La Corte di Cassazione con la sentenza n. 3964 del 18 febbraio 2013 ha stabilito che i compensi alti al perito sono da pagare solo se giustificati. Inoltre, il giudice è chiamato a motivare il compenso dovuto al consulente tecnico d’ufficio, in particolare se è cospicuo, in relazione a una causa promossa da più cittadini.
La procedura di liquidazione dei compensi al consulente tecnico d’ufficio è contenuta nel dpr 115/2002, il Testo Unico spese di giustizia che pone in capo alle parti, in assenza di diversa previsione, l’obbligazione solidale al pagamento del compenso spettante a questa figura.
Proprio per tutelare le parti, la stessa disciplina pone a carico del giudice l’onere di motivare il proprio provvedimento di liquidazione delle spese con il quale l’organo giudicante accetta, modifica o rifiuta l’istanza di liquidazione presentata dal ctu.
Il caso. Nel caso di specie la Corte Suprema, è stata chiamata a pronunciarsi in merito al ricorso di un istituto di credito che impugnava il compenso corrisposto al ctu del tribunale di Bassano del Grappa chiamato da 160 interessati in una class action.
La sentenza. L’indennizzo che era stato addirittura aumentato durante un primo giudizio è stato giudicato immotivato dalla Cassazione che con la sentenza in oggetto ha ricordato come gravi sull’organo giudicante l’onere non solo di rispettare i parametri di liquidazione così come sancito dal dpr sopra citato (a seconda che il compenso sia fisso, variabile o a tempo; tenendo conto altresì del grado di complessità della causa e del quesito formulato) ma che è anche necessario motivare adeguatamente il provvedimento di liquidazione del compenso. A maggior ragione se le parti coinvolte nel giudizio sono in numero consistente.