Produzione | Pichler Projects

Nuova copertura in acciaio per l’ingresso Re Teodorico di Veronafiere

Nell’ambito del percorso di riqualificazione del polo fieristico di Verona, Pichler Project, si è occupata della realizzazione della spettacolare copertura dalla struttura in acciaio e membrana in Etfe che genera un effetto dinamico grazie alla disposizione irregolare delle geometrie. Il progetto, elaborato in Bim, è dello studio Maffeis Engineering.

Un ingresso vivibile caratterizzato da una maestosa copertura di 495 tonnellate estesa su una superficie di 6.750 mq in pianta, una vera e propria esperienza architettonica per gli utenti di Veronafiere. È questa l’idea progettuale alla quale sono giunti i progettisti di Maffeis Engineering insieme a Pichler Project, azienda che si occupa della progettazione, produzione e montaggio di strutture in acciaio, per la realizzazione del nuovo ingresso Re Teodoro del polo fieristico.

Il progetto realizzato è il primo passo nel percorso di riqualificazione del centro scaligero celebre per eventi come Fieracavalli, Marmomac e Vinitaly e vincente per la posizione geografica strategica, al centro delle maggiori direttrici intermodali europee.

Pichler Projects | Il nuovo ingresso “Re Teodorico” del polo fieristico di Verona.

La copertura

Si tratta di una copertura metallica a forma di L in cui gli elementi tubolari in acciaio, sezione Chs323 e spessore variabile, definiscono figure realizzate secondo la decomposizione di Voronoi con 36 diverse geometrie che vanno a definire un macro-modulo di copertura che si ripete fino a coprire l’intera superficie.

Ciascuna figura è stata rivestita con un cuscino in Etfe, un materiale plastico innovativo, trasparente e leggero, resistente, isolante, completamente permeabile alla luce e ai raggi Uv e totalmente riciclabile.

Il film plastico dei cuscini è stato studiato in modo tale da mutare secondo 3 differenti percentuali di opacità, ottenute grazie ad altrettanti tipi di stampaggio. Ogni singolo cuscino è mantenuto gonfio a una pressione costante tramite un sistema canalizzato servito da quattro macchine predisposte per il pompaggio dell’aria all’interno degli stessi cuscini.

Ogni macro-modulo determina, tramite la pendenza dei profili costituenti le celle, un bacino idraulico “a conca”. Nel punto di minimo di questa conca converge l’acqua piovana dopo aver scorso sulla superficie esterna dei cuscini.

Una volta convogliata nella cella inferiore di raccolta, l’acqua viene portata a terra da un sistema sifonico interno alla struttura metallica il quale, a partire da tale vasca, si collega ai sottoservizi.

Pichler Projects | La copertura è stata realizzata con elementi tubolari in acciaio a comporre 36 diverse geometrie di modulo che a loro volta creano un macro-modulo ripetuto fino a coprire l’intera superficie. Ogni figura è rivestita con cuscino in Etfe.

Un progetto in Bim

L’opera di Pichler Projects è partita dall’elaborazione di un modello 3d originato dal Bim ricevuto dal progettista strutturale dell’opera. Su questo modello Pichler ha lavorato nei propri uffici tecnici implementando tutti i particolari costruttivi. Tutti hanno operato sul progetto sviluppato in modo parametrico e su formato Bim da Maffeis Engineering.

Il montaggio

Poiché i lavori di cantiere si sono svolti negli intervalli in cui il polo fieristico non era attivo, il montaggio in opera è avvenuto in due fasi, così da alternare la costruzione della struttura allo svolgersi degli eventi fieristici.

Uno dei successi di questo intervento è stato proprio il rispetto di tempi e budget in un’area “viva” in cui si sono dovuti far coincidere gli impegni fieristici con i piani di cantiere.

Un grande lavoro in tal senso è stato fatto da tutti i soggetti coinvolti, che hanno permesso la realizzazione dell’opera in tempi e spazi piuttosto limitati. Al fine di ottenere un vantaggio in termini di velocità e precisione proprio nell’ultima fase, ovvero quella cantieristica, sono state studiate soluzioni ad hoc già in fase progettuale.

Pichler Projects | Il montaggio della struttura è avvenuto in due fasi per poter gestire al meglio la costruzione e gli eventi fieristici.
Massimo Maffeis | Titolare Maffeis Engineering.

Massimo Maffeis | Titolare Maffeis Engineering

«Devo ringraziare l’Ente Fiera, e i suoi responsabili, nelle persone degli ing. Giorgio Possagno e Massimo Tomassi, per aver creduto nella nostra proposta ed averla fatta propria. In questo progetto penso si possa ben dire che tutti hanno lanciato il cuore oltre l’ostacolo. Per un’opera di questo tipo, credo sia necessaria la convergenza di tre componenti elementari: una buona idea, un cliente illuminato che sa cogliere l’attimo, degli esecutori che sappiano con la loro capacità fare di un lavoro un’opera unica con la cura del dettaglio. In Pichler abbiamo trovato un produttore di alta qualità, ciò si evidenzia guardando al progetto dal vivo, un’azienda che ha saputo vincere la gara contro il tempo, quindi capace di grande organizzazione. Ma quello che ci ha stupito di più è stata la capacità di prendere i nostri modelli parametrici di Grasshopper, farli propri ed utilizzarli al meglio per accelerare la fase di produzione dei costruttivi. Questo sicuramente evidenza un’attitudine all’innovazione non scontata sul mercato italiano. Il risultato del lavoro finito, penso sia la giusta ricompensa per noi progettisti, per il cliente che ha creduto nell’idea e l’ha portata alla realizzazione nel migliore dei modi. Spero sia anche un segno che i visitatori della fiera potranno godersi e magari portarsi a casa come ricordo».

Marco Nascimben | Project Manager Pichler.

Marco Nascimben | Project Manager Pichler

«I pilastri a sostegno della copertura sono anch’essi realizzati interamente in profilati tubolari in acciaio e presentano geometria irregolare e non ripetitiva. Il fusto è composto generalmente da profili Chs406 uniti in corrispondenza della base e della sommità dello stesso. Sopra il nodo di sommità del fusto i profili si separano formando il primo ordine di rami, formati quindi da un singolo profilo a sezione Chs406. Il secondo e ultimo ordine di rami, che arriva alla copertura, è composto da una coppia di questi che si biforca da ciascun ramo del primo ordine. La parte terminale di ciascun ramo del secondo ordine è sagomata e si stringe da sezione Chs406 a sezione Chs169 all’arrivo in copertura. Sia i pilastri ad albero che la copertura sono realizzati interamente con collegamenti saldati. La fase di progettazione di dettaglio è stata molto importante e delicata, soprattutto nel coordinamento con i tecnici dedicati allo sviluppo del progetto del rivestimento in Etfe previsto in copertura, date le numerose interconnessioni presenti nella carpenteria e la poca tolleranza ammessa. Una volta definito completamente il progetto costruttivo, Pichler si è occupata di tutte le attività necessarie per la produzione presso la propria officina degli elementi in carpenteria metallica che compongono la totalità della struttura, fino alla consegna in cantiere dei materiali. La struttura della copertura, la cui geometria è irregolare, seppur con una certa ripetitività e con differenze di quota fino circa a 3 metri, è composta da singoli profili tubolari circolari assemblati e saldati in opera. Per ogni singolo componente sono stati sviluppati i dettagli dei tagli terminali, necessariamente effettuati tramite sagomatura laser, in modo tale da permettere un successivo e preciso accoppiamento in cantiere. A tal fine, prima di iniziare la produzione in officina, è stato realizzato un mock-up di una porzione di copertura con il quale verificare prima e validare quindi le scelte fatte in fase di design. Durante l’attività di cantiere si è cercato di assemblare a terra parti della copertura in macro-moduli che fossero della dimensione maggiore possibile, fino a circa 30x25m per 23 tonnellate di peso, al fine di ridurre il montaggio di singoli elementi in quota. L’accuratezza costruttiva ed un controllo topografico quotidiano continuo hanno permesso di procedere con il ritmo necessario per rimanere in linea con il programma di cantiere. In fase di progettazione e di implementazione dei dettagli costruttivi nel modello Bim di input, lo studio Maffeis Engineering si è mostrato aperto a discutere le nostre proposte. Nello specifico si è collaborato nello sviluppo dei dettagli di saldatura dei profili tubolari di copertura e dei pilastri, nella progettazione del sistema sifonico per lo scarico delle acque meteoriche, e nello sviluppo dei dettagli del sistema di copertura in Etfe. Veronfiere, assieme alla Direzione Lavori, consapevole della tutt’altro che semplice situazione operativa di cantiere e dei tempi ristretti di commessa, ha dimostrato una costruttiva partecipazione ad ogni stadio del progetto, mettendo altresì a disposizione risorse, spazi ed ampia flessibilità negli orari lavorativi». (vb)

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