Edilizia residenziale | Moneglia, Genova

Com’è stato trasformato un rustico di fine ‘800 in residenza a energia quasi zero

L’edificio si presentava con tutti i problemi legati al degrado da abbandono e obsolescenza del-la struttura su due livelli risalente alla fine dell’Ottocento e collocato in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, del quale è stata mantenuta la muratura portante perimetrale in pietra locale. Il cantiere di riqualificazione ha realizzato una casa attiva a impatto zero, che grazie alle scelte architettoniche ed energetiche, è in grado di catturare e produrre più energia, sia termica sia elettrica, rispetto a quella necessaria utilizzata per gli occupanti.
Team | Studio di architettura Tiziana Monterisi Architetto.

Sostenibilità e architettura naturale

Lo studio di architettura Tiziana Monterisi Architetto ritiene che la sostenibilità sia soprattutto un investimento sul capitale intellettuale umano, in quanto la consapevolezza dell’impatto che le nostre scelte possano inevitabilmente ripercuotersi su tutto ciò che ci circonda è l’atteggiamento necessario del vivere sociale. L’architettura naturale è un momento non solo formale, ma anche tecnologico nell’approccio progettuale, in quanto integra la forma architettonica con l’apporto del progresso tecnologico affrontando il tema in maniera strutturata, ragionata. L’architettura naturale dovrebbe rispettare due fondamenti indispensabili: il rispetto per l’uomo e il rispetto per l’ambiente. Questi ultimi si concretizzano:

  • recuperando il più possibile il patrimonio edilizio esistente, fortemente convinti che il consumo indiscriminato di suolo a fronte di un sempre più preoccupante abbandono e degrado dei centri storici sia alla base del degrado sociale che attanaglia la nostra società;
  • mettendo al primo posto la vita degli esseri viventi e la loro salvaguardia attuale e nel tempo;
  • utilizzando materiali ecocompatibili, di origine naturale o riciclati, considerando in maniera sostenibile l’intero ciclo di vita (Lca) sia del singolo elemento sia dell’intero edificio, dalla fase di produzione, posa, utilizzo, fino alla dismissione;
  • utilizzando preferibilmente materiali locali;
  • prevedendo il minimo consumo di energia e di materie prime (smaterializzazione: meno materiali per ottenere le stesse o migliori prestazioni);
  • migliorando la qualità della vita degli individui cercando di soddisfare sia i bisogni di benessere strettamente fisici, sia quelli psicofisici.
Esterni a lavori ultimati.

L’intervento ha previsto la ristrutturazione e riqualificazione energetica di un edificio residenziale su due livelli risalente alla fine dell’Ottocento e collocato in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, del quale è stata mantenuta la muratura portante perimetrale in pietra locale.

La struttura del tetto, costituito da un’unica falda inclinata, è stata completamente demolita e ricostruita con travature principali e tavolato, sul quale è stato poi realizzato uno strato isolante in balle precompresse di paglia di riso. La stessa tecnologia è stata utilizzata anche per la realizzazione dell’isolamento a cappotto verticale dell’edificio.

Questa soluzione, insieme all’installazione di serramenti prestanti a triplo vetro e doppia camera, ha consentito di ottenere un edificio passivo in cui l’unico approvvigionamento di calore, oltre a una piccola stufa a legna, è quello fornito dagli apporti solari passivi mediante le ampie superfici vetrate esposte a sud.

Le finiture interne utilizzate, quali argilla, pitture derivanti da chimica vegetale, cocciopesto e legno trattato con oli naturali, conferiscono alle superfici un aspetto materico e riducono al minimo l’energia grigia dell’edificio, regalando un ambiente salubre e piacevole.

Complessivamente l’immobile è a due piani fuori terra: il piano terreno è adibito a zona giorno, con cucina, servizi igienici e salotto, mentre il piano primo è adibito a zona notte con tre camere da letto e due servizi igienici. Il terreno di proprietà si trova in posizione antistante l’edificio, sul lato sud. Accedendovi si può ammirare la folta vegetazione locale costituita principalmente da ulivi e pini marittimi.

Sostenibilità architettonica

La valutazione attenta delle potenzialità dell’edificio e il grado di applicabilità delle tecniche di risparmio energetico, attuato con sapienza e conoscenza, ha portato a un intervento che tenesse in giusta considerazione la diversa concezione attuale del bene edilizio e la maggiore consapevolezza da parte degli utenti del concetto di sostenibilità legato al benessere dell’abitare (comfort igro-termico, qualità dell’aria, benessere luminoso ed acustico degli ambienti interni).

Questo progetto di ristrutturazione rappresenta un esempio virtuoso di sostenibilità architettonica da seguire sotto molteplici aspetti. Partendo dalla stratigrafia con cappotto in paglia costituente le pareti perimetrali, questa si compone unicamente di materiali di origine naturale, e sfrutta come elemento principale le caratteristiche isolanti termiche e acustiche della paglia di riso che, oltre a essere un ottimo isolante, garantisce la perfetta traspirabilità delle pareti in cui viene utilizzata; lo sfruttamento della massa termica dell’isolamento in paglia, inoltre, favorisce anche un naturale controllo microclimatico interno.

Il fabbricato non necessita di alcun combustibile fossile in quanto, grazie all’elevato isolamento dell’involucro, riduce al minimo i costi di climatizzazione invernale. La climatizzazione estiva è gestita in maniera naturale tramite una sapiente gestione dell’umidità interna data dall’argilla e dall’elevata inerzia termica delle stratigrafie.

Il lotto gode di un’ottima esposizione. Le vetrate a sud contribuiscono al dialogo tra l’interno e l’ambiente naturale esterno, consentendo altresì un ottimale sfruttamento dell’apporto solare, vera fonte di riscaldamento naturale della casa.

L’utilizzo di rivestimenti interni in terra cruda consente di evitare fenomeni di condensa superficiale assicurando un ottimo comfort negli spazi abitativi e un ambiente di vita più sano. L’edificio sfrutta in maniera ottimale la ventilazione e l’illuminazione naturale; è presente un impianto fotovoltaico dimensionato per l’utilizzo come fonte di energia primaria per la produzione di energia elettrica.

Tutte le superfici lignee (pavimenti, porte interne) sono state trattate con cere, oli e vernici naturali. L’edificio originale è stato trasformato in un microcosmo eccellente completamente autonomo in completo equilibrio con i sistemi presenti in natura, elevando il concetto di casa come “terza pelle” e di sostenibilità non solo nella costruzione, ma nell’intero suo ciclo di vita.

Dalla produzione dei materiali alla restituzione alla natura della porzione di suolo presa “in prestito”: un ulteriore salto “energeticamente superiore” rispetto ai ben noti edifici passivi che utilizzano tecnologie e metodi che possono far diventare queste case a “emissioni zero”.

Un livello ottimale d’isolamento termico fornisce un’eccellente protezione termica dell’involucro edilizio ed è essenziale per raggiungere alti livelli di efficienza energetica. La maggior parte del calore negli edifici convenzionali viene disperso attraverso le pareti perimetrali, il tetto e il pavimento.

Questo principio è invertito in estate e in zone climatiche più calde: a fianco di elementi oscuranti esterni ed elettrodomestici ad alta efficienza energetica, l’isolamento termico garantisce che il calore rimanga fuori mantenendo l’interno piacevolmente fresco.

Rispetto a una casa passiva, la casa attiva è in grado di catturare o produrre più energia rispetto a quella necessaria utilizzata per gli occupanti, energia divisa fra calore ed elettricità.

In particolare può arrivare a generare abbastanza energia da annullare entro 30 anni i costi energetici per la costruzione della casa attiva stessa, lasciando un’impronta ecologica quasi inesistente. Il progetto di casa attiva realizza interamente il processo sostenibile da un punto di vista sociale, economico e dell’ambiente.

In sintesi, non si tratta semplicemente di una casa passiva, ma è davvero edificio ad impatto zero in quanto, grazie alle scelte architettoniche ed energetiche, è in grado di catturare e produrre più energia, sia termica che elettrica, rispetto a quella necessaria utilizzata per gli occupanti.

Il cantiere di riqualificazione

L’edificio si presentava con tutti i problemi legati al degrado da abbandono e obsolescenza della struttura. Il tetto versava in condizioni statiche precarie a causa del danneggiamento della struttura lignea per opera delle massicce infiltrazioni d’acqua provocate dal dissesto del manto di copertura in pietra.

In primo luogo, dunque, si è provveduto alla demolizione dell’intera falda e di alcune tramezze interne per una migliore e più fruibile distribuzione degli spazi, oltre che alla rimozione di tutti i serramenti esistenti.

In un secondo momento sono state realizzate nuove porzioni di tramezze interne in muratura e sono stati puntellati e poi ricostruiti architravi e imbotti di tutte le aperture esistenti nella muratura originaria.

Gli intonaci, ormai in stato di degrado, sono stati rimossi lasciando le pareti in pietra completamente pulite ed evitando successivi problemi di sfogliamento e fioritura sulle nuove malte.

La copertura è stata ricostruita sostituendo anche le travature principali.

Cappotto e termointonaco

Il cappotto è stato realizzato mediante posa in opera di assi da cantiere con funzione di scansione e supporto, e tamponamento in balle di paglia di riso divise a metà, per uno spessore di 22,5 cm.

La parte inferiore dei telai a contatto con il terreno è stata trattata in modo da proteggere la paglia dall’umidità di risalita e da pioggia battente diretta o di rimbalzo sul terreno mantenendo la paglia a una quota più elevata.

Stufa a legna specifica per case passive.

La parte frontale è stata poi rivestita con una rete porta intonaco avente maglia 40×40 mm per la successiva fase di intonacatura. Sulle pareti rivolte verso l’edificio adiacente, ove non era possibile l’applicazione di un isolamento a cappotto a causa dello spessore dello stesso, è stato invece utilizzato un termointonaco dello spessore di 5 cm. L’intonaco a calce naturale è stato applicato a pompa.

Per i solai sono stati utilizzati elementi in metallo per snellire le sezioni.

Al contrario degli intonaci a base cementizia, quelli a base calce evitano la creazione di una barriera, consentendo la traspirabilità della parete ed evitando quindi che la paglia al suo interno possa presentare problemi di umidità e marcescenza.

La copertura è stata realizzata con manto tradizionale a coppi in terracotta ed elementi di lattoneria in rame. Complessivamente tutto ciò ha permesso di ridurre notevolmente i tempi di cantiere e, conseguentemente, i costi di costruzione.

Cocciopesto levigato e oliato.

Per quanto riguarda le pareti esterne si è così raggiunto un valore di progetto U pari a 0,19 W/mqK e uno sfasamento di 23 ore; per la copertura si ha invece un valore U pari a 0,13 W/mqK e uno sfasamento di 23 ore.

Nella muratura portante centrale sono state aperte nuove bucature.

Serramenti

I serramenti, forniti e posati dalla ditta Hausplus Italia, presentano triplo vetro e doppia camera con gas argon e trattamento basso emissivo; internamente sono in legno di abete lamellare e con finitura esterna in alluminio laccato. La chiusura ermetica è garantita da un sistema a quattro guarnizioni di tipo passivo. Questo prodotto gode della certificazione termica PassiveHaus Insitut PH classe “A” e ha le seguenti trasmittanze: Uw: 0,77 W/mqK; Uf: 1,1 W/mqK; Ug: 0,50 W/mqK.

Pavimentazione del solaio interpiano con listoni in legno di rovere oliato.

Tramezze interne

Internamente le pareti sono state intonacate e rasate con intonaci a calce naturale e sabbia posati mediante l’ausilio di rete porta-intonaco a maglia sottile (5×5 mm), e pitture derivanti da chimica vegetale, riducendo l’inquinamento indoor, assorbendo la CO2 interna e garantendo un miglior comfort abitativo.

Tinteggiatura con pittura a base di calce.

Sulle superfici della cucina e dei bagni sono stati utilizzati intonaci in argilla impermeabilizzata mediante l’aggiunta di resine e cere naturali, consentendo un’ottimale gestione dell’umidità in eccesso, escludendo tuttavia il rischio di dilavamento del materiale a contatto con l’acqua.

Il nuovo solaio interpiano è a travi principali con tavolato maschiato in abete.

Isolamento dei solai

Per l’isolamento del solaio controterra è stata utilizzata della ghiaia di vetro cellulare espanso per uno spessore di circa 10 cm su cui è stato poi gettato un massetto ripartitore da 5 cm. La pavimentazione è stata poi realizzata in cocciopesto, un composto di frammenti di laterizi (tegole o mattoni) minutamente frantumati e malta fine a base di calce aerea, successivamente levigato e oliato per renderlo impermeabile.

Cucina in muratura trattata con argilla impermeabilizzata.

Il solaio interpiano, realizzato in travi e tavolato, è stato invece isolato con lana di pecora e finito con un parquet posato a secco in rovere naturale. Per il riscaldamento invernale è stata installata una stufa stagna a legna con canalizzazione diretta dell’aria di combustione. Tutti gli elementi di arredo sono stati realizzati su misura dalla ditta Leolegno con legno di rovere naturale oliato e ferro nero verniciato.

Rimozione degli intonaci interni.

Esterni

Parte importante del lavoro svolto è stata occupata dal progetto degli esterni. Il rapporto dell’immobile e dell’area circostante, soggetta a vincolo paesaggistico, è stato trattato con grande attenzione con l’obiettivo di avere il minor impatto possibile a livello compositivo e dei materiali utilizzati.

Finitura in calcina bianca.

Anche nei piccoli dettagli è stata posta dunque una grande cura, per far sì che tutto fosse parte di un insieme curato e armonico. Tutto intorno all’edificio è stato rimosso il marciapiede esistente in cemento armato e, dopo aver scavato per alcuni centimetri, è stata posata della ghiaia con la duplice funzione di evitare l’acqua meteorica di rimbalzo e di drenare le precipitazioni per mantenere asciutte le superfici.

Le scale esterne, necessarie per sopperire ai cambiamenti di quota frequenti nei terrazzamenti del territorio ligure, sono state realizzate con pietra locale a spacco posata perlopiù a secco.

Cappotto esterno realizzato con balle di paglia precompressa divise a metà.

I parapetti sono stati invece realizzati con cornici in ferro verniciato nero. La doccia esterna è stata realizzata con elementi in legno termocotto, quindi idonei all’ambiente esterno e al contatto con l’acqua, aventi la sezione di un parallelogramma e inseriti all’interno di una cornice metallica ancorata alla parete retrostante mediante supporti cilindrici.

Intonaco esterno a base di calce e sabbia applicato a pompa.

Dal pannello verticale resta visibile solamente il soffione in acciaio inox spazzolato e due manopole in ferro verniciato di rosso. I medesimi elementi in legno sono stati poi ripresi per la realizzazione del cancelletto di accesso pedonale alla proprietà e per la lavanderia. In entrambi i casi il materiale è stato abbinato a elementi in ferro nero creando un contrasto tra materiali caldi e freddi, ma che ben si sposano tra di loro.

Copertura isolata con paglia di riso.

Infine è stata realizzata una pergola con struttura in tronchi di legno e copertura in cannucciato, ancorata al terreno con elementi metallici. Sotto la pergola è stato posizionato un tavolo con struttura in ferro scatolare verniciato nero e piano ottenuto da due assi ricavate dal tronco di un cedro del libano rinvenute in una falegnameria locale, che sono state piallate, accoppiate e oliate.

Ghiaia attorno all’edificio per il drenaggio delle acque meteoriche.

CHI HA FATTO COSA

  • Committente: Privato
    Superficie: 175 mq
    Ubicazione: Moneglia (Ge), Italia
    Zona climatica: D (185 m slm
    Fabbisogno energetico: <15 kWh/mq/anno – casa passiva
    Materiali: Paglia di riso, argilla, legno, cocciopesto, vetro cellulare, ferro nero
    Strategia impiantistica: Sfruttamento dell’apporto solare passivo, stufa a biomassa
  • Progetto architettonico e direzione lavori: Studio Tiziana Monterisi Architetto
  • Team di progetto: Arch. Tiziana Monterisi, arch. Elia Sbaraini; arch. Francesco Bordogni; Simone Bruni; Simona Totaro (gestione economica); Dario Zordan; arch. Michele Severini; ing. Andrea Costa; gem. Andrea Mantovani
  • Falegname e opere in legno: Leolegno
  • Serramenti: Hausplus
  • Parquet: Xilomoenia 1934
  • Opere in metalloBrovetto Antonio e Figlio
  • Tessuti per arredamento: Mariaflora

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