Edilizia residenziale | Santorso, Vicenza, residenza unifamiliare ecosostenibile

Costruzione «naturale» e gestione «digitale»

Per limitare l’occupazione di suolo e caratterizzare l’aspetto formale dell’edificio, si è deciso di costruire il piano superiore traslato di 90° rispetto al piano inferiore, creando una struttura a sbalzo lignea di circa 10 metri.

L’abitazione sorge su un’area di grande interesse storico, ricca di preesistenze archeologiche risalenti all’epoca paleoveneta e romana, salvaguardata attraverso un intervento di protezione dei ritrovamenti, eseguito in accordo con la Soprintendenza. Attraverso l’impiego di teli, garze e sabbia, si è provveduto a isolare e conservare i resti archeologici, realizzando inizialmente un «guscio» di vetro cellulare spesso circa 5 centimetri opportunamente sigillato, e quindi impermeabile all’umidità e al gas radon, sul quale è stata gettata una «crosta» in calcestruzzo, di circa 20 centimetri di spessore, utilizzata anche come platea di fondazione. La costruzione è proseguita edificando le pareti perimetrali che delimitano il piano seminterrato, destinato a zona notte e servizi.

A barbieriarchitects_112-1

La struttura: calcestruzzo e legno lamellare. La struttura è composta da una parete in calcestruzzo da 20 centimetri di spessore, coibentata all’esterno. Al piede della muratura con un pannello in vetro cellulare, nella parte interrata soprastante con uno strato di polistirene, e nella porzione fuori terra, con uno strato isolante di lana di roccia ad alta densità (180 kg/mc), di spessore pari a 18 centimetri. Segue uno strato di ventilazione e infine il paramento murario esterno in pietra, scalpellata a mano, da 6 centimetri.

B barbieriarchitects_112-2

Per limitare l’occupazione di ulteriori porzioni di suolo, in cui sono presenti i reperti archeologici, e contemporaneamente caratterizzare l’aspetto formale dell’edificio, si è deciso di costruire il piano superiore traslato di 90° rispetto al piano inferiore, creando una struttura a sbalzo lignea di circa 10 metri. Interamente realizzato con travi in legno lamellare, lo sbalzo è «regolabile» attraverso «tensionatori» che permettono di registrare i movimenti indotti da eventuali fenomeni di assestamento e/o invecchiamento. Le pareti perimetrali del primo piano sono anch’esse costruite in legno. Si tratta di travi parete reticolari in legno lamellare, con tiranti in legno, sostituiti solo in corrispondenza delle finestrature da tiranti metallici.

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La parete ventilata e grandi finestrature. La parete è ventilata, e in sequenza dall’interno all’esterno è composta da: una doppia lastra in gesso rivestito, intercapedine d’aria non ventilata, strato di fibra di legno da 13 mm, strato in fibra di cellulosa da 20 cm posto tra le travi, pannello in lana di roccia interposto a una listellatura in legno orizzontale, intercapedine d’aria non ventilata da 60 mm. Quindi uno strato in fibrogesso da 15 mm, sul quale è stato posizionato un telo traspirante antivento termosaldato, la listellatura in travetti di legno per creare lo strato di ventilazione, una rete antinsetto e il paramento esterno in doghe di legno. L’inserimento nelle pareti di grandi finestrature ha tenuto conto dell’elevato numero di giorni di irraggiamento solare che in questo comune è nettamente superiore rispetto alla media dei luoghi limitrofi.

Preparazione piano di fondazione. Pannello in vetro cellulare su ghiaia.
Preparazione piano di fondazione. Pannello in vetro cellulare su ghiaia.

Coperture come «captatori meteorici». Come le strutture del primo piano, anche tutti i solai sono realizzati completamente in legno, con una struttura sandwich che incorpora tra strati di abete, isolanti in fibra di cellulosa e fibre di legno. Le coperture sono state concepite come «captatori meteorici», capaci di recuperare l’acqua piovana, trattarla e inviarla in cisterne che hanno una capacità idrica di circa 54 metri cubi. Attraverso una serie di strati composti da ghiaie calcaree, l’acqua viene «passivizzata » prima di essere filtrata e successivamente convogliata nelle cisterne per essere quindi utilizzata nei cicli residenziali non potabili.

Platea di fondazione.
Platea di fondazione.

L’acqua così ottenuta è a basso grado di acidità e viene utilizzata attraverso un impianto anche per il funzionamento delle lavatrici, utilizzo che permette una riduzione del consumo idrico di circa il 70%. Particolare cura è stata posta in fase di progettazione anche al pacchetto di copertura. La soluzione ha previsto la posa, sopra al solaio in legno, di un freno al vapore costituito da un telo ad alta traspirazione termosaldato, quindi un tavolato multistrato in legno di pino da 18 mm. Su questo è stata realizzata l’impermeabilizzazione attraverso la stesura di una membrana bitume polimero plastomero da 5 mm di spessore, saldata a fiamma.

Isolamento pareti, piano seminterrato, porzione interrata. Pannello in vetro cellulare e pannello di polistirene.
Isolamento pareti, piano seminterrato, porzione interrata. Pannello in vetro cellulare e pannello di polistirene.

Quindi un elemento di protezione dell’impermeabilizzazione sopra il quale è stato predisposto lo strato filtrante, realizzato con uno spezzato calcareo a granulometria variabile fino a un massimo di 15 mm di diametro, per uno spessore di 20 centimetri. Sopra al calcare è stato posizionato un telo filtrante in geotessile non tessuto da 1 mm di spessore, e a finire, lo strato di zavorra consistente in uno spezzato di vetro riciclato disteso in uno spessore di 5 centimetri. Lo spezzato in vetro non solo attenua l’impatto visivo della superficie piana osservabile dalle alture circostanti, ma soprattutto aumenta notevolmente la riflessione luminosa incrementando di oltre il 20% il rendimento dei pannelli fotovoltaici posti in copertura unitamente ai collettori solari come fonte energetica principale.

Isolamento pareti, piano seminterrato, porzione fuori terra. Lana di roccia ad alta densità.
Isolamento pareti, piano seminterrato, porzione fuori terra. Lana di roccia ad alta densità.

Impianti e building automation. L’impianto elettrico è sviluppato con un sistema di «building automation » che controlla tutte le funzioni generali ed energetiche dell’edificio, con comandi anche a distanza, permettendo di ottimizzare e ridurre sensibilmente il fabbisogno energetico. Centoventotto sonde, disposte nelle diverse parti dell’edificio, nelle tubazioni degli impianti e all’esterno, rilevano ed elaborano tutti i dati relativi all’irraggiamento solare, al vento, alla pioggia, alla temperatura e all’umidità. L’edificio è dotato anche di una sonda eolica e di una sonda pluviometrica.

Costruzione struttura prefabbricata e riempimento in fibra di cellulosa.
Costruzione struttura prefabbricata e riempimento in fibra di cellulosa.

Grazie a internet l’edificio è collegato con l’Arpav, un ente che fornisce le previsioni metereologiche e attraverso i dati che vengono trasmessi è possibile per esempio arrestare l’impianto d’irrigazione in previsione di piogge, e reinserirlo automaticamente dopo 24 se la sonda non ha rilevato la presenza di acqua. È stata valutata la convenienza energetica nel rispetto dell’ambiente di ogni processo edilizio adottato, compresi gli smaltimenti in caso di dismissione. Allo stesso modo è stato organizzato il cantiere di costruzione che grazie al controllo, alla razionalizzazione e alla prefabbricazione, ha prodotto soltanto 1.750 kg di rifiuti.

Minolta DSC

Il ricorso a prodotti naturali. L’edificio è realizzato per la quasi totalità con prodotti naturali. Sono stati usati legno, pietra, acciaio, vetro, calce, argilla, cocciopesto, calcestruzzo, cellulosa, fibre minerali e fibre di legno. I materiali di finitura sono «al naturale», non sono stati trattati con protettivi sintetici e non sono stati usati rivestimenti quali ceramiche, gres e cotti, che necessitano di notevole energia per la loro produzione. I pavimenti sono in calce anidra trattata in superficie con olio di lino oppure con essenza di trementina e cera d’api.

Montaggio struttura prefabbricata, pareti.
Montaggio struttura prefabbricata, pareti.

Le pitture interne sono a base di calce colorate con pigmenti naturali e trattate dove a contatto con l’acqua (bagni) con cera d’api ed essenze di trementina. A seguito di uno studio geopatogeno, sono state adottate tecniche di mitigazione della rete di Hartmann e del Radon. L’edificio, che non è dotato di allacciamento alla rete di gas-metano e affida il suo riscaldamento all’apporto solare passivo e attivo.

Montaggio struttura prefabbricata, solaio di copertura.
Montaggio struttura prefabbricata, solaio di copertura.

Sono installati 6,9 mq di collettori solari termici e 15 mq di moduli fotovoltaici al silicio monocristallino, per una potenza di 2,1 kW. Una pompa di calore di 1,6 kW – Cop 4,63 integra il fabbisogno energetico. L’intervento di costruzione, circa 240 mq utili, non è costato più di uno tradizionale. Risulta inoltre estremamente competitivo se vengono comparate le caratteristiche energetiche complessive. Grazie all’impiego di strutture pre-assemblate, i tempi di realizzazione dell’involucro edilizio sono stati molto veloci.

Montaggio struttura prefabbricata, interno.
Montaggio struttura prefabbricata, interno.

Certificazione energetica. L’intervento, che è stato monitorato in fase progettuale e costruttiva da Vi.Energia (Provincia di Vicenza), Università di Trento (Dipartimento d’Ingegneria Ambientale), Università Iuav di Venezia (Dipartimento di costruzione dell’architettura), Università di Vicenza e Università di Padova (Dipartimento di tecnica e gestione dei sistemi industriali), ha ottenuto la certificazione energetica classe A di Vi.Energia ed è stato premiato quale primo edificio certificato Eco Domus Classe A della Provincia di Vicenza.

Facciata ventilata.
Facciata ventilata.

L’architettura esterna è caratterizzata da una struttura a sbalzo lignea di circa 10 metri interamente realizzata con travi in legno lamellare. Le finiture interne non sono state trattate con protettivi sintetici e non sono stati usati rivestimenti quali ceramiche, gres e cotti, che necessitano di notevole energia per la loro produzione.

Arch. Carlo Barbieri
Arch. Carlo Barbieri

Chi ha fatto Cosa
Committente Privato
Ideazione progetto arch. Carlo Barbieri e Maria Sciavarrello
Progetto architettonico definitivo, esecutivo, costruttivo, interiors e direzione lavori arch. Carlo Barbieri, barbieri | architects
Costruttore edile Janus srl
Fotografie C. Barbieri, A. Chemollo, S. Chiappin

Dati di Progetto
Superficie utile 240 mq
Numero piani 2
Classe energetica A+ (14,6 kWh/mq anno)

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