Punti di Vista | Giuliano Campana, Presidente Ance

Costruzioni ferme ma le condizioni per la crescita ci sarebbero

Proponiamo la relazione del Presidente dell'Associazione nazionale dei costruttori edili illustrata in occasione della presentazione dell'osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni che evidenzia le ragioni dello stallo in cui versa il settore.
Giuliano Campana | Presidente Ance.

Dai dati che sono stati presentati dal Centro Studi dell’Ance emerge con chiarezza una situazione di stallo nella quale versa il settore delle costruzioni in controtendenza con l’andamento dell’economia in generale che evidenzia un consolidamento della crescita, tanto da far rivedere al rialzo le stime del Pil. Viceversa per il settore delle costruzioni siamo stati costretti a rivedere al ribasso le stime e la crescita che quest’anno avevamo previsto dello 0,8%  si ferma a un misero 0,2%. Le ragioni di questo stallo sono numerose.

Leva fiscale per promuovere l’acquisto di case sicure e ad alta efficienza energetica

A cominciare dal settore residenziale che, seppure in presenza di una continua crescita delle compravendite, che quest’anno si stima possano arrivare a 550 mila unità, non produce reali effetti per la ripresa. La gran parte di questi scambi, infatti, avviene tra privati e riguarda per lo più case obsolete, energivore e prive delle necessarie misure di sicurezza. Basti pensare che il 70% degli edifici è stato costruito prima del 1974, prima cioè dell’entrata in vigore della normativa antisismica. Occorre dunque intervenire tempestivamente per favorire un necessario e non più rinviabile processo di rigenerazione urbana e di sostituzione edilizia che può essere reso possibile solo attraverso un uso intelligente e virtuoso della leva fiscale. Per   questo   proponiamo  una   serie   di  misure,   a   cominciare dall’ampliamento e dalla proroga dei bonus fiscali già previsti, che puntano a sostenere una domanda di case ad alta prestazione e a prediligere interventi di riqualificazione degli edifici che apportino reali benefici in termini di sicurezza e di efficienza energetica. Un pacchetto di proposte che stiamo già presentando ai decisori pubblici in vista della prossima legge di bilancio.

Rendere effettivo il processo di semplificazione delle procedure

Occorre poi intervenire in modo efficace per rendere effettivo quel processo di semplificazione delle procedure urbanistiche ed edilizie che recenti provvedimenti normativi hanno introdotto, ma che ancora troppo spesso non riescono a concretizzarsi in prassi quotidiane da parte degli enti locali. Troppi sono ancora i passaggi e gli adempimenti burocratici che frenano e ritardano ogni intervento: tra il progetto e la realizzazione di un edificio o di un’opera pubblica trascorre un tempo infinito che può rendere quegli stessi interventi vecchi in partenza.

Norme per favorire la sostituzione edilizia e la rigenerazione urbana

Ma anche dal punto di vista normativo si può fare di più e meglio per avviare la rigenerazione urbana. Ci vogliono adeguati strumenti legislativi in grado di attivare quel processo di sostituzione edilizia che ancora nel nostro Paese rappresenta un tabù. Dobbiamo avere il coraggio di promuovere gli interventi di demolizione e ricostruzione di ampie aree delle nostre città, altrimenti anche l’obiettivo di ridurre drasticamente il consumo del suolo non potrà essere raggiunto e rimarrà solo un assunto demagogico e poco realistico. E per raggiungere questo obiettivo è necessario che gli sforzi di tutti convergano: legislatore, amministrazioni, imprese e cittadini.

Spendere le risorse per le infrastrutture

Qualche considerazione infine merita il settore dei lavori pubblici. I dati sono molto deludenti rispetto alle attese, soprattutto per l’impossibilità degli enti locali di cogliere le opportunità derivanti dalle nuove regole di finanza pubblica (come ad esempio,  il superamento del patto di stabilità interno). Nonostante lo sforzo fatto dagli ultimi Governi per aumentare le risorse destinate alle infrastrutture, i lavori non sono partiti. Fa male vedere che di un Piano da oltre 100 miliardi a disposizione solo poche centinaia di milioni di euro  sono state spese finora. Un prezzo salato che paghiamo tutti a cominciare dai cittadini che percorrono ogni giorno strade piene di buche e dalle imprese che scontano sulla propria pelle un divario competitivo che pone il nostro Paese agli ultimi posti in Europa per dotazione infrastrutturale. E noi, come tutti i fornitori delle pubbliche amministrazioni, subiamo anche le conseguenze dell’applicazione dello split payment, che non è solo un meccanismo di fatturazione per evitare l’evasione fiscale. Nei fatti è diventato una ulteriore difficoltà per le nostre imprese, perché il credito Iva che genera mette in serio pericolo l’equilibrio finanziario e la sopravvivenza stessa delle nostre aziende. Eppure per competenze e professionalità non abbiamo nulla da invidiare a nessuno. Le nostre imprese all’estero guadagnano ogni giorno sempre più terreno e vincono in qualità e capacità tecnologica rispetto a tanti concorrenti di tutto il mondo.

Far crescere un settore determinante per l’economia del Paese

Avremmo voluto chiudere quest’anno in modo diverso salutando una ripresa che più volte abbiamo sperato si concretizzasse, ma che ancora non riusciamo a scorgere. Siamo però convinti che se sapremo mettere in campo rapidamente le soluzioni e le misure che abbiamo individuato potremo tornare a far crescere un settore determinante per l’economia e il benessere del Paese.

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