Arcus | Emergenza economica Covid-19

Liquidità: come accedere ai finanziamenti con rapidità

Si prevedono tempi lunghi per l’ottenimento dei finanziamenti da parte delle banche, intanto crollano i prezzi dell’energia elettrica. Nel settore infrastrutturale si stima una crescente difficoltà nel portare avanti le attività di realizzazione dei progetti. Arcus Financial Advisors ritiene pertanto utile che il Governo integri la tipologia di strumenti posti a supporto delle aziende, includendo anche linee di tipo revolving.

Le principali banche italiane e internazionali che operano nel nostro Paese stanno vivendo un momento d’intensa attività volto a gestire le numerose domande di moratoria che, a seguito dell’emergenza Covid-19, stanno pervenendo dalle imprese italiane in difficoltà, a cui si aggiunge l’operatività per la concessione degli strumenti finanziari di supporto attivati dal Governo attraverso il Decreto Cura Italia e il Decreto Liquidità.

Arcus Financial Advisors, società di consulenza indipendente al fianco di imprenditori e istituzioni con un team di esperti nella strutturazione di operazioni di finanziamento in Italia e all’estero che ha fin da subito messo a disposizione la propria conoscenza del mercato del lending per assistere le aziende nell’utilizzo degli strumenti predisposti dalle Istituzioni Italiane, sia nella fase dell’istruttoria che in quella della attivazione e della gestione del contratto di finanziamento e delle relative garanzie accessorie.

Stefano Cassella | Ceo Arcus Financial Advisors

Stefano Cassella | Ceo Arcus Financial Advisors.

«In uno scenario che potrebbe portare a rallentamenti nei processi di analisi e strutturazione delle operazioni di finanziamento, diventa cruciale la necessità di presentare tempestivamente istruttorie ben circostanziate, predisposte a valle di un’attività preliminare volta ad accertare l’effettiva corrispondenza dei requisiti previsti dalla normativa e accompagnate da tutta la documentazione richiesta. A maggior ragione tale attività propedeutica risulta di sempre maggiore utilità laddove si debba approcciare il sistema bancario in occasione di richieste di finanziamenti complessi, in modo da facilitare i processi di valutazione interna da parte degli istituti stessi. Un altro aspetto di cui occorre tener conto in questa fase, specialmente nel caso di richieste di finanziamenti a medio-lungo termine, è l’incertezza sull’evoluzione del cd cost of funding. Tale incertezza rende difficile ipotizzare un pricing (in termini di upfront fee e margine sull’Euribor) definito di un’operazione, soprattutto se il suo perfezionamento non è previsto in tempi brevi. Una conseguenza che al momento sembra essere indipendente dalla liquidità che dovrebbe arrivare sul mercato dai vari organismi internazionali, in primo luogo dalla Banca Centrale Europea e Banca Europea degli Investimenti, quanto piuttosto dalla situazione contingente dovuta anche ai mancati rientri di prestiti per cui invece è stata accordata una moratoria. Inoltre, la variabilità del pricing sembrerebbe anche dipendere, in taluni casi, da una revisione degli strumenti di rating adottati dagli istituti di credito che, diventando più stringenti a causa di un prevedibile incremento dei tassi di default, impongono in qualche modo un pricing più elevato per il mantenimento dei ritorni minimi richiesti per specifico impiego. Osserviamo quindi una situazione in cui le aziende si trovano a dover reagire rapidamente e a scegliere, in questo difficile contesto, se portare avanti operazioni di investimento e di sviluppo del proprio business in assenza di certezze sulle condizioni, termini e tempistiche o di sospenderle in attesa di una maggiore visibilità sulla disponibilità del mercato finanziario. Gli strumenti posti in essere dal Governo, tra cui non possiamo non menzionare l’ulteriore importante stanziamento a sostegno dell’export, rappresentano sicuramente un ottimo sostegno alle imprese, auspicabilmente suscettibile, come detto in precedenza, di qualche ulteriore miglioramento, a cui ci auguriamo si affianchino presto anche adeguate misure a livello europeo. L’utilizzo di questi strumenti dovrà essere supportato da procedure decisionali veloci ed efficaci, per evitare il disperdersi di queste risorse. Riteniamo altresì fondamentale che le aziende agiscano fin da subito in modo proattivo, e che siano consapevoli che il gran numero di richieste che le banche si troveranno a dover valutare e processare in un arco temporale ristretto, presuppone un lavoro preparatorio meticoloso al fine di evitare un allungamento dei tempi di risposta da parte degli istituti finanziari».

Federico Mander | Senior Partner Arcus Financial Advisors

Federico Mander | Senior Partner Arcus Financial Advisors.

«Se a livello macroeconomico è ancora difficile prevedere quando le misure attivate inizieranno a dare i propri benefici, è già possibile vedere gli effetti dettati dal diffondersi della pandemia su determinati comparti. Un fenomeno molto rilevante è, ad esempio, rappresentato – a seguito della brusca frenata della domanda elettrica e dell’improvviso calo del prezzo del petrolio e del gasdal crollo senza precedenti dei prezzi dell’energia elettrica, scesi ben al di sotto di 30 €/MWh raggiungendo addirittura prezzi inferiori ad 8 €/MWh in alcune ore nella prima metà del mese di aprile, a fronte di un prezzo medio del 2019 di oltre 50 €/MWh. Lo scenario prezzi attuale sta già mostrando un forte impatto sugli investimenti nel settore delle energie rinnovabili in assenza di incentivi, rendendo di fatto al momento non economicamente convenienti nuove iniziative. Nello specifico, si traduce nell’interruzione della corsa ai progetti in market parity avviata negli ultimi mesi e trainata dallo sviluppo del mercato dei cd. “Ppa” (Power Purchase Agreement), volti a definire contratti di acquisto di medio termine dell’energia elettrica a prezzo fisso da parte di traders specializzati o utilities e/o aziende energivore».

Riccardo Rossitto | Senior Partner Arcus Financial Advisors

Riccardo Rossitto | Senior Partner Arcus Financial Advisors.

«Per quanto riguarda invece il settore infrastrutturale, e in particolar modo quello delle società concessionarie, è prevedibile una crescente difficoltà da parte di queste ultime nel portare avanti le attività di realizzazione dei relativi progetti a causa dell’iniziale rallentamento e successivo blocco delle attività di costruzione, che obbliga la revisione dei cronoprogrammi attesi, generando così incertezze sui piani finanziari predisposti e, non ultimo, una forte tensione finanziaria sulle imprese appaltatrici. Gli strumenti predisposti dal Governo a sostegno della crisi potrebbero essere un elemento importante per dare rilancio alle attività di questo settore, superando temporaneamente il problema e fornendo ai progetti una certa dose di liquidità. Tuttavia, sarebbe stato utile al riguardo che anche le società concessionarie dedicate a specifici progetti ancora in costruzione, come metropolitane o ospedali in regime concessorio per citarne alcuni, potessero avere accesso a tali strumenti. Purtroppo, ci sembra che l’attuale normativa non consenta a questa categoria di imprese di farne ricorso, in quanto non hanno generato e non generano ancora ricavi significativi per ottenere i finanziamenti necessari secondo i parametri della nuova normativa. Peraltro, in ragione della loro natura di Special Purpose Companies, potrebbe anche essere utile non considerarle come facenti parte di Gruppi, evitando così l’impatto delle restrizioni derivanti da questi finanziamenti alle società azioniste o a loro collegate. Auspichiamo quindi che il Governo provveda in sede di conversione del Decreto a sanare questo aspetto, prevedendo dei requisiti ad hoc come, ad esempio, un riferimento ai lavori in corso e/o all’incremento delle immobilizzazioni in alternativa al fatturato, facilitando in tal modo il proseguimento dei lavori di opere importanti per il Paese. Rileviamo, infine, come la disciplina attuale non consenta alle aziende di ottenere linee di credito ‘revolving’ in grado di supportarle nel far fronte alla ciclicità degli scostamenti tra incassi e pagamenti che si sono accentuati in questo periodo di crisi. Gli strumenti di sostegno posti in essere dal Governo, infatti, al momento prevedono unicamente la possibilità per le aziende di ottenere i finanziamenti in un’unica soluzione per poi rimborsarli entro 6 anni, senza la possibilità di un utilizzo e rimborso ciclico tipico delle linee di capitale circolante. Riteniamo pertanto utile che il Governo integri la tipologia di strumenti posti a supporto delle aziende, includendo anche linee di tipo revolving».

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