Edilizia storica | Ridestinazione museale

Com’è stato restaurato e valorizzato il Palazzo Baronale di Tiggiano

L’intervento di restauro e valorizzazione del Palazzo Baronale di Tiggiano ha portato alla realizzazione di una struttura museale dove le nuove funzioni s’inseriscono nella preesistenza storica. Nella scelta delle tipologie tecnico-operative, un ruolo fondamentale è stato attribuito al criterio del minimo intervento, alla compatibilità dei materiali utilizzati, alla reversibilità. Tra le strategie utilizzate, spiccano quelle non invasive e non distruttive.
Team | Studio Associato di architettura Carafa e Guadagno.

Arch. Vincenzo Guadagno | Accessibilitá e fruizione allargata

«La rifunzionalizzazione di parte del primo livello non poteva prescindere dall’abbattimento delle barriere architettoniche così da renderlo accessibile anche dai portatori di handicap e, quindi, dalla realizzazione di un ascensore. L’obiettivo era quello di coniugare le istanze della conservazione dell’immobile con quelle dell’accessibilità allargata: infatti non è solo necessario andare in un luogo, superare gli ostacoli per entrarvi, ma piuttosto abitarlo, e ciò deve avvenire per un’utenza allargata che deve poter vivere nell’architettura storica in modo confortevole. Partendo dal concetto che la fruizione ampliata non deve avvenire a qualsiasi costo ma che si coniughi in modo efficace con le istanze di conservazione del bene, si è cercato di realizzare gli interventi per il superamento delle barriere architettoniche (collegamenti verticali, superamento dei dislivelli e dei percorsi orizzontali senza barriere) in modo che vi sia coesistenza tra le architetture storiche e le nuove esigenze. Si è scelto, di comune accordo con la soprintendenza, di collocare l’ascensore all’interno dell’involucro murario, in una zona di recente realizzazione (1950), in prossimità della scala che dal giardino conduce al primo piano, piuttosto che all’esterno, evidenziando l’intervento con un linguaggio contemporaneo; infatti negli ultimi anni in nome della reversibilità, sono realizzate progettazioni sommarie, spesso con materiali di scarsa qualità o incompatibili con i materiali e la dignità che caratterizza un edificio storico, che spesso evidenzia il loro carattere di provvisorietà e la scarsa durabilità».

L’area occupata dal Palazzo, dal giardino e dal bosco | Tiggiano è un piccolo centro della provincia di Lecce, situato nel Capo di Leuca, a 13 km da Santa Maria di Leuca e nelle vicinanze di Tricase e Alessano. Il palazzo baronale di Tiggiano, anche chiamato castello, è ubicato nella zona centrale dell’abitato e occupa un’area di forma rettangolare che si assesta lungo la direttrice Leuca-Tricase (nord-sud) in prossimità della piazza Castello, incastonato tra le abitazioni con cui crea quasi un’unica cortina a margine del tessuto urbano più antico che si svolgeva lungo l’asse di penetrazione Alessano-mare (ovest-est) e dove vi sono le emergenze religiose: Chiesa di S. Ippazio, cappella della Madonna dell’Assunta e oratorio di San Michele Arcangelo. L’edificio è una compatta struttura in muratura di carparo (pietra locale calcarenitica di colore giallo, tenace e lavorabile solo con ascia e scalpello), realizzata in tempi diversi, inglobando anche strutture eterogenee. Il complesso, sorto in origine come Torre con un grande recinto fortificato per accogliere gli abitanti, era posto a controllo del punto più debole o più pericoloso, rappresentato dai percorsi che arrivavano dal mare, e faceva parte di un più ampio sistema difensivo del territorio. Successivamente venne trasformato in residenza nobiliare. La sua riconversione in residenza gentilizia deve ascriversi ai Serafini che acquistano il feudo nel 1640, quando ormai l’immobile aveva perso la funzione difensiva. L’organismo architettonico si sviluppa su un lotto di 2110 mq occupando una superficie di 1750 mq al piano terra e 1500 mq al primo livello per complessivi mq 3250.
Facciata principale dopo il restauro.

L’edificio colpisce per la facciata su piazza castello che conserva un carattere organico e unitario con la torre, le caditoie e la porta d’ingresso al centro della composizione; dalla piazza, mediante un profondo androne su cui si attesta lo scalone di collegamento al primo piano, si accede al cortile interno principale; un secondo ingresso nella parte sud del complesso si attesta su di uno slargo lungo via XXV Maggio, fa accedere a una corte secondaria, collegata mediante un grande androne alla corte principale e con una scala secondaria si arriva al primo piano.

Il piano terra è costituito da 22 vani di diverse dimensioni (cisterne, stalle, forni, mulini, frantoi, cantine e magazzini), per un totale di superficie coperta di circa 1770 mq e 500 mq di cortili. Il piano superiore è composto da 19 vani di dimensioni diverse con una superficie di circa 1500 mq con la cappella di famiglia dedicata all’Arcangelo MicheleNegli anni ’50 del XX secolo furono realizzati importanti lavori di ristrutturazione che portarono alla chiusura del terrazzo di smonto dello scalone, alla chiusura del terrazzo sul lato nord occidentale con volte a stella e la realizzazione di una scala secondaria dal giardino a servizio di questo nuovo grande ambiente.

Il giardino si estende per una superficie di 6.750 mq e ospita un grande frutteto risalente alla fine XVI. Dal giardino si accede al bosco, un vero e proprio museo di macchia mediterranea.

Stato di conservazione

Le facciate esterne, realizzate quasi interamente in carparo a facciavista, erano in avanzato stato di degrado, coperte da depositi superficiali con macchie di alterazione cromatica, interessate da fenomeni di erosione superficiale e presentavano in alcune zone mancanza di materiale, mentre in altre erano ricoperte da scialbi di calce.

Le cornici, i rilievi e le bordure erano interessate da una copertura estesa di patina biologica (in particolare muschi e licheni). La grande balconata che affaccia sulla strada, composta da mensole a voluta ornate da motivi fitomorfi che sorreggono colonnine scolpite era in avanzato stato di degrado e gli elementi decorativi scolpiti originali fortemente deteriorati.

Le corti e il percorso di accesso al giardino sono pavimentate con basolato rifatto di recente. Il complesso è stato interessato da lavori di consolidamento e risanamento a partire dal 2001 fino al 2005 e nel 2015 è stato realizzato parte di un ampio progetto di efficientamento energetico, per cui i locali al primo piano si presentavano in generale in buone condizioni di conservazione; in particolare negli ambienti a nord le pareti perimetrali, tutte intonacate, mostravano in diverse zone lesioni di diversa natura.

Nel corso dei lavori di efficientamento energetico, i saggi avevano messo in luce tracce di decorazioni sulle mura in pessimo stato di conservazione, le stanze erano integralmente scialbate con numerosi strati di pittura a calce fortemente adesi alle superfici policrome.

Metodologia d’intervento

Il comune di Tiggiano, terminati i lavori di consolidamento e di efficientamento energetico, per migliorare la visibilità del palazzo nel contesto di appartenenza, ha individuato nuove destinazioni per gli ambienti sia a piano terra sia al primo piano, in modo che possano conferire all’immobile una funzione socio-culturale con rientri economici per il mantenimento del bene.

Si è quindi proceduto a un progetto di restauro con la riconversione di alcuni ambienti a piano terra e al primo piano e alla valorizzazione del bene storico con nuove funzioni legate al territorio, rivisitando l’esistente in chiave contemporanea e creando una stratificazione con le architetture del passato che apre a interventi futuri.

La proposta progettuale ha previsto la realizzazione di una struttura museale ottimizzando il sistema di percorribilità. Linee guida del progetto sono state: criterio del minimo intervento, compatibilità dei materiali da impiegare, reversibilità, se perseguibile.

L’obiettivo strategico prescelto è stato quello di non alterare l’opera e la sua consistenza costruttiva, optando per tecniche non distruttive e non invasive. Coscienti della valenza storica e architettonica si è studiata una soluzione in grado di valorizzare il bene in particolare intervenendo sulle facciate esterne, sugli stucchi e sugli affreschi presenti all’interno.

Restauro e rifunzionalizzazione

Il progetto prevedeva il restauro del Palazzo baronale di Tiggiano, già adibito a sede municipale, biblioteca bomunale, sala convegni, museo della civiltà contadina, ma anche la sua rifunzionlizzazione, in particolare: al piano terra, nella corte la mediateca comunale nel grande locale adibito a deposito, il bar/caffetteria e presidio di promozione enogastronomica locale nell’autorimessa e, nella corte secondaria, l’ambiente attiguo al locale termico sarà destinato a servizi igienici a servizio dello spazio verde e per eventuali eventi.

Intervento alle cortine, pulizia della superficie lapidea, rimozione patina biologica sulla facciata principale e pre-consolidamenti.

La scala che dal giardino da accesso al primo piano è rimodulata, messa a norma e dotata di ascensore per consentire l’accesso ai disabili. Il primo piano viene così reso autonomo dalla struttura comunale con la grande sala con pilastri e volte a stella destinata a sala polivalente, ambiente da cui si accede servizi igienici, alla sala per esposizioni temporanee, al terrazzo che si affaccia sulla corte, alla vecchia cucina, che diventa un ambiente tecnico di supporto alla sala polifunzionale, al Museo Contadino, che viene trasferito dal piano terra e sistemato in locali adeguati e più funzionali, occupando l’ala destra del castello, oggi area archivio che invece é delocalizzato negli ambienti attigui ai locali comunali a cui è collegato mediante una scaletta.

La realizzazione dell’intervento

I lavori sono stati eseguiti dalla dall’impresa Edilgamma srl e suddivisi in: opere edili, restauro delle superfici dipinte, degli stucchi e lapidei e impianti. Dal punto di vista edilizio sono state eseguite le seguenti lavorazioni:

  • trattamento e bonifica dei paramenti murari con ripresa delle parti ammalorate;
  • chiusura di alcuni vani e apertura di nuovi, rivisitazione di quelli manomessi nel tempo;
  • restauro degli intonaci interni;
  • restauro e integrazione di cornici e ornie sulle aperture;
  • esecuzione dei servizi igienici a piano terra;
  • realizzazione dell’ascensore;
  • posa in opera dei pavimenti nuovi e dei rivestimenti nei locali a piano terra;
  • posa in opera di infissi in legno;
  • razionalizzazione per la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche;
  • tinteggiature interne;
  • revisione generale delle cortine in pietra;
  • pulitura delle superfici lapidee (pietra leccese) interessata da diffuso attacco biologico (licheni);
  • pulitura delle superfici interessate da croste nere con l’applicazione, da ripetere in più cicli, di compresse di cellulosa;
  • pre-consolidamento e consolidamento delle superfici lapidee;
  • stilatura sottile dei giunti fra i conci;
  • patinatura di pareti di pietra calcarea, eseguita con preparati a base di collanti sintetici e colori terrosi;
  • trattamento idrorepellente protettivo corticale di superfici;
  • pulitura, consolidamento e velatura degli intonaci sulle pareti e sulle volte.

Per gli Interventi di restauro delle superfici dipinte si è proceduto con il consolidamento degli intonaci e della pellicola pittorica previa garzatura degli intonaci in fase di distacco; successivamente la pulitura è stata eseguita con soluzione di carbonato di ammonio applicato con fogli di carta giapponese per la rimozione dei depositi superficiali e delle efflorescenze saline. Le lacune del supporto sono state stuccate con malte a base di calce e inerti locali.

Intervento restauro superfici interne: campagna di saggi stratigrafici su volte e pareti.

L’integrazione pittorica degli elementi decorativi modulari delle cornici ha previsto la totale ricostruzione degli stessi eseguita ad imitazione delle porzioni di decorazioni esistenti, mentre le lacune di colore dei riquadri figurativi sono state trattate con tinte neutre senza eseguire ricostruzioni che avrebbero reso l’intervento arbitrario. Le tecniche pittoriche di restauro consentono l’assoluta reversibilità degli interventi eseguiti. L’intervento è stato seguito e controllato dalla Soprintendenza di Lecce.

Restauro degli intonaci interni.

Gli interventi di restauro degli stucchi (specchiature e cornici delle porte) sono stati preceduti da saggi stratigrafici di pulitura che hanno evidenziato numerosi strati di malta. Il restauro ha richiesto alcuni interventi di consolidamento degli stucchi, visto l’importante quadro fessurativo, scaturito dalla pulizia, eseguiti con graduale rimozione meccanica (bisturi) degli strati di scialbo sovrapposti alle finiture originali.

Il restauro delle superfici lapidee, in particolare del balcone sulla facciata principale, ha richiesto i seguenti interventi: pulitura di superficie lapidea (pietra leccese) interessata da diffuso attacco biologico (licheni) con asportazione meccanica delle incrostazioni, pulitura delle superfici interessate da croste nere con l’applicazione, da ripetere in più cicli, di compresse di cellulosa, pre-consolidamento e consolidamento delle superfici lapidee, revisione cromatica e patinatura di pareti di pietra calcarea, eseguita con preparati a base di collanti sintetici e colori terrosi.

Restauro delle superfici decorate.

Nel corso del restauro si è intervenuto per fissare una mensola decorata (figura maschile), danneggiata a seguito dell’urto da parte di un camion, mediante imperniature con barrette in fibra di carbonio tri adesiva pultrusa e calce aerea, successiva stuccatura a base di calce idraulica, patinatura ed equilibratura con il carparo.

Tutti gli impianti sono stati progettati tenendo conto dei principi di conservazione del bene e sono state eseguite opere fognarie (raccordi bagni piano terra al sistema fognante); impianti idrici (allaccio bagno e sala bar piano terra); impianti elettrici (impianto d’illuminazione esterna lato giardino, sostituzioni corpi illuminanti obsoleti con quelli a led e illuminazione scala d’accesso agli ambienti del primo piano.

Restauro dei paramenti interni.

CHI HA FATTO COSA

  • Progetto: Restauro e valorizzazione del Palazzo Baronale di Tiggiano
  • Committente: Comune di Tiggiano, Lecce
  • Gruppo di progettazione: Progetto di restauro: Rtp Studio Associato di architettura Carafa e Guadagno + arch. A. Sicuro
  • Collaboratori: arch. Federica Alberga
  • arch. Pierluca Capurso
  • Direzione dei lavori: arch. Vincenzo Guadagno – Studio Associato di Architettura Carafa e Guadagno; direttore operativo: arch. Maria Alessandra Sicuro; coordinatore per la sicurezza: arch. Vincenzo
  • Impresa edile: Edilgamma Società Generale Costruzioni srl, Lecce
  • Subcontratto: Restauro lapidei, stucchi e superfici decorate, Ludovico Restauri di Accogli Ludovico, Matino, Lecce
  • Intonaci: Fassa Bortolo, Spresiano, Treviso
  • Illuminazione facciate esterne e corti: Linea Light Group, Resana, Treviso

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