Punti di Vista | Armando Zambrano, Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri

Sblocca Cantieri: un provvedimento poco risolutivo

Il presidente del Consiglio nazionale Ingegneri introduce il documento Cni e Rpt sul decreto Sblocca Cantieri auspicando una riforma organica della normativa in materia di appalti.

Il tanto atteso decreto “Sblocca Cantieri” è stato convertito in legge lo scorso 17 giugno, tramite la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (Legge 14 giugno 2019, n. 55 recante «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici»).

Con la conversione in legge del decreto sono diventate operative una serie di modifiche al Codice appalti ed al Testo Unico sull’edilizia. Una materia che noi professionisti tecnici consideriamo di particolare importanza.

Nel complesso, il nostro giudizio su questo intervento non può definirsi certamente entusiastico, sebbene un paio di significativi risultati siano stati acquisiti.

Come Rete Professioni Tecniche abbiamo costantemente contrastato la reintroduzione dell’incentivo del 2% per le attività di progettazione svolte dai dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

Il legislatore ha compreso che una norma siffatta avrebbe rappresentato un ulteriore colpo al principio della centralità della progettazione, intesa come elemento a garanzia della qualità del progetto e dunque del progettista.

Tra l’altro, tale modifica non era vista con favore dalla maggioranza sia dei professionisti che dai dipendenti pubblici, come confermato dai dati ricavati da una recente indagine del Centro Studi Cni.

Inoltre, abbiamo constatato con favore l’introduzione delle modifiche atte a semplificare le procedure di aggiudicazione. Le nuove soglie, certamente più flessibili, potranno in generale consentire una più rapida aggiudicazione e quindi abbreviare i tempi di realizzazione delle opere.

Altro aspetto positivo è senz’altro il ritorno al regolamento unico. Le note positive, tuttavia, finiscono qui. Come professionisti tecnici non abbiamo mai smesso di rimarcare, purtroppo invano, la netta contrarietà alla reintroduzione dell’appalto integrato, che consideriamo da sempre profondamente lesivo del principio per cui la progettazione rappresenta il fulcro essenziale di ogni opera.

Affidare congiuntamente progettazione ed esecuzione allo stesso soggetto relega nei fatti la progettazione a un ruolo potenzialmente subalterno alimentando, come l’esperienza acquisita ci indica, il ricorso alle varianti in corso d’opera, favorendo la moltiplicazione dei contenziosi, la lievitazione dei costi e la dilatazione dei tempi di realizzazione.

In ogni occasione, poi, abbiamo richiamato la necessità d’introdurre una norma che intervenisse sull’applicazione obbligatoria del decreto parametri in modo da dare piena attuazione alle disposizioni in materia di equo compenso per le prestazioni professionali.

Inoltre, abbiamo messo in guardia il legislatore rispetto alla tentazione di promuovere l’affidamento della progettazione di opere a società in-house, che nascono in seno alla pubblica amministrazione ma senza la forza sufficiente a soddisfare il fabbisogno quantitativo e qualitativo di progetti di cui un grande Paese come l’Italia ha bisogno.

Inoltre, è forte il rammarico dei professionisti tecnici per l’esito dell’iniziativa intrapresa insieme al Dipartimento della Protezione Civile, e validata da tutti i ministeri coinvolti, per l’istituzionalizzazione del Supporto tecnico degli Ordini e dei Collegi professionali alle attività di protezione civile, importante strumento di coordinamento operativo attraverso cui i Consigli nazionali coinvolti potrebbero semplificare e accelerare la gestione delle attività per la verifica dell’agibilità degli edifici all’indomani di un evento sismico.

In dirittura d’arrivo al Senato, la Commissione Bilancio ha bocciato la disposizione, immaginando maggiori oneri a carico dello Stato già molte volte esclusi nel corso del percorso parlamentare di conversione del Decreto.

Anche se non hanno trovato un riscontro concreto all’interno del provvedimento, nei vari confronti istituzionali avuti come Rete Professioni Tecniche abbiamo posto all’attenzione a molti altri temi di diretto interesse per i nostri professionisti, come, ad esempio, l’esigenza di una riforma organica della normativa in materia di appalti, che ha portato alla codificazione di disposizione non sempre facili da applicare. Come si vede, di strada da percorrere ce n’è ancora tanta e molto lavoro resta ancora da fare.

Introduzione al documento Sblocca Cantieri
di Armando Zambrano, presidente Cni e Rete Professioni Tecniche

Qui il Software realizzato in collaborazione con il Cni per la redazione del preventivo e del contratto tipo previsto dalla normativa vigente per la committenza privata

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