Edilizia Storica | Chiesa-Fortezza di S. Pietro a Lingueglietta, Cipressa (Im)

Conservazione e integrazioni removibili per rendere il bene funzionale

L’intervento di restauro e riuso di questo bene culturale, su progetto architettonico e di restauro dell’arch. Luca Dolmetta, ha previsto il consolidamento di fondazioni, murature e volte di copertura, il restauro delle pavimentazioni e degli intonaci, di serramenti e apparati decorativi, il restauro dell’abside e del campanile settecentesco. Oltre alle lavorazioni di conservazione, sono stati introdotti elementi d’innovazione che si affiancano alla preesistenza e che risultano removibili.

Arch. Luca Dolmetta | Progettista

Arch. Luca Dolmetta e arch. Silvia Rizzo (LD+SR architetti).

«La lettura e la conoscenza approfondita dell’esistente attraverso un rilievo metrico dettagliato, analisi mirate di laboratorio dei principali materiali e degradi individuati, la selezione delle patologie ricorrenti che colpiscono le diverse parti che compongono il monumento, hanno consentito di comprendere sia le diverse materie con cui l’intervento di restauro si doveva confrontare, sia, soprattutto, d’individuare le diverse cure a cui l’organismo edilizio doveva essere sottoposto in maniera coerente. Si è trattato pertanto d’indagare precisamente le diverse tipologie di muratura che costituiscono l’edificio, gli intonaci realizzati durante la fase dell’impianto e quelli successivi, le forme e lo stato di degrado delle pavimentazioni, lo stato di conservazione delle coperture della volta principale e dell’abside, la consistenza e il degrado delle parti realizzate in legno o ferro, la composizione e costruzione degli elementi architettonici che nobilitano e caratterizzano la forma dell’edificio».

La rifunzionalizzazione della chiesa e della fortezza con l’esterno caratterizzato da muratura in pietra locale perfettamente squadrata e in parte intonacata.

L’intervento di restauro ha perseguito l’obiettivo di rifunzionalizzare il bene culturale reinterpretando le duplici anime che lo contraddistinguono: la Chiesa e la Fortezza.

È infatti questa duplice identità che viene assunta alla base del processo progettuale e che viene illustrata al visitatore anche attraverso un percorso espositivo appositamente predisposto che lo accompagna fino alla copertura da dove si colgono il Mar Ligure e le altre fortificazioni di quel tratto di costa con cui la fortezza interagisce.

Si tratta di esempio forse unico di edificio religioso (risalente alla metà del XIII secolo) trasformato, per ragioni difensive, in fortezza all’epoca delle invasioni barbaresche che colpirono per la seconda volta il ponente della Liguria a metà del sec. XVI.

La fortificazione porta alla chiusura dell’ingresso laterale, alla sostituzione della copertura originaria con una volta con soprastante terrazza circondata da alti muri bucati da feritoie, all’inserimento delle caditoie sopra il portone centrale e sul lato nord, e alla realizzazione di due garitte agli angoli della copertura.

Si compone di unica navata con abside semicircolare illuminata da tre monofore rombate ad arco tondo falcato ricavato da un unico concio di pietra. L’esterno è caratterizzato da una muratura in pietra locale perfettamente squadrata e in parte intonacata, e da elementi decorativi di raffinata scuola scultorea che nobilitano l’abside e il fronte.

Il cantiere

Il cantiere è stato sia momento di verifica del progetto esecutivo, sia momento di scoperta della diverse vicende e materie, anche nascoste, che avevano contribuito alla realizzazione delle diverse parti del monumento.

Molte volte ha richiesto un costante e continuo aggiornamento delle ipotesi progettuali formulate sulla carta che, solo con il contatto diretto con la materia e la conoscenza approfondita dei materiali anche sepolti, potevano essere formulate al meglio per perseguire un intervento di restauro coerente. L’intervento di restauro ha previsto le seguenti principali lavorazioni:

  • consolidamento di fondazioni, murature e volte di copertura;
  • restauro di pavimentazioni, intonaci ed elementi architettonici;
  • restauro di serramenti e apparati decorativi;
  • restauro delle coperture dell’abside e del campanile settecentesco.
Esterni a restauro effettuato della chiesa-fortezza di S. Pietro. In evidenza la nuova copertura e la passerella pedonale di avvistamento consolidata e ricostruita.

Restauro delle coperture

Gli interventi più consistenti hanno riguardato il rifacimento delle coperture delle diverse parti dell’edificio, soprattutto per lo stato di abbandono e degrado in cui versavano a causa della totale assenza di interventi di manutenzione.

In particolare il rifacimento della copertura della volta a botte principale, oltre alla demolizione della sovrastante copertura posticcia in legno e marsigliesi, ha comportato l’asportazione di circa 80 mc di materiali vari che erano stati accumulati sopra la volta (non è stato ovviamente levato il rinfianco della volta) probabilmente, a seguito della demolizione del terrazzo difensivo di copertura (realizzato al livello degli scoli in cotto ancora oggi visibili in facciata) per ottenere le due pendenze necessarie alla realizzazione del tetto a falde.

Il cantiere è stato momento di verifica del progetto esecutivo E momento di scoperta delle diverse vicende e materie, anche nascoste, che avevano contribuito alla realizzazione delle diverse parti del monumento.

La realizzazione della copertura difensiva del XVI secolo è stata infatti costantemente origine di infiltrazioni cospicue all’interno della Chiesa, proprio per l’impossibilità di fare defluire semplicemente l’acqua in facciata che costantemente veniva bloccata dagli alti muri di protezione del nuovo terrazzo.

Operata la pulizia e il consolidamento degli interstizi superiori della volta con iniezioni di boiacca a base di calce e resine, è stata realizzata una piccola cappa armata di consolidamento dello spessore variabile di 6/12 cm in conglomerato a base di calce idraulica naturale Nhl5, collegata alla volta con rampini in acciaio, sopra cui è stata quindi realizzata la nuova copertura in Rheinzink (zinco-titanio).

Il restauro della copertura dell’abside ha quindi previsto oltre il consolidamento della struttura voltata fortemente degradata a causa di un cedimento strutturale della fondazione su cui poggia l’abside (risolto con la realizzazione della nuova sottomurazione in calcestruzzo armato), ha quindi comportato il rifacimento della copertura con ciappe, tipiche del ponente ligure, di forma e dimensioni variabili.

Il restauro della copertura dell’abside ha previsto il consolidamento della struttura voltata con la realizzazione della nuova sottomurazione in calcestruzzo armato e comportato il rifacimento della copertura con “ciappe”, tipiche del ponente ligure, di forma e dimensioni variabili.

Restauro degli intonaci

Il restauro degli intonaci interni ed esterni è stato complesso per le diverse tipologie d’intonaco individuate e per il diverso stato di degrado. In particolare, sono state eseguite 14 analisi mineralogico-petrografiche e tessiturali al microscopio ottico in luce riflessa e 3 spettofotometrie all’infrarosso che hanno permesso di determinare che i materiali usati per malte e intonaci, di stretta provenienza locale, avevano legante di calce aggregato con sabbia marina (o di torrenti) oppure con sabbia di depositi marini pliocenici locali. I pochi intonaci colorati (zona absidale), sottoposti a restauro, come pigmento hanno evidenziato litopone di cadmio rosso-arancio, o rosso-arancio con triossido ferrino, o terra verde.

Rifacimento della copertura della volte a botte. Effettuata la pulizia e il consolidamento degli interstizi superiori della volta con iniezione di boiacca a base di calce e resine.

Restauro della pavimentazione

Le operazioni di restauro della pavimentazione hanno rappresentato una delle fasi di maggiore impegno del cantiere. Lo stato di conservazione era pessimo, causato principalmente da totale mancanza di manutenzione che aveva portato a lesioni e frantumazioni diffuse delle lastre ancora oggi visibili.

In alcune porzioni (zona absidale o all’ingresso) risultava addirittura asportata e sostituita con battuto di cemento rivestito da moquette di colore verde. L’intervento è stato indirizzato anzitutto alla conservazione della pavimentazione originale sebbene fortemente degradata.

In alcuni casi, dove la pavimentazione risultava totalmente compromessa, si è provveduto a numerare le pietre, rilevarle, fotografarle, sollevarle con cautela e ricollocarle nella stessa posizione dopo aver ricostituito un adeguato sottofondo con calce e rete elettrosaldata.

Le zone interessate dallo scavo archeologico o dove la pavimentazione risultava assente sono state integrate con pavimentazione nuova, arenaria di colore grigio, proveniente dalla cava di Verezzo (Sanremo).

Posta una piccola cappa armata di consolidamento in conglomerato a base di calce idraulica naturale.

Le integrazioni necessarie alla rifunzionalizzazione del bene

L’intervento, oltre a lavorazioni specifiche di conservazione del bene, ha cercato d’introdurre elementi d’innovazione che si affiancassero alla preesistenza e che risultassero eventualmente removibili.

Si tratta di nuove parti comunque necessarie a rifunzionalizzare il bene dotandolo degli impianti tecnologici indispensabili per ri-usare adeguatamente il monumento. Anzitutto per far conoscere il monumento e la storia delle fortificazioni di quel tratto di costa e quindi per convegni, seminari di musica, esposizioni libere, funzioni civili.

Il restauro della pavimentazione si è basato sulla conservazione. Le pietre sono state ricollocate nella stessa posizione dopo aver ricostruito il sottofondo con calce e rete elettrosaldata. Nella zona absidale e all’ingresso la pavimentazione è stata sostituita con battuto di cemento rivestito da moquette di colore verde.

Il legame chiesa-fortezza

Il legame che unisce la chiesa alla fortezza è strettissimo e nessuno dei due prevale sull’altro. Riuscire pertanto a cogliere in pieno il valore della fortezza e soprattutto le relazioni che la legano al territorio circostante disseminato di sistemi difensivi (torri, case torri…) realizzati durante l’epoca delle invasioni barbaresche del ‘500, ha rappresentato sempre uno degli obiettivi che il progetto doveva evidenziare.

Era anche un motivo di valorizzazione economico-turistico del bene. In coerenza con questa scelta, utilizzando un piccolo accesso alla copertura esistente, realizzato storicamente demolendo una porzione della volta a botte (sotto quella che poi è diventata la torre campanaria) che è stato opportunamente allargato, è stata collocata una piccola scala in acciaio còrten, appesa alla volta stessa e agganciata alla muratura per limitarne le vibrazioni, completamente imbullonata, che consente di accedere al percorso di copertura che corre lungo caditoie e garitte come avveniva durante il turno di guardia.

Il restauro degli intonaci interni ed esterni è stato complesso per le diverse tipologie dei materiali e del degrado. I pochi intonaci colorati si trovavano nella zona absidale.

Il progetto del nuovo si contraddistingue soprattutto attraverso i seguenti elementi:

  • ri-apertura della porta di accesso laterale;
  • realizzazione della pavimentazione sopraelevata a livello terra smontabile e rimontabile a seconda dei diversi usi del monumento;
  • realizzazione della copertura in rheinzink con soprastante percorso pedonale di collegamento delle torri di avvistamento;
  • realizzazione del percorso di collegamento verticale.
Le zone interessate dallo scavo archeologico o dove la pavimentazione risultava assente sono state integrate con pavimentazione nuova, arenaria di colore grigio, proveniente dalla cava di Verezzo.

Il nuovo accesso laterale

Riaprire l’ingresso laterale murato durante il XVI secolo è stato uno dei primi interventi eseguiti durante il cantiere. La riapertura della porta ha consentito di accedere al monumento dalla Piazza San Pietro riqualificata e di mettere sotto vetro il portone esistente il cui processo di apertura e chiusura lo aveva degradato. Il portone del nuovo accesso laterale riprende le misure e l’opacità delle pietre squadrate laterali e di sera, quando il monumento è chiuso, ridiventa muratura richiamando in pieno la fortezza del XVI secolo.

Per consentire nuovi usi all’interno della Chiesa, dotandola dei necessari impianti tecnologici, è stata realizzata una pavimentazione in legno sopraelevata e sostenuta da strutture in acciaio cortèn sotto cui sono collocati gli impianti tecnologici

La nuova pavimentazione

Per consentire nuovi usi all’interno della Chiesa, dotandola dei necessari impianti tecnologici, è stata realizzata una pavimentazione in legno sopraelevata e sostenuta da strutture in acciaio cortèn sotto cui sono collocati gli impianti tecnologici.

L’idea della nuova pavimentazione sopraelevata discende esclusivamente da una necessità tecnologica di nascondere gli impianti senza demolire il pavimento esistente e per raccordare i diversi livelli esistenti della Chiesa che si sono venuti a determinare nelle diverse fasi di costruzione della Chiesa.

La pavimentazione fissa è totalmente staccata dalla muratura e dalla pavimentazione esistente. Due grandi campi centrali sono lasciati liberi, con la pietra originale, e in occasione di manifestazioni pubbliche, vengono chiusi da una pavimentazione removibile, sempre in legno, sostenuta da una struttura in acciaio e alluminio realizzata con pedane modulari sostenute da piedi regolabili.

Interni a lavori ultimati e il percorso verticale. L’accesso al percorso sulla copertura è garantito da due sistemi di scale in acciaio corten interrotti e tenuti insieme da un soppalco. Demolita una pozione della volta a botte è stata collocata una piccola scala appesa alla volta stessa che consente di accedere al percorso di copertura che corre lungo caditoie e garitte.

La nuova copertura

La parte superiore della volta di copertura, reinterpretando la situazione storica del terrazzo di copertura, è stata ricostruita e consolidata con calce Nhl2. Interamente ricoperta con assito di legno e materiali impermeabilizzanti/coibentanti, è stata rivestita con lamiera di rheinzink.

Lungo i lati nord e sud, dove probabilmente ci si affacciava per difendersi e controllare gli ingressi al paese, è stata appoggiata una passerella pedonale che consente di raggiungere le garitte esistenti ed ammirare il panorama di quel tratto di costa ligure. La passerella, come le passerelle di avvistamento, è di dimensione ridotta e consente a pochi visitatori di cogliere il panorama dalla copertura e il silenzio del piccolo centro immerso nell’uliveto del ponente ligure.

Il percorso verticale

L’accesso al percorso sulla copertura è garantito da due sistemi di scale in acciaio cortèn interrotti e tenuti insieme da un soppalco, destinato a esposizione permanente, collocato sopra l’ingresso principale del monumento. Il sistema delle scale è completamente realizzato con lamiere di acciaio unicamente imbullonate e ancorate alla muratura con piastre avviate nella pietra.

Chi ha fatto Cosa

Titolo dell’opera: restauro Chiesa Fortezza di San Pietro
Capogruppo: arch. Luca Dolmetta (LD+SR architetti)
Progettisti: arch. Luca Dolmetta, arch. Aldo Panetta, ing. Giacomo Saguato, ing. Roberto Luccoli
Collaboratori: Lorenzo Monarca, Erika Romagna, Ilaria Cargiolli
Committenza: Comune di Cipressa
Progettista architettonico e di restauro: arch. Luca Dolmetta (interventi di restauro, parti nuove e spazi aperti), Genova; arch. A. Panetta (interventi di restauro, edificio servizi e spazi aperti), Imperia
Progettista strutturale: ing. Giacomo Saguato (Imperia)
Progettista impianto termico, condizionamento e idrico sanitario: ing. Roberto Luccoli (Genova)
Progettista impianto elettrico e illuminazione: ing. Roberto Luccoli (Genova)
Direttore lavori: arch. Luca Dolmetta, Genova
Imprese esecutrici: Negro F.lli Costruzioni Generali spa, Imperia; Artes srl, Cuneo; Extravega, Milano; Im.El. Impianti Elettrici, Savona; Negro Impianti Idraulici, Imperia; Zp Zunino Pietre snc, Imperia; Lrm, Genova

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