Edilizia storica | Roma

Complesso Villa Tre Madonne a Roma: restauro, miglioramento sismico e adeguamento funzionale

Lo studio Cupelloni Architettura ha curato il progetto e la direzione lavori per la riorganizzazione funzionale dell’ala est della Villa tre Madonne a Roma insieme alla riqualificazione complessiva del fabbricato annesso e il progetto delle aree esterne. Il complesso della Villa è sede dell’Ambasciata del Belgio in Italia e presso la Santa Sede. L’ampliamento è stato eseguito con una struttura leggera in acciaio e vetro e ha consentito di realizzare gli spazi richiesti con un ottimo affaccio sul parco e senza alterare le strutture esistenti.
Prof. arch. Luciano Cupelloni |
L’opera di riqualificazione è stata premiata quale migliore intervento a Roma e nel Lazio in occasione del Premio RomArchitettura 6, Inarch, Acer, Ordine Architetti di Roma per il 2017.

L’intervento s’inserisce nel complesso della Villa Tre Madonne ubicata nella parte più antica dell’originaria Vigna Cartoni. L’edificio principale è l’esito del rimaneggiamento della villa, acquisita nel 1924 dal principe Roffredo Caetani, a opera dell’ing. Carlo Broggi (1928) che elabora un progetto di Pietro Aschieri e Alfredo Giannelli. Nel 1934 il principe Roffredo Caetani vende la proprietà al conte Robert G.W. Berkeley.

Negli stessi anni viene realizzato il parco, dichiarato d’interesse pubblico nel 1953. Il complesso diviene sede dell’Ambasciata presso la Santa Sede nel 1939, dapprima in affitto poi dal 1956 in proprietà. Questo pregiato contesto comprende un fabbricato rustico fine Settecento-inizio Ottocento (detto annesso), presente nelle planimetrie a partire dal 1926 (corpo A), costituito da un piano terreno chiuso e da un piano superiore in gran parte aperto destinato a fienile con struttura in muratura.

La nuova Cancelleria nel complesso della Villa Tre Madonne: edificio storico e ampliamento.

Nel 1966 viene aggiunto un modesto corpo di fabbrica costituito da un piano terreno e un seminterrato (corpo B) coperto da una terrazza praticabile e vengono eseguiti lavori di manutenzione e consolidamento, documentati in archivio. A partire dal 1930, viene realizzato il parco grazie alla volontà e alla cultura del principe Caetani e all’intervento dell’ing. Renato Setacci.

L’insieme rappresenta una libera interpretazione della cultura barocca romana dell’arte dei giardini, ispirata al Basso Impero, disegnata con raffinato eclettismo e soluzioni Dèco. Nel 1953 il Ministero dell’Istruzione Pubblica conferma la dichiarazione d’interesse pubblico del parco, in base all’art. 6 della legge 29 giugno 1939 n. 1497.

Intervento di riqualificazione

Già insediato nella Villa dal 1939 con la residenza dell’Ambasciata presso la Santa Sede, il Ministero degli Esteri del Belgio nel 2013 avvia gli studi per la riorganizzazione dei suoi uffici affidando nel 2014, tramite concorso a inviti, allo studio Cupelloni Architettura il progetto e la direzione dei lavori per la riorganizzazione funzionale dell’ala est della Villa, la riqualificazione complessiva del fabbricato annesso e il progetto delle aree esterne.

Dal punto di vista normativo e procedurale, sebbene il progetto e l’esecuzione dei lavori si siano svolti in regime di extra-territorialità (capitolato speciale belga) è stata rispettata la normativa italiana e ottenuto il nulla osta della Soprintendenza dei Beni Architettonici e del Paesaggio di Roma.

Il rilievo degli edifici esistenti

Sono stati eseguiti tutti gli studi analitici e di diagnostica dell’esistente per assicurare lo sviluppo corretto del progetto e ridurre l’incidenza degli imprevisti. L’analisi termografica sulle pareti perimetrali dell’annesso (con camera Testo 880) non ha evidenziato zone critiche, causate da vuoti o danni interni alle murature, né particolari disomogeneità dei materiali costitutivi o lesioni interne tali da richiedere interventi speciali sulle murature perimetrali. L’analisi e la descrizione della consistenza di parte del parco della Villa sono state fondamentali per indirizzare le soluzioni architettoniche e per individuare correttamente la separazione visiva tra la residenza dell’ambasciatore presso la Santa Sede e i vari uffici.

La ristrutturazione dell’annesso

Si è proceduto alla completa ristrutturazione dell’annesso, sia dal punto di vista funzionale sia strutturale, anche in termini di miglioramento sismico e impiantistico. Al piano terreno sono stati disposti la funzione consolare, l’ufficio visti e gli altri uffici amministrativi. Al piano superiore è stata ubicata la funzione diplomatica e le attività connesse. Al piano seminterrato, la sala riunioni, gli archivi e i locali tecnici. Al piano primo le innovazioni più evidenti: la costruzione di una nuova volumetria sulla terrazza del corpo B; la realizzazione di una corte inglese verso il giardino; la riorganizzazione degli accessi e dei percorsi esterni.

Ampliamento in acciaio e vetro

Eseguito con struttura leggera in acciaio e vetro, l’ampliamento ha consentito di realizzare gli spazi richiesti con un ottimo affaccio sul parco e senza alterare le strutture esistenti. I nuovi infissi, le facciate vetrate e i pannelli di rivestimento del nuovo volume sono in acciaio Cor-ten. Sono state riaperte le tamponature realizzate negli anni ’60, sia per riproporre i caratteri architettonici originari dell’edificio rustico, sia per dare agli ambienti destinati all’Ambasciata una particolare qualità.

Gli ambienti destinati ai vari uffici diplomatici e amministrativi sono caratterizzati da un design essenziale, con pareti bianche e pavimentazioni monocromatiche in legno, partizioni interne in gran parte vetrate, controsoffitti disegnati con cura. La memoria del vecchio edificio appare sia nella conservazione delle schermature laterizie sul fronte nord, che grazie alla riproposizione delle grandi aperture del loggiato sul fronte sud.

Le aree esterne

L’ingresso pedonale è stato unificato e i percorsi interni sono stati distinti in modo da indirizzare facilmente verso le diverse funzioni e servizi. Immediatamente dopo il cancello d’ingresso su strada è stata installata una recinzione di sicurezza, con doppia porta, ai fini dell’accesso agli uffici delle tre Ambasciate.

L’accesso all’ufficio visti è diretto. Un percorso carrabile delimitato conduce al parcheggio auto. L’intera area di parcheggio è schermata dalla vegetazione che arreda anche la corte inglese che rende gli ambienti seminterrati più confortevoli. Particolare attenzione è stata rivolta alla qualità vegetazionale e ambientale del nuovo spazio che connette gli edifici, separato visivamente dalla residenza.

Lo stato di fatto del corpo annesso

Il cosiddetto “annesso” è costituito da due corpi di fabbrica (A e B) adiacenti ma strutturalmente indipendenti. Il nucleo originario del corpo A, parte del complesso rustico della Vigna Ginnasi, risale alla seconda metà del 1700. Il corpo B è stato realizzato nel 1966 e insieme a questo si sono presumibilmente realizzate varie opere di ristrutturazione e consolidamento del corpo A.

Stato di fatto del corpo A. È costituito da un piano terreno e un piano primo. È realizzato in muratura portante di tufo irregolare; le testate sono costituite da setti murari con finestre uguali sui fronti contrapposti. Una delle testate contiene la scala. Al piano terreno la muratura è continua con finestre regolari di dimensione diversa sui due fronti.

Al piano superiore la struttura è costituita da pilastri in muratura di mattoni pieni su cui poggiano le capriate. Alla fine degli anni ’60 l’originario loggiato è stato in gran parte tamponato su entrambi i fronti. Presumibilmente nello stesso periodo sono state inserite travi in acciaio rompitratta, Np 160, in tutti i campi di solaio del primo impalcato.

Al piano terra si è verificata la presenza di un gattaiolato al di sotto del piano di calpestio. Il solaio al piano primo è realizzato con una struttura in legno e pianelle laterizie, la copertura a padiglione è costituita da capriate semplici in legno, terzere, arcarecci e tavolato.

Stato di fatto del Corpo B. È costituito da un piano terreno e da un piano seminterrato. Le strutture verticali sono in muratura portante in blocchi di tufo. I solai sono costituiti entrambi da putrelle in acciaio, NP 200, e tavelloni laterizi, a interasse di 120 cm, e sovrastante cappa in calcestruzzo non armato.

Consolidamento e miglioramento sismico

La capacità portante dei solai nei confronti dei carichi verticali è stata resa il più possibile conforme alle richieste per le nuove costruzioni. Gli interventi d’irrigidimento dei solai sono stati tesi a ottenere un comportamento sismico più favorevole.

Il giunto esistente è stato allargato anche per realizzare una separazione efficace, la soluzione è quella canonica nell’ambito del miglioramento sismico, in quanto persegue la regolarità strutturale. La modesta altezza dell’edificio e gli spessori di muratura rilevati non hanno reso necessario l’incremento massiccio della resistenza delle murature, mentre sono stati inseriti alcuni maschi murari per omogeneizzare nelle due direzioni principali in pianta l’area di muratura resistente alle azioni orizzontali.

In fase di consolidamento degli intonaci, interni ed esterni, sono state rimosse le zone ammalorate ed è stata realizzata una stilatura profonda dei letti di malta.

 Al piano terra

Per quanto riguarda il gattaiolato al piano terra è stato alleggerito il massetto e realizzata una cappa armata sui tavelloni esistenti, adeguatamente ancorata lungo i muri perimetrali. Al primo piano è stata demolita la caldana, rimosse le pianelle di laterizio e sono stati posizionati un nuovo tavolato e una cappa armata.

Si sono inseriti profili metallici dove non presenti, in particolare ai due lati delle travi di legno e dei muri di controvento. Le coppie di putrelle in corrispondenza dei muri di controvento sono state saldate a tondi metallici portati fino all’esterno della facciata e chiusi da opportuni capochiave.

Dal livello superiore si è effettuata una demolizione dell’ultimo tratto di muratura per circa una metà dello spessore del muro perimetrale, per la realizzazione di un cordolo. La connessione del cordolo alla muratura è realizzata con perfori sub-verticali inclinati.

Il cordolo ha anche la funzione di fondazione dei telai metallici di rinforzo dei pilastri della copertura. Un setto portante di muratura di mattoni pieni è stato inserito al primo livello, parallelo al lato corto dell’edificio, in modo da sopperire all’attuale carenza di muratura in questa direzione.

In corrispondenza di questo setto sono stati portati all’esterno due tondi metallici con funzione di catene. Sempre al primo livello, le nuove aperture realizzate nei setti portanti sono state adeguatamente rinforzate con profili metallici.

Al secondo piano

Sui fronti ai lati dei pilastri murari, sono stati inseriti telai realizzati con profili scatolari di sezione quadrata da 70 mm tra loro collegati, sia attraverso i pilastri, sia in diagonale nel piano intradossale della copertura, con maglie di tiranti di controventamento di acciaio di diametro 26 mm, per migliorare il comportamento d’insieme a livello di piano.

Un elemento metallico orizzontale è collegato agli scatolari alla quota della soglia di peperino e spinottato sul muretto basso perimetrale. Per correggere la non uniforme capacità di resistenza alle azioni orizzontali nelle due direzioni principali in pianta dell’edificio, alcuni setti sono stati rinforzati, aumentandone lo spessore mediante la realizzazione di porzioni di muratura di mattoni pieni, adeguatamente collegata alla muratura esistente.

Anche ai fini della riproposizione della fisionomia originaria del fabbricato, sono state demolite tamponature aggiunte e realizzati una serie di interventi di miglioramento della sicurezza statica e sismica. Per quanto riguarda le tamponature con mattoni frangisole, sono stati posti in opera dispositivi per ridurre il rischio di scompaginamento fuori del piano e caduta dei laterizi tipici dell’ambiente un tempo adibito a fienile.

In copertura

Sulla copertura di legno è stato realizzato un piano di controventamento costituito da pannelli in legno multistrato, collegati meccanicamente tra loro e al tavolato sottostante. Analogamente è stato migliorato il collegamento tra capriate e travetti, mediante l’inserimento di cuffie chiodate. Anche le tegole sono state vincolate in modo da scongiurare il rischio di caduta per scivolamento. Sui solai al piano terra e primo sono state realizzate nuove solette in calcestruzzo armato alleggerito.

Interventi sul corpo B

Per quanto riguarda il piano di calpestio del piano interrato, è stata realizzata una cappa armata, sul vespaio esistente, adeguatamente ancorata lungo i muri perimetrali. Al piano terra è stato demolito il massetto fino a riportare le ali delle travi metalliche a vista, e sono stati realizzati risalti sulle ali delle putrelle attraverso la saldatura di spezzoni di armatura per aumentare il collegamento delle putrelle al nuovo getto di una cappa armata in calcestruzzo alleggerito, armato con rete e collegata alle murature d’ambito.

Al livello superiore, copertura piana dell’edificio esistente, è stato demolito il parapetto murario per realizzare il nuovo cordolo in c.a. per la fondazione dei nuovi telai metallici della sopraelevazione. Il cordolo è collegato alle murature sottostanti con perfori armati. I due cordoli, lungo lo sviluppo longitudinale dell’edificio, sono stati collegati tra di loro da una cappa armata in calcestruzzo alleggerito.

La sopraelevazione

La nuova struttura in sopraelevazione, a partire dalla quota dell’attuale lastrico solare, è realizzata con un telaio in acciaio, con pilastri tubolari e travi principali Ipe 180. Le strutture secondarie di copertura sono realizzate con travi Ipe 120, tessute ortogonalmente ai telai, con sovrastante soletta armata gettata in opera su lamiera grecata.

Nella zona interrata, dove è stato demolito il muro di tufo esistente per allargare l’intercapedine con la realizzazione del nuovo muro di sostegno del terreno in c.a., sono stati realizzati dei puntoni orizzontali. Il loro scopo è quello di vincolare il solaio del piano terra con la testa del muro, in modo da ripristinare a questo livello il vincolo orizzontale.

Soluzioni impiantistiche

È stato realizzato un nuovo impianto termico, recuperando la caldaia esistente e spostandola in un locale tecnico dedicato, da cui si diramano le tubazioni che portano l’acqua calda all’impianto del fabbricato e alla piscina. Per quanto attiene al raffrescamento estivo, è stato scelto un impianto a espansione diretta, del tipo a volume di refrigerante variabile (Vrf), a pompa di calore.

Nei periodi medio stagionali in cui la temperatura esterna non è bassa ma è comunque necessario riscaldare sarà possibile spegnere la caldaia e utilizzare l’impianto Vrf a pompa di calore. È stato realizzato un nuovo impianto elettrico suddiviso in due sezioni, una di continuità a esclusivo servizio delle prese elettriche per i computer e l’altra a servizio dell’illuminazione e delle prese elettriche a uso industriale.

La rete dei pluviali di raccolta delle acque meteoriche è stata razionalizzata convogliando nelle cisterne adibite all’innaffiamento delle aree verdi esclusivamente le acque chiare. Sono state eliminate le soluzioni ibride, separando completamente gli scarichi delle acque nere da quelle chiare. Le tubazioni dei servizi igienici sono state sostituite con nuove tubazioni in materiale plastico con migliori garanzie di durabilità e affidabilità.

Spazi esterni, giardino e green roof

Gli interventi di “restauro ambientale” degli spazi esterni interessati dall’ampliamento dell’edificio annesso hanno garantito la conservazione dei caratteri artistici e botanici del parco storico. Si sono realizzate pavimentazioni in sampietrini per la via d’accesso e l’area di parcheggio, con cigli a raso in travertino; in lastre di travertino, tagliate su disegno, per tutte le aree pedonali.

I muri che definiscono le zone pedonali, le terrazze e i parapetti delle nuove scale sono realizzati con mattoni a faccia vista (riprendendo caratteri e materiali esistenti) copertine e dadi in blocchi di travertino. La nuova vegetazione e i materiali scelti riprendono quindi la tradizione del luogo e i cromatismi già presenti all’interno del complesso, reinterpretandoli per un’efficace integrazione con le nuove soluzioni architettoniche proposte.

Sulla copertura piana dell’ampliamento è stato realizzato un giardino pensile estensivo, costituito da elementi drenanti in plastica rigenerata atossica, provvisti di cuspidi forate per consentire il deflusso delle acque in eccesso e permettere la risalita capillare dell’acqua accumulata alla base.

Questi elementi sono stati intasati con granulato di pomice 3/6 mm e riempiti a raso con substrato di coltivazione Vulcaflor per la piantumazione delle piantine di Sedum che formano un tappeto unico. Il sistema richiede una minima irrigazione a goccia, mentre produce significativi effetti benefici sia in termini di drenaggio delle acque meteoriche, sia d’isolamento termico. Oltre agli aspetti estetici, essendo la copertura piana visibile dagli edifici circostanti più alti.

Chi ha fatto Cosa
Committente: Ministero degli Affari Esteri del Regno del Belgio
Progetto preliminare, definitivo, esecutivo, direzione lavori: Cupelloni Architettura srl, prof. arch. Luciano Cupelloni
Progetto architettonico: prof. arch. Luciano Cupelloni, arch. Giulia Cupelloni
Landscape design: arch. Maria Beatrice Andreucci
Strutture: S.A.S. Società di Analisi Strutturale srl
Impianti meccanici, elettrici e speciali: Studio Associato Grossi Camplone & Pierdomenico
Computi e stime: arch. Alessandro Delle Piane
Impresa Appaltatrice: Impresa Costruzioni Pasqualucci srl
Opere specialistiche: Federici Sistemi srl (serramenti e rivestimenti); Empi srl (impianti elettrici); CL Impianti (impianti meccanici); Paesaggistica Toscana srl (giardino e green roof)
Forniture: Secco Sistemi spa (infissi esterni); VetroIN srl (partizioni vetrate); iGuzzini Illuminazione spa (apparecchi illuminanti); Silent Gliss Italia srl (Oscuramento); MCI Consulting, Fantoni (componenti di arredo)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here