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Città, spazi pubblici e privati nel post-Covid

Nel periodo post-pandemico, per contrastare il “nature-deficit disorder” dovuto al prolungato confinamento domiciliare, si punterà sull’architettura vegana, attraverso l’utilizzo di materiali naturali, per la realizzazione delle cosiddette “città 20 minuti”, che non saranno più smart ma wise. Grande spazio sarà dedicato anche anche a materie prime riciclate e antibatteriche, in grado di garantire sostenibilità e sicurezza, a tecnologia touchless e a strutture capaci di favorire il distanziamento sociale. Questo quanto emerso nello studio condotto da Espresso Communication per Conlegno.

Espresso Communication ha condotto uno studio per Conlegno – Consorzio Servizi Legno Sughero – su 30 testate internazionali di design e lifestyle, riguardante il post-Covid per città, spazi pubblici e privati. Ciò che è emerso è la necessità di scommettere su ambienti a misura d’uomo, in armonia con la natura, su modelli di città che mettano al primo posto il benessere dei cittadini e l’ascolto delle loro necessità (wise city).

Come riporta woodsolutions.com, prima di tutto cambierà il design della casa con spazi dedicati al lavoro da remoto, liberi da distrazioni e acusticamente isolati. In secondo luogo, aumenteranno le dimensioni degli appartamenti o si opterà per abitazioni indipendenti posizionate in luoghi strategici, immerse nella natura e lontano dall’inquinamento.

Conlegno | Nel post-Covid si punterà sull’architettura vegana e su materiali naturali come il legno, che permette la realizzazione di unità residenziali in tempi rapidi, di qualità elevata e arrecando il minimo disturbo al vicinato.

In questo contesto, prosegue woodsolutions.com, è realistico aspettarsi che nei prossimi anni muterà l’assetto delle città prediligendo, alla struttura urbana con un singolo quartiere centrale degli affari altamente congestionato, un’economia suburbana più forte nella quale domineranno le “città 20 minuti“, così definite da Bernard Salt di The Demographics Group, in cui la residenza, il posto di lavoro e i negozi si trovano entro 20 minuti di viaggio l’uno dall’altro.

L’architettura vegana sarà sempre più centrale e richiesta. Forse il 2020 sarà ricordato, infatti, come l’anno nel quale l’essere umano ha riscoperto la natura. Per questo tutto ciò che deriva dalla terra diventerà protagonista in ogni fase della progettazione, per aiutare le persone a “vivere” la natura anche quando sono in ufficio, in un centro commerciale o a casa.

Fra i materiali principali non poteva che esserci il legno che affianca alla sostenibilità anche la sicurezza: non solo è capace di assorbire Co2 ed è facilmente riutilizzabile, ma secondo uno studio del tedesco Institut für Holztechnologie di Dresda, sono meno i batteri che vi sopravvivono rispetto alla plastica. Da citare, d’accordo con la versione inglese dell’Architectural Digest, anche quarzo, granito, piastrelle in gres porcellanato, formica e rame. Inoltre, nel settore dell’ospitalità le superfici lucide lasceranno il posto a quelle grezze e i mobili artigianali e naturali saranno sempre più apprezzati.

Ma non solo materiali, c’è anche chi, come il visionario architetto Renzo Piano, si è spinto oltre progettando un intero quartiere di Tirana immerso nel verde che ospiterà lo stesso numero di alberi ed esseri umani. Un progetto che favorirà la biodiversità e il benessere dei suoi abitanti che vi potranno trovare tutte le strutture delle quali hanno bisogno come ospedali e università.

Per creare ambienti sicuri e confortevoli, occorre prestare grande attenzione anche alla luminosità: secondo quanto riporta Fast Company, infatti, una recente ricerca ha dimostrato come la luce del sole e il ricambio d’aria non solo permettono di contenere in modo sensibile i consumi, ma riducono gli agenti patogeni presenti all’interno dello spazio.

Anche l’umidità sembra essere vitale per un ambiente sano prosegue la rivista statunitense: se si aggira fra il 40 e il 60% diminuisce il rischio di trasmissione dei microbi presenti nell’aria e la loro carica virale.

Fra i cambiamenti più eclatanti anche l’addio a bottoni e maniglie: in un articolo dove racconta una possibile vita nel 2025, la Bbc immagina un mondo nel quale la tecnologia touchless è ovunque e gli ascensori si aprono con i comandi vocali o attraverso il proprio smartphone. (vb)

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