Con l’entrata in vigore del dpr 137/2012 viene abrogata la norma che escludeva per gli impiegati pubblici l’iscrizione all’albo dei geometri, contrariamente a quanto ammesso per gli ingegneri e gli architetti. Entro il prossimo 25 giugno possono essere presentate, presso i 110 collegi provinciali dei geometri, le domande di ammissione all’esame di abilitazione per l’iscrizione all’albo professionale in programma a novembre 2018.
Un termine utile per i geometri oggi inquadrati come dipendenti presso una pubblica amministrazione, ciascuno dei quali viene potenzialmente interessato dalla bozza di decreto licenziata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nelle ultime adunanze del 23 e 25 maggio 2018. Un dispositivo che, oltre ai liberi professionisti, oggi prevede per la prima volta l’obbligo d’iscrizione in un albo professionale, presso un ordine/collegio territoriale, anche per i tecnici dipendenti intenzionati a svolgere l’attività di collaudatore di opere pubbliche.
Il commento di Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri
Un provvedimento apripista e dalla portata innovativa
«Ci troviamo in un ambito che include i collaudi statici e tecnico amministrativi, cuore di ogni appalto, durante i quali si esaminano le caratteristiche delle principali opere pubbliche, dalla scuola alla strada; sono le fasi più delicate in cui si assicura una maggiore tutela alla cittadinanza. Per tale motivo è importante sapere che il collaudatore ora dovrà essere considerato come un libero professionista a tutti gli effetti, analogamente impegnato all’osservanza dei suoi requisiti, pur restando inquadrato come un pubblico dipendente.
Solo così, per fare un esempio, sarà tenuto a svolgere le attività formative e di aggiornamento continuo, al pari dei tecnici che svolgono la libera professione. Inoltre con l’inserimento di una figura professionalmente così concepita nella fase di collaudo, si tende a colmare anche il divario fra le piccole e le grandi pubbliche amministrazioni italiane. Un processo di non poco conto, considerato che la maggioranza dei comuni è caratterizzato da una popolazione residente molto bassa e rientra pertanto nella prima casistica.
Ora quindi anche i geometri potranno ottimizzare i percorsi di carriera all’interno delle pubbliche amministrazioni, considerato che una serie di mansioni può essere svolta esclusivamente da chi è iscritto a una categoria professionale, come quella di collaudatore di opere pubbliche.
Tenuto conto poi che la natura degli iscritti alla categoria sta rapidamente evolvendo dai tecnici diplomati verso i tecnici laureati, si riapre, rispetto al passato, una partita che può rivelarsi molto interessante per un geometra con specifiche competenze di carattere interdisciplinare, che potrà così andare a ricoprire nuovamente ruoli apicali nella pubblica amministrazione.
Il decreto che dovrà essere emanato dal Mit sarà attuativo del dlgs 50/2016 del Codice degli Appalti (comma 8, articolo 102) e tra le misure previste vi è l’istituzione di un albo dei collaudatori (tenuto dallo stesso Mit), aperto esclusivamente agli iscritti ai relativi ordini/collegi professionali (geometri, ingegneri, architetti e profili tecnici idonei), consultabile dalle stazioni appaltanti per l’assegnazione dell’incarico.
Uno scenario che in prospettiva potrà garantire non pochi vantaggi ai geometri dipendenti pubblici: la ratio contenuta nel decreto, infatti, può diventare il viatico per consentire loro migliori percorsi di carriera, soprattutto in considerazione della possibilità (al pari dei liberi professionisti) di poter operare in autonomia per quanto riguarda i lavori di ordinaria manutenzione, nonché nel ruolo di componenti tecnico-amministrativi presso le commissioni preposte.
In attesa della conclusione dell’iter, è importante sapere che tale risultato è stato raggiunto tenendo conto delle indicazioni della Rete delle Professioni Tecniche, che ha ribadito la necessità che il collaudatore (chiamato a svolgere una prestazione professionale complessa e delicata come il controllo del processo di esecuzione di un’opera pubblica), debba presentare requisiti che sono propri di chi è iscritto all’ordine/collegio. In primis, il rispetto delle norme deontologiche e, a seguire, la specifica formazione professionale e la conoscenza dell’evoluzione normativa in materia. L’osservanza di tale disposizione, ripeto, comporterà un impatto qualitativamente rilevante per la pubblica amministrazione e per la collettività».