Costruttori | Città

“Com’è bella la città”: Ance propone il decalogo per la rigenerazione urbana

Il presidente Ance Gabriele Buia chiude il suo mandato a Parma, la sua città, consegnando ai costruttori il decalogo per la rigenerazione urbana. Dal dibattito con il ministro Enrico Giovannini rassicurazioni su “la legge delega per la riforma del Codice degli appalti che sarà approvata con largo anticipo rispetto al termine del 30 giugno previsto dal Pnrr”.
Intervento di apertura del presidente Ance, Gabriele Buia.

Parma – La rigenerazione urbana, il ruolo delle città, dei progettisti, degli urbanisti e ovviamente dei costruttori, le considerazioni di amministratori e politici, la presentazione dei risultati del progetto “Verso Parma 2022” dopo il lavoro di oltre un anno del gruppo di lavoro “Urban Renovation Lab”, e last but not least, l’ultimo impegno pubblico di particolare rilievo nelle vesti di presidente Ance di Gabriele Buia, salutato nella sua città da una standing ovation dei dirigenti dell’associazione costruttori convenuti da molte province e diverse regioni.

Tutto questo si è condensato dinamicamente nell’iniziativa “Com’è bella la città”, ospitata dal Teatro Regio della città emiliana, già regno di Maria Luigia d’Austria. L’otto giugno l’assemblea elettiva di Ance aprirà un nuovo capitolo e congedandosi, il presidente Buia ha consegnato alla collettività un corposo “Decalogo per la rigenerazione urbana”, utile vademecum su un tema da molti anni al centro dell’attenzione, “Senza che siano stati chiaramente indicati gli obiettivi – ha affermato Gabriele Buia – principali e soprattutto gli strumenti necessari ad attuarla. L’urgenza di arrivare a una proposta concreta è accresciuta dall’imperdibile opportunità offerta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che dedica una parte importante dei fondi e delle riforme al tema della città”.

Il presidente dei costruttori italiani ha anche evidenziato come si sia assistito a 76 provvedimenti in 26 anni, per provare a scrivere una nuova legge urbanistica, “Ma il Parlamento non è mai arrivato fino in fondo. Credo sia doveroso avere una legge nazionale per la rigenerazione urbana che faccia da cappello – ha sostenuto Buia – consentendo ai singoli territori di esprimere le proprie potenzialità, favorendo il loro sviluppo”.

Dal palco del Regio l’Ance ha inteso presentare nuove chiavi di lettura e strumenti per interpretare e positivamente gestire i nuovi paradigmi della riqualificazione urbana.  Ad iniziare dal citato decalogo che nelle intenzioni degli estensori e promotori dovrebbe risultare utile alla collettività.

Una richiesta è stata forte e chiara: “Le proposte che presentiamo devono diventare realtà in tempi brevissimi. Lo richiedono le mutate condizioni e la necessità di recuperare il tempo perduto sulla strada della rinascita delle nostre città”.

La tavola rotonda.

L’appello di Buia ha trovato riscontro nelle riflessioni e nelle considerazioni emerse da una serie di interessanti interventi: l’amministratore delegato di Generali Real Estate, Paolo Mazzocco, l’ad di Redo Sgr, Fabio Carlozzo, l’amministratore delegato e direttore generale di Crédit Agricole Italia, Giampiero Maioli, la fondatrice di T-Studio Guendalina Salimei, il senior partner di “Cittamoderna” spa, Angelo Prezioso.

Un’indicazione è emersa univoca: i nuovi progetti debbono essere anzitutto sostenibili sui versanti ambientale e sociale e rispettare i criteri Esg. Lo debbono essere intrinsecamente per molti motivi e, aspetto non secondario, qualora non lo fossero non sarebbero finanziati. Nemmeno se di taglio minimo.

Ai sindaci la rigenerazione urbana piace, soprattutto se supportata dal Pnrr, come hanno evidenziato le testimonianze dei primi cittadini di Bergamo, Giorgio Gori e di Cagliari, Paolo Trezzu.

L’intervento del vicepresidente della Commissione Ue, Franz Timmermans.

La presidente di Assimpredil Ance (Milano, Lodi e Monza Brianza) Regina De Albertis ha posto l’accento sui tempi tuttora eccessivi per realizzare un’opera pubblica, auspicando un provvedimento legislativo a breve che possa davvero risolvere la situazione. In un italiano fluente e dimostrando padronanza della materia e capacità di rendere semplici gli aspetti complessi, in netta controtendenza rispetto a molti politici, all’assise di Ance ha partecipato da remoto, da Bruxelles, anche il vicepresidente della Commissione Ue, Franz Timmermans.

L’intervento di Regina De Abelrtis, presidente Assimpredil Ance.

Quasi conoscesse la situazione italiana nei dettagli, ha evidenziato l’urgenza d’introdurre semplificazioni e insieme di accelerare gli iter autorizzativi: “Non possiamo più permetterci di attendere anche sette anni per ottenere un permesso di costruzione. Non l’hanno più i cittadini così come le imprese, servono interventi adeguati dell’Unione europea”.

Anche il vicepresidente della Commissione europea sostiene la necessità di una duplice cornice, quella quadro centrale, affiancata, però, dalla necessaria flessibilità, citando espressamente Parma e ricordando che presenta una situazione completamente differente a quella di Copenaghen, la capitale danese.

Di rilievo l’anticipazione di Timmermans sul Piano energetico imperniato sull’idrogeno al quale sta lavorando l’Unione europea coinvolgendo anche paesi mediterranei come Algeria e Marocco.

Anche Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, come Buia è prossimo al termine dei suoi due mandati, come ha ricordato portando il suo saluto. Il Decalogo di Ance è stato presentato dal vicepresidente Filippo Delle Piane, che ha richiamato anche la necessità del coraggio di affrontare la rigenerazione urbana.

Il presidente Ance con il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti.

Coraggio perché: “Dobbiamo superare uno steccato culturale all’interno del quale siamo confinati da troppi anni. C’è bisogno di coraggio per andare oltre, quando si parla di densificare. Cosa vuol dire densificare? Vuol dire fare sì che i nostri centri diventino qualcos’altro. E che cos’è questo qualcos’altro? Siamo disposti ad aprire la mente e andare avanti in questo percorso?”

Barbara Lori, assessore alla Programmazione territoriale della Regione Emilia-Romagna ha dichiarato di considerare utile sotto molti punti di vista una legge sulla Rigenerazione urbana, mentre Paolo Giandebiaggi, docente di Architettura dell’Università degli Studi di Parma ha condiviso i risultati del caso studio di Parma, risultato interessante per l’applicazione di innovativi parametri di analisi economico-finanziaria e dell’impatto in termini di sostenibilità ambientale, sociale, economica.

Per il sociologo Francesco Morace, evocando Renzo Piano e il suo concetto di rammendo delle città, è necessario ragionare in termini di tessuto sociale e sulla catena della fiducia che deve essere ricostruita. Insomma, com’è bella città, ma rigenerata lo è ancor di più e diviene più accogliente.

Confronto | Gabriele Buia e il ministro Enrico Giovannini

Per il ministro Giovannini, in dialogo con il presidente di Ance, Gabriele Buia: “La legge delega per la riforma del Codice degli appalti sarà approvata in anticipo rispetto al termine del 30 giugno previsto dal Pnrr”.

Il dibattito Buia – Giovannini.

Nella sua Parma il presidente di Ance, Gabriele Buia, dialoga con il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, incalzandolo con signorilità ma senza fare sconti.

L’alchimia tra i due si percepisce e regala un intenso confronto, al termine del quale platea e palchi del Teatri Regio tributano un lungo applauso al timoniere di via Guattani.

“Ministro, a che punto è la legge?” Il titolare delle Infrastrutture, già portavoce dell’Asvis, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, risponde senza esitazioni: “La legge per la Rigenerazione urbana non è ferma, non giace come sento dire da più parti, posso garantirvi che è movimento. Abbiamo raggiunto un accordo con la Ragioneria dello Stato che prevede si dia vita a un fondo, inizialmente di piccola entità, che crescerà nella legge di Bilancio”.

Altre risposte incoraggianti arrivano da Giovannini che risponde ai quesiti dell’interlocutore sulla Rigenerazione urbana ma non solo. Quanto al tema centrale dell’iniziativa ospitata in Emilia, il ministro comunica che “La disponibilità economica non rappresenta un problema, oltre al Pnrr c’è anche il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) e ci sono i fondi europei 2021-2027, si tratta di 80 miliardi per i quali è vicina la firma dell’accordo di partenariato”.

Giovannini raccoglie con convinzione le riflessioni ascoltate in precedenza dai vari relatori, in particolare del mondo finanziario e delle indicazioni legate agli Esg quale paletto per approvare o no mutui e finanziamenti.

Con soddisfazione evidenzia come si stia facendo strada un cambiamento di mentalità indirizzato verso la sostenibilità, tema particolarmente sentito dal ministro. Durante il brillante confronto con Buia emerge un’altra interessante novità da Giovannini: “La legge delega per la riforma del Codice degli appalti sarà approvata con largo anticipo rispetto al termine del 30 giugno previsto dal Pnrr”.

Aggiunge che lo può comunicare perché c’è stata una veloce approvazione del provvedimento in Commissione Ambiente della Camera, che a breve sarà discusso a Montecitorio per poi affrontare la terza lettura a Palazzo Madama, a quel punto considerata dal ministro una formalità.

Quindi il ritorno all’aspetto della sostenibilità ambientale, quando afferma deciso: “Non vogliamo più dare appalti a chi non rispetta la sostenibilità secondo il principio Dnsh (ndr: nessun danno significativo all’ambiente). L’Europa non ci dà più i fondi se non si rispetta questo principio”. Paradigmi nuovi s’affacciano sul percorso della costruzione e soprattutto della rigenerazione. Una tappa tutt’altro che banale quella proposta dai costruttori dell’Ance a Parma.

Una legge del passato

Il 1942 è l’anno a cui risale la legge urbanistica, la stessa che ha accompagnato l’espansione urbana nel boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta. A oggi è l’unica legge nazionale il cui tentativo di riassetto, più volte invocato, si è trasformato in una sequenza di fallimenti.

Negli ultimi 26 anni per ben 76 volte il Parlamento ha tentato di approvare una riforma urbanistica. Senza riuscirci. Tre volte all’anno è iniziato l’iter parlamentare ma non si è arrivati ad una decisione. In 26 anni, 76 provvedimenti discussi ma nessuno è stato poi approvato: XIII Legislatura (1996-2001) 21; XIV Legislatura (2001-2006) 9; XVI Legislatura (2008-2013) 4; XV Legislatura (2006-2008) 5; XVII Legislatura (2013-2018) 16; XVIII Legislatura (dal 2018) 21.

Il decalogo Ance per la rigenerazione

Oggi non è più possibile governare le trasformazioni in atto con leggi e decreti che risalgono al 1942 (legge urbanistica) o al 1968 (decreto sugli standard urbanistici). Serve finalmente una legge di principi statale!

Ance chiede una nuova governance per la politica urbana nazionale e propone un decalogo: incentivi, semplificazioni, un nuovo sistema di fiscalità immobiliare e misure specifiche per la riqualificazione energetica e sismica.

Dieci passi verso la città del futuro

  1. Definizione di rigenerazione urbana e dichiarazione di interesse pubblico degli interventi 
  2. Governance per la nuova politica urbana nazionale e partecipazione dei cittadini
  3. Contenimento del consumo di suolo
  4. Nuova perequazione per la città contemporanea
  5. Nuova disciplina degli standard urbanistici
  6. Contributo di costruzione
  7. Modifiche alle destinazioni d’uso, incentivi e semplificazioni
  8. Centri e nuclei storici
  9. Fiscalità immobiliare e coinvolgimento del risparmio privato
  10. Semplificazione per gli interventi di riqualificazione energetica e miglioramento sismico degli edifici esistenti

Analisi elaborata da Ance sulle risorse del Pnrr per le città

L’Ance ha analizzato l’impatto del Pnrr delle città che prevede 48 miliardi di euro a investimenti per le stesse e le aree di riferimento. Per la rigenerazione urbana sono postati 9,1 miliardi, 3,3 miliardi per il programma di rigenerazione urbana; 3 miliardi per i piani urbani integrati; 2,8 miliardi per il programma innovativo nazionale per la qualità dell’ambiente (PinQuA).

Per altre destinazioni sono previsti: 12,7 miliardi per università, scuole e asili; 2,7 miliardi per la cultura; 4,7 per inclusione e sanità; 7 miliardi per la mobilità sostenibile e 12 per infrastrutture urbane.

di Adriano Baffelli

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here