del recupero di manufatti già esistenti, combinata con l’uso di tecnologie a basso consumo energetico. Originariamente, l’immobile (che rappresenta un esempio di edilizia industriale dedicata al tessile del secondo dopoguerra) delle dimensioni di un vero e proprio lotto urbano – si presentava come un grande volume, con al proprio interno una corte nascosta rispetto alla città.

Camera di Commercio di Prato  (foto Carlo Gianni)
Camera di Commercio di Prato (foto Carlo Gianni)

Completamente rivoluzionato al suo interno in funzione della diversa attività alla quale è destinato, l’edificio mantiene il suo aspetto monolitico dietro alla nuova «pelle» in lamiera dal colore bronzeo, che lascia intravedere il corpo preesistente. Nella corte interna, il restauro filologico della fabbrica convive con forme e materiali nuovi come la stessa lamiera impiegata per parte dei rivestimenti e il vetro U-glass per il ponte aereo che collega le ali più lunghe dell’edificio. L’area circostante, composta da circa 5mila mq originariamente di proprietà privata, è stata trasformata in uno spazio pubblico, intorno al quale si aprono nuovi assi viari pedonali e ciclabili, circondati da verde pubblico.

Il concetto energetico dell’edificio si propone di interpretare la volontà di risparmio energetico della committenza attraverso scelte che coinvolgono materiali, tecnologie e impianti. Tra di esse figurano l’asfalto rigenerato, la copertura ventilata realizzata con materiale di recupero, il sistema di isolamento a cappotto per le pareti in lana rigenerata, l’acciaio del rivestimento completamente riciclabile. Fotovoltaico, solare termico e geotermia completano il quadro di un intervento mirato a trasformare una struttura impiantistica obsoleta in un edificio quasi passivo.

Alla piazza-giardino si accede dall’ingresso esistente su via del Romito, contraddistinto da un nuovo «portale» in lamiera metallica ossidata, e dai nuovi tagli dell’edificio aperti su via Pelagatti e via Baldanzi. Gli uffici sono concepiti come unità funzionali singole o aggregate a coppia, semplici volumi chiusi, dotati ciascuno di tutte le attrezzature necessarie per lo svolgimento dell’attività lavorativa. Il foyer è uno spazio unitario che si estende dalla quota della città alla volta dell’edificio esistente raggiungendo un’altezza di oltre 11 m, con una scala elicoidale in cemento armato faccia a vista.

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